Cerca

“ Il Resto del Carlino” .”Dove c ‘ é il Comune di Modena non c’é ombra di casalesi”. E’ un articolo del 2011 ma importante perché oltreche’ di Modena parla anche di Fondi

L’ombra di Casal di Principe
sulle opere modenesi

Le costruzioni discusse sono lo stadio Braglia e le scuole elementari Gramsci

Modena, 2 marzo 2011. I lavori allo stadio Braglia e alle scuole elementari Gramsci affidati a ditte provenienti da Casal di Principe. La Lega Nord, con un’interrogazione, solleva il caso del rischio infiltrazioni nell’edilizia pubblica, “dopo che l’assessore Daniele Sitta — si legge nell’interrogazione — aveva dichiarato: ‘dove c’è il Comune di Modena non c’è ombra di casalesi’”.

Abbiamo ricostruito la vicenda dello stadio Braglia attraverso una serie di documenti. Tra questi uno in particolare potrebbe destare preoccupazione, la relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia, datata 4 agosto 2008. Lì, nero su bianco, compare uno dei vincitori dell’appalto per il Braglia, nome in un lungo elenco, titolare di un’impresa individuale che si occupa di lavori generali di costruzioni edili. Impresa di Casal di Principe.

“L’uomo — scrive la Commissione antimafia — risulta essere in possesso di certificazione Soa rilasciata dalla società Italsoa spa, che è stata oggetto di attenzione da parte della Dia ( Direzione nazionale antimafia, ndr) poiché ritenuta congiunta ad organizzazioni mafiose: specificatamente alla famiglia mafiosa di Borgetto (provincia di Palermo) di ‘cosa nostra’. In effetti la società Italsoa spa — prosegue ancora il documento — ha certificato attestazioni di qualificazione per i lavori pubblici a società legate alla mafia siciliana per il quale il gip del tribunale di Palermo e la Dia di Napoli hanno in corso indagini”. L’uomo, si legge ancora, “ha eseguito lavori per il Comune di Fondi per un importo totale di 304mila euro. Dato l’importo complessivo del lavoro eseguito — conclude la Commissione — l’ente Comune avrebbe dovuto attivare l’informativa antimafia. E’ stato inoltre denunciato il 27 ottobre del 2006 dall’Arma di Francavilla (Messina) per ‘Turbata libertà degli incanti”,

Si tratta di un reato definito dal codice penale in questi termini: “Chiunque — articolo 353, ndr —, con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba la gara nei pubblici incanti o nelle licitazioni private per conto di pubbliche amministrazioni”. L’imprenditore è stato poi denunciato alla Guardia di Finanza di Aversa per reati fiscali. Da questo l’uomo potrebbe uscirne pulito.

Fondi è il ‘noto’ Comune in provincia di Latina nei confronti del quale nel 2009 il prefetto ha richiesto lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, la maggioranza (Udc) ha successivamente rassegnato le dimissioni, dopo una bufera che ha avuto risalto a livello nazionale. Un altro approfondimento riguarda la certificazione Soa, quella che l’imprenditore — e ritorniamo così alla Commissione parlamentare del 2008 — “avrebbe ottenuto da una società, la Italsoa appunto, legata a una famiglia di cosa nostra”. La certificazione Soa è un documento necessario a comprovare la capacità dell’impresa di eseguire opere pubbliche, sia direttamente sia in subappalto.

Perché questo imprenditore ci riconduce a Modena? Tutto ruota attorno al terzo stralcio della copertura della curva sud dello stadio ‘Braglia’ di viale Monte Kosica, come testimonia la delibera del Comune. Siamo nel 2005. Il 4 ottobre i lavori di realizzazione sono aggiudicati a un’associazione temporanea di imprese con sede a Bitonto (Bari) e appunto l’imprenditore di Casal di Principe. Per un importo complessivo di 885mila euro.

Facciamo un altro passo in avanti e arriviamo così al 28 aprile del 2006: a quella data corrisponde l’approvazione di una perizia suplettiva con nuovi prezzi che porta la spesa complessiva per l’ampliamento dello stadio Braglia a 999mila euro. La quota di ribasso offerto dall’associazione temporanea è del 12,275%. Nel contratto d’appalto, stipulato in data 14 novembre del 2005 tra il Comune di Modena e i vincitori dell’appalto, risulta (e questo è un passaggio fondamentale) il nulla osta ai fini della legge 575, quella che riguarda le disposizioni contro la mafia, per entrambe le imprese. Inoltre sono stati richiesti i certificati della Camera di commercio.

Un caso che è comunque destinato a far discutere insomma. Non tanto per la posizione del Comune, rispetto alla quale va ancora una volta sottolineato la presenza nel contratto del nulla osta alla legge 575, quanto per il contenuto della Commissione parlamentare di inchiesta riguardo all’impresa: ci sono tutti gli strumenti del caso per evitare possibili infiltrazioni negli appalti pubblici? Intanto il caso approda in consiglio comunale, in un’interrogazione firmata dal consigliere Stefano Barberini.

Un atto, quello della Lega Nord, che non si limita al solo caso della copertura dello stadio Braglia: “L’assessore all’Urbanistica Daniele Sitta — aggiungono Stefano Bellei, segretario cittadino della Lega Nord e Riad Ghelfi, segretario provinciale — ha dichiarato che ‘dove c’è il Comune di Modena non c’è ombra di casalesi o di criminalità organizzata. Sui nostri cantieri e sull’edilizia pubblica modenese possiamo dirlo con certezza’. Abbiamo però rispolverato alcune delibere — proseguono i segretari del Carroccio — e riscontrato che con delibera di giunta 158/2006 (copertura curva sud stadio Braglia) e con delibera di giunta 854/2009 (sostituzione serramenti scuola elementare Gramsci), l’amministrazione modenese ha affidato i lavori ad alcune imprese di Casal di Principe per un importo complessivo di 263.865,27 euro (scuole Gramsci). Con quali criteri sono stati assegnati appalti a ditte casalesi per oltre 1 milione e 130mila euro? Sitta — conclude la Lega Nord — si dovrebbe dimettere”.

di FRANCESCO VECCHI