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Il porto nel mirino della ‘ndrangheta.

 

 

Il porto nel mirino della ‘ndrangheta

 

 

La relazione annuale approvata all’unanimità dalla Commissione Antimafia: «Perdura il controllo su Gioia Tauro». Genova e Civitavecchia crocevia per la droga

 

 

 

CIVITAVECCHIA – La ’ndrangheta cresce e si espande «alla maniera di al Qaeda, con un’analoga struttura tentacolare priva di una direzione strategica ma caratterizzata da una sorta di intelligenza organica, di una vitalità che è quella delle neoplasie, e munita di una ragione sociale di enorme, temibile affidabilità». È quanto si legge nella prima relazione annuale sulla ’ndrangheta approvata all’unanimità dalla Commissione parlamentare Antimafia. La relazione fa particolare riferimento al tentativo dell’organizzazione criminale di prendere il controllo dei sistemi economici portuali, dei consistenti appalti legati alle infrastrutture marittime e degli scali, da utilizzare come punti di smistamento per ingenti partite di droga. I porti ai quali fa riferimento la relazione sono in primis quello di Gioia Tauro, e poi, soprattutto per il traffico di droga, quelli di Genova e Civitavecchia. «La forza della ’ndrangheta – si legge nel documento di cui è stato relatore il presidente dell’Antimafia, Francesco Forgione (foto) – è l’altra faccia della debolezza della politica».
La Ndrangheta punta sui portiGIOIA TAURO PORTO FRANCO PER I CLAN – «Perdura» il controllo diretto o indiretto da parte della ’ndrangheta sul porto di Gioia Tauro e buona parte delle attività economiche riconducibili all’area interessata e la capacità delle cosche di utilizzare le strutture portuali per traffici illeciti e anche leciti, di varia natura. Per la Commissione antimafia, permangono inoltre «scelte e comportamenti di poca trasparenza degli enti titolari di competenze sull’area portuale e sull’adiacente area di sviluppo industriale». Una situazione, sottolinea l’Antimafia – che in assenza di rimedi, è inevitabilmente destinata ad aggravarsi in relazione agli ingenti investimenti che nei prossimi anni interesseranno l’intera area di Gioia Tauro e lo sviluppo dello scalo portuale che rappresenta, insieme all’autostrada Salerno-Reggio Calabria tra le opera che hanno drenato i maggiori investimenti al Sud negli ultimi quarant’anni.
LIGURIA – Il porto di Genova ha da sempre calamitato l’attenzione delle ‘ndrine per il traffico di cocaina e anche per la ‘proiezioné che offre la vicina Costa Azzurra. Gruppi attivi sono a Ventimiglia, Lavagna, Sanremo, Rapallo, Imperia, Savona, Sarzana e Taggia. Vi è grande interesse per le attività turistiche della zona.

ROMA E LAZIO – La presenza è “particolarmente radicata”. Attiva la presenza nel riciclaggio, negli immobili, alberghi e ristorazione oltre alla cocaina e all’usura. Particolarmente attiva la presenza nei settori della vendita di autoveicoli, preziosi e ristorazione. Forte la presenza a Formia, Fondi, Terracina e Gaeta e soprattutto nel comune di Nettuno, sciolto anche per la presenza inquinante di uomini della cosca Gallace-Novella. Nel Lazio operano le famiglie Alvaro-Palamara, Pelle-Vottari-Romeo, Giorgi-Romano e Nirta-Strangio. Questi hanno costituito società fittizie per la gestione di bar, paninoteche, pasticcerie e ristoranti. Una segnalazione particolare per il porto di Civitavecchia a cui riconducono diverse inchieste e che le cosche utilizzano per il “transito di importanti partite di droga”.

(da civonline.it)