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Il razzo collocato dalla criminalità organizzata sotto il cavalcavia fra Ceccano e Castro dei Volsci. Qual è il “significato” di questo avvertimento mafioso?

Quando la criminalità organizzata viene costretta all’angolo e si trova con l’acqua alla gola.

Si verificò a Fondi, prima che iniziassero i processi ed erano in pieno svolgimento le inchieste che, poi, hanno portato a scoprire la sua pervasività nell’impianto politico-economico.

Una scia di attentati incendiari, di spari contro abitazioni di appartenenti alle forze dell’ordine ed altri episodi di violenza che indussero lo Stato ad accendere i riflettori e a reagire in qualche modo.

Non in maniera adeguata, come noi ci saremmo aspettati, ma, comunque, lo Stato fu costretto a reagire e, quanto meno, a mettere in mostra quanto si stava verificando da anni sul territorio fondano e nel sud pontino.

Il ritrovamento del razzo, ora, sotto il cavalcavia della tratta Roma-Napoli fra Ceccano e Castro dei Volsci, in provincia di Frosinone, è certamente un segnale inquietante, un avvertimento della criminalità organizzata – secondo noi, la camorra – allo Stato perché interrompa o quanto meno attenui la sua azione di repressione che, grazie a tre ottimi suoi servitori –il Colonnello Salato della Gdf, il colonnello Menga dei CC ed il Questore De Matteis – sta conducendo da qualche tempo in qua in Ciociaria.

Una sfida, insomma, soprattutto se si tiene conto della potenza distruttiva dell’ordigno che è in dotazione alle Forze Armate.

Ma è anche, al contempo, un segnale di debolezza, la prova che i colpi assestati ad essa hanno fatto male.

Conoscendo la statura e le qualità professionali dei tre Comandanti e Funzionari, prevediamo la loro reazione a questo gesto minaccioso ma, al contempo, disperato.

Non è questo aspetto che ci preoccupa, quanto, soprattutto, la reazione della politica e della società civile.

Ci troviamo in provincia di Frosinone di fronte a due dimensioni fragili, molto fragili, non attrezzate, incapaci – almeno finora – di reagire in maniera adeguata e coerente ad un fenomeno – quello del radicamento mafioso – che sta minando le fondamenta stesse del sistema economico ciociaro.

Ci sono molte aree “grige” che lasciano intravedere possibili contiguità, se non collusioni, sulle quali bisognerebbe fare piena luce.

Fino a poco fa c’è stato chi ha negato l’esistenza delle mafie in provincia di Frosinone arrivando addirittura ad insultarci per aver noi sempre sostenuto il contrario.

Come “leggere” la posa di un ordigno di guerra sotto “quel” cavalcavia della TAV Roma-Napoli, in “quel” posto, fra Ceccano e Castro dei Volsci?

A “chi” in particolare è diretto l’avvertimento?

Nella nota precedente abbiamo parlato di “cause” e “finalità”.

Fatto salvo il discorso di carattere generale che abbiamo fatto finora, qual’è stato il motivo scatenante di questo avvertimento?

Perché ora?

Ed in quel posto e non in un altro (nel Cassinate, ad esempio, dove i colpi assestati dalle forze dell’ordine sono stati pesanti)?

E, infine, a “chi” in particolare è rivolto?

Allo Stato rappresentato dalla magistratura e dalle forze dell’ordine?

Ad un singolo?