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. Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Lombardo: «Ora i calabresi dicano da che parte stanno».CHI BACIA LA MANO AL BOSS E CHI VOTA I MAFIOSI,QUESTO E’ IL POPOLO CALABRESE CHE APPARE.C’E’ SICURAMENTE UNA PARTE SANA DEL POPOLO CHE NON E’ ARRUOLATO NE’ DAI PRIMI NE’ DAI SECONDI,MA ESSA NON APPARE,NON SI VEDE,NON SI MANIFESTA.HA RAGIONE,QUINDI,IL DOTTOR LOMBARDO QUANDO DICE CHE OGNI CALABRESE DEVE,DOPO LO SCANDALOSO BACIAMANO DEL QUALE HANNO PARLATO IN TUTTO IL MONDO CIVILE,DEVE DIRE DA QUALE PARTE STA: CON LA NDRANGHETA O CONTRO.I SILENZI E L’OMERTA’ NON SONO PIU’ AMMESSI ASSOCIAZIONE CAPONNETTO

Lombardo: «Ora i calabresi dicano da che parte stanno»
Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria commenta il baciamano al boss Giorgi dopo l’arresto: «Intollerabile per un paese civile». Il prefetto: «Gesto servile e abietto»

«Ora mi aspetto, da calabrese, che i calabresi perbene dicano da che parte stanno. Dicano se stanno con noi, che rappresentiamo lo Stato, o con la ‘ndrangheta, i suoi vergognosi gesti simbolici ed i suoi ridicoli rituali. Non è più tempo di silenzi omertosi». Lo afferma, in una dichiarazione a Klaus Davi, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo in merito al baciamano fatto a San Luca al boss Giuseppe Giorgi. «Quello che è avvenuto a San Luca – prosegue – è intollerabile, inaccettabile. Impone a tutti una riflessione profonda ed una presa di posizione netta. Non basta più che si condannino tali gesti indegni solo in privato, a bassa voce o con evidente imbarazzo. Ora mi aspetto la ferma condanna da parte della gente di San Luca di un baciamano inammissibile per un paese civile. San Luca è chiamata ora a dire con chiarezza da che parte sta. Mi aspetto che tutti i calabresi dicano, pubblicamente e ad alta voce, se stanno con i magistrati ed i carabinieri, ai quali va il mio grazie per lo straordinario risultato raggiunto, o con la ‘ndrangheta». «È questo il momento – conclude Giuseppe Lombardo – di riacquistare dignità agli occhi del mondo. Chi sta con noi non può stare con loro. E chi sta con loro, mi creda, ha già perso».

IL PREFETTO: GESTO SERVILE E ABIETTO «Nel nome di un aberrante codice comportamentale, proprio dell’efferata organizzazione criminale, il condannato per traffico internazionale di stupefacenti Giuseppe Giorgi è stato salutato e addirittura gli hanno baciato la mano nel percorso che lo conduceva in carcere. Un gesto servile ed abietto che ha palesato il volto di coloro che spudoratamente intendono calpestare le leggi ed i valori della democrazia. Non l’avranno vinta perché i reggini si rivedono e si compenetrano con gli abbracci e l’esultanza degli uomini e le donne in divisa per una vittoria a lungo meditata e nottetempo conseguita». Lo dichiara il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, commentando l’arresto del superlatitante della ‘ndrangheta, avvenuto nei giorni scorsi ad opera dei carabinieri, ed il baciamano tributatogli da due persone mentre, in manette, il boss usciva dalla sua abitazione. «La cattura del latitante Giuseppe Giorgi – commenta ancora il prefetto – ha provocato unanime, diffuso e corale apprezzamento per l’intelligente e professionale lavoro che la Procura della Repubblica di Reggio Calabria e l’Arma dei carabinieri hanno svolto attraverso mirate attività d’indagine. Al culmine di una serrata ricerca non priva di enormi difficoltà, che si è protratta – spiega – per l’intera notte nell’abitazione di Giorgi a San Luca, lo Stato ha ancora una volta mostrato la sua determinata capacità di assicurare alla giustizia un malavitoso condannato a decine di anni di reclusione, mettendo così fine ad una pericolosa latitanza . E bene hanno fatto gli uomini e le donne in divisa – osserva ancora di Bari – a festeggiare ed ad abbracciarsi per questa ulteriore sfida vinta. In loro tanti reggini si sono immedesimati per esprimere la convinta solidarietà nei confronti di rappresentanti dello Stato che inorgogliscono un territorio ed una comunità che merita nella quotidianità il meritato, rapido riscatto dalle innumerevoli angherie, illegalità degli uomini della ‘ndrangheta».

Domenica, 04 Giugno 2017

fonte:http://www.corrieredellacalabria.it