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Il significato del convegno di Formia del 16 dicembre 2010

PERCHE’ IL CONVEGNO A FORMIA? PRESUPPOSTI E FINALITA’

Della situazione esistente a Formia e nel sud pontino sappiamo tutto.

Nomi e cognomi, noti e non noti.

Ci abbiamo lavorato per oltre un anno.

In silenzio, come si fa e si deve fare in situazioni del genere.

Ed abbiamo informato chi di dovere.

Formia ed il sud pontino avrebbero dovuto costituire una barriera rispetto all’ingresso e all’avanzata della camorra nel Lazio.

Purtroppo non è stato così, a causa anche dell’ottusità di certi vertici istituzionali di Latina che hanno ritenuto di archiviare la parte più importante – quella del “voto di scambio” – di una brillante inchiesta fatta dalla Polizia di Stato e dell’insignificanza di quella parte politica che avrebbe dovuto gridare allo scandalo ed, invece, è stata zitta.

Scandaloso!

Atto criminale, impunito finora, ma che noi non intendiamo affatto lasciare tale, dovesse costarci anche altri dieci anni di lavoro.

A causa del quale si è consentita la realizzazione di un’intelaiatura politico-mafiosa estremamente inquietante.

Una situazione limacciosa in cui non si riesce a capire bene dove e chi può essere definito a ragione un mafioso.

Se mafiosi sono solo coloro che tali sono stati classificati negli atti giudiziari o anche coloro che hanno, in un modo o in altro, fatto in modo che quelli potessero agire come hanno agito.

Certo è che oggi una parte significativa del tessuto economico formiano e di tutto il sud pontino è fortemente compromesso ed infiltrato.

Nel silenzio generale, nell’inerzia assoluta, non solo delle vittime dirette di tale situazione, commercianti e impresari edili, ma anche di chi si riempie la bocca di parole altisonanti, come legalità e quant’altro.

Serve ben altro che le chiacchiere.

Servono fatti, denunce, nomi e cognomi, visure camerali, ricostruzione di rapporti anagrafici, familiari, di alleanze criminali ecc. ecc.

Storia e sociologia non servono a niente quando i mafiosi sono ormai anche nelle nostre case.

E da Formia questi hanno esteso i loro tentacoli su Minturno, Gaeta, Itri ed anche Fondi. Ed addirittura a Velletri ed oltre.

Le responsabilità sono tutte politiche e se non si alza lo sguardo ai piani alti, alla politica, macineremo sempre aria fritta.

Come si è fatto finora nell’acchiappare i manovali e non chi meritava di essere acchiappato.

Noi stiamo lavorando per puntare all’alto perché se non si prosciuga lo stagno puzzolente delle complicità, delle collusioni politiche, degli intrecci con politica ed istituzioni, faremo la fine della Campania, della Sicilia, della Calabria e così via.

Ecco perché la nostra Associazione ha incentrato la sua attenzione particolare su due centri nevralgici della regione: Formia a sud e Civitavecchia a nord.

Il tessuto politico del sud pontino ci sta destando molte, ma molte preoccupazioni.

Al Convegno da noi promosso nello scorso giugno a Gaeta, se si fa eccezione per alcuni dirigenti di Sinistra e Libertà, non uno esponente politico ha sentito il dovere morale ed intellettuale di partecipare.

Eppure c’erano ben 3 Magistrati di frontiera, quelli che stanno in trincea.

Non il Sindaco, non un assessore, non un consigliere, di maggioranza o di minoranza, di destra e di sinistra.

Cosa significano queste assenze, questa indifferenza, questa, peraltro, mancanza di rispetto per i magistrati e gli altri che mettono a repentaglio la propria vita per combattere contro le mafie?

Ognuno dia la risposta che ritiene.

Gaeta, come Formia, è un altro comune che anni fa lo stesso sindaco definì “ lavatrice di denaro sporco della camorra”!