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Il procuratore di Reggio: “Il territorio resta nelle loro mani. Hanno risorse infinite”

La Stampa, Lunedì 27 Giugno 2016
Il procuratore di Reggio: “Il territorio resta nelle loro mani. Hanno risorse infinite”
Federico Cafiero de Raho: “La ’ndrangheta è forte grazie agli investimenti nell’economia legale”

di GUIDO RUOTOLO

E’ disarmante l’immagine che propone il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, nel sottolineare l’importanza della cattura di Ernesto Fazzalari, il latitante calabrese più longevo (era ricercato da vent’anni): «La cattura è avvenuta in un territorio in cui gli Zagari-Fazzalari controllano ogni zolla di terreno». Una fotografia reale dei rapporti di forza tra Stato e ’ndrangheta, che fa capire che in Calabria lo Stato deve conquistare territori governati dalla ’ndrangheta. Ed è solo una coincidenza che a meno di otto chilometri dal regno di Fazzalari, le campagne di Molochio, a Polistena, l’altro giorno ci sia stata la marcia antimafia di Avviso Pubblico.

 

 

 

CARICA SIMBOLICA

Per il suo valore altamente simbolico è importante la cattura di Ernesto Fazzalari, un killer «il cui spessore criminale – dicono gli investigatori – è cresciuto nel tempo». Una cattura che conferma quanto sia essenziale per la ’ndrangheta il proprio territorio, la Calabria. Gli investigatori dell’Arma dei carabinieri e quelli della Polizia di Stato concordano nel sottolineare questo aspetto: la ’ndrangheta anche con i suoi capi storici in carcere continua ad essere sempre pericolosissima, sempre l’organizzazione criminale più importante in Italia. Gaetano Paci, procuratore aggiunto di Reggio, spiega: «La ’ndrangheta ha accumulato risorse che sembrano illimitate con il narcotraffico, e le ha investite nella economia reale e legale. Nei settori dell’edilizia, negli appalti pubblici, dell’agroalimentare e della ristorazione, nel campo dei villaggi turistici ma anche nel terziario avanzato, in industrie a forte innovazione tecnologica».

 

 

 

UN PARTNER AFFIDABILE

L’immagine di coppole e lupara è la più lontana dalla realtà. La ’ndrangheta non detiene più il monopolio del traffico della cocaina. Oggi ci sono i cartelli napoletani che si affacciano nel mercato degli stupefacenti, affiancando la ’ndrangheta, e comprano direttamente in Colombia o utilizzano il supermarket spagnolo per rifornirsi e distribuire a loro volta la polvere bianca. Una novità, nelle dinamiche criminali, che non indebolisce la mafia calabrese, anzi conferma la sua pericolosità perché ha investito i suoi capitali nella economia legale.«Tutti la cercano – commenta provocatoriamente il procuratore aggiunto di Reggio, Gaetano Paci – perché è il partner più affidabile con una disponibilità senza limiti di liquidità».

 

LE INTIMIDAZIONI

A gennaio la polizia arrestò due latitanti importanti, Crea e Ferraro, ieri i carabinieri Fazzalari. Nonostante le retate e le condanne, la ’ndrangheta continua ad essere fortissima. Può contare sulle relazioni parentali e familiari delle singole ’ndrine e sui rapporti con il territorio. Oggi come negli anni Ottanta e Novanta può contare sulle relazioni con la politica. Ci sono indagini in corso sul voto di scambio anche alle amministrative delle settimane scorse. Inquieta l’attentato dell’altra notte a Reggio Calabria: è stata bruciata l’auto del marito dell’assessore ai lavori pubblici di Reggio, Angela Marcianò. Un avvertimento nei confronti di una amministrazione fortemente caratterizzata nella lotta alla ’ndrangheta. Ieri come oggi non c’è in Calabria una reazione della società civile. Anzi in questi anni sono nate iniziative antimafia finite sotto osservazione degli inquirenti. Perché speculavano sulle iniziative contro la ’ndrangheta. Come in Sicilia con la mafia, simboli e sigle che dovevano essere al di sopra di ogni sospetto sono finite nella polvere. Ma questa è tutta un’altra storia.