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Il pentito Salvatore Manco:“La pace tra i clan in guerra siglata con la festa dei Gigli”

La pace tra i clan in guerra siglata con la festa dei Gigli”

Il racket su illuminazione e gadget imposto alle ditte di Barra per finanziare le paranze collegate alle cosche

Qual è il rapporto tra camorra e tradizioni popolari? Al di là di vari saggi di esperti e criminologi, una delle migliori spiegazioni possiamo trovarla nell’interrogatorio del 2 febbraio 2009 del pentito Salvatore Manco. L’uomo, ex affiliato ai clan di Barra, illustra soprattutto la situazione riguardo a uno degli eventi più importanti del folklore partenopeo: la festa dei Gigli a Barra.

Per sottolineare che il ’96 era un anno di pace tra i vari clan, in occasione della festa dei Gigli”, noi Aprea-Cuccaro-Alberto facemmo i gigli con la ‘paranza’ Insuperabile ed il clan Sarno fece la ‘paranza’ Mondiale per cui si festeggiò tutti insieme. Tutti i responsabili dei gigli, ad eccezione di quello dei Sarno, quell’anno dettero una quota di 2 milioni di lire a testa agli Aprea-Cuccaro-Alberto, così invertendo la tendenza precedente che aveva visto sempre i clan finanziare i gigli e non viceversa”.

Il pentito spiega, inoltre, che “da sempre, tutti i commercianti pagavano l’estorsione in occasione dei gigli perché i rappresentanti del clan Aprea si presentavano per chiedere un regalo per i gigli dando in cambio solo una camicia identificativa del comitato della ‘paranza’ mentre i commercianti erano costretti a pagare somme elevate (ad esempio, 500.000 lire, un milione o due milioni a seconda dell’importanza dell’esercizio)”.

Nel successivo interrogatorio del 6 aprile 2009, Manco rivela anche che le cosche imponevano il racket sull’illuminazione e finanche sui gadget. Leggiamo che cosa dice l’ex camorrista. “Il comitato si occupava anche di smerciare i gadget del Giglio. A tal fine, si imponeva una ennesima estorsione a tutte le ditte più grandi operanti in Barra in quanto, con la scusa della consegna di qualche gadget, si imponeva il pagamento di una consistente somma di denaro”. La conclusione è che “tutti sapevano che il giglio Insuperabile era il giglio del clan Aprea e si regolavano di conseguenza ovvero in maniera economica ben diversa da quanto facevano per gli altri comitati di Gigli non collegati a clan camorristici”.

2 Aprile 2020

Fonte:https://www.stylo24.it/