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Il Porto di Gaeta,il porto dei misteri

GLI STRANI SILENZI SUL PORTO DI GAETA.
NESSUNO HA INTERROGATO FINORA GLI AUTOTRASPORTATORI DI ITRI E DEL SUD PONTINO CHE AVREBBERO TRASPORTATO,SECONDO CARMINE SCHIAVONE,RIFIUTI TOSSJCI
Ne stiamo parlando da anni e chi scrive molti anni fa,occupandosi ,in altra veste e ruolo, della storia di un vecchio stabilimento ,individuò alcuni probabili collegamenti fra talune vicende di questo e quelle del Porto di Gaeta.
Sospetti di talune presenze sospette e contemporanee in entrambi gli ambiti.
Stiamo parlando,appunto,del Porto di Gaeta e delle ombre e dei silenzi che gravano sulle attività di questo,vicende vecchie ma che potrebbero anche non esserlo ove dovesse risultare che alcuni soggetti indicati da Carmine Schiavone – gli autotrasportatori che sarebbero gli autori di trasporti di rifiuti tossici- operino ancora nel porto medesimo.
Vogliamo ora parlare solo di questo aspetto perché siamo rispettosi del prezioso lavoro che stanno facendo dei cari amici ,lavoro che noi non vogliamo minimamente intralciare.
Parliamo,quindi,solamente degli autotrasportatori e non di altre cose che riguardano i traffici nello scalo portuale di Gaeta.
Di altro riparleremo al momento opportuno,allorquando,cioè,sarà terminato il lavoro che stanno facendo altri amici.
Perché da tempo abbiamo acceso i nostri riflettori sul Porto gaetano più di quanto stiamo facendo per quanto riguarda altre attività economiche,edili e commerciali ad esempio, che pur non stiamo trascurando nella “provincia di Casale”?
Perché il Porto di Gaeta,unico porto commerciale del Basso Lazio, rappresenta un importante volano di sviluppo in un territorio vastissimo che si estende dal Tirreno all’Adriatico,da Roma e l’Alto Lazio fino all’Abruzzo ed anche oltre,non escludendo l’alta Campania.
Uno snodo,uno dei più importanti del Paese ,che rappresenta il punto di collegamento di mezza Italia centrale.
Un territorio dalle proporzioni vastissime sul quale potrebbero gravare i disegni perversi di una criminalità organizzata intrecciata con settori deviati delle stesse istituzioni ,alleati entrambi nella realizzazione di un modello distorto ed infernale di sviluppo tutto finalizzato al soddisfacimento di interessi criminali di pochi ed a spese dell’intera collettività.
Noi stiamo chiedendo da tempo di interrogare quegli autotrasportatori cui lo Schiavone fa riferimento nelle sue dichiarazioni desecretate per accertare,ove tali dichiarazioni risultassero fondate ,CHI avrebbe commissionato ad essi quei trasporti mortali e DOVE essi avrebbero trasportato i fusti tossici.
Ma,oltre a questo,stiamo chiedendo,sempre inutilmente finora,se é vero che alcuni di quegli stessi trasportatori avrebbero operato ed opererebbero ancora anche nel Porto di Gaeta quali componenti di un consorzio e/o di altri soggetti associativi.
Niente di più e niente di meno,in quanto basterebbe questo per rompere il vaso di Pandora e fugare tutte quelle ombre e quei sospetti che gravano su un porto che molti definiscono “il porto dei misteri”.
Ci rendiamo conto del fatto che stiamo parlando di un’area zuccherosa ed estremamente pericolosa in quanto il solo parlare di queste cose ed il chiedere di accertare come siano andate e stiano andando certe cose potrebbe far saltare taluni equilibri non solo economici,ma lo dobbiamo non solo al nostro senso civico e delle Istituzioni democratiche ,ma, soprattutto ,al bene che vogliamo ad una terra una volta prospera e felice ed ora massacrata ed impoverita da un sistema criminale che la sta sempre più uccidendo.