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Il patron di Ecocar, secondo la Dda di Catania, ha usato come prestanome suo cugino. Verifiche anche sull’appalto di CASERTA

Il patron di Ecocar, secondo la Dda di Catania, ha usato come prestanome suo cugino. Verifiche anche sull’appalto di CASERTA

17/03/18

CASERTA – Aveva incassato un’interdittiva antimafia e per questo aveva deciso di creare una nuova società usando il cugino come prestanome. Per questo motivo è stato arrestato Antonio Deodati, patron della Ecocar (che si occupa della raccolta dei rifiuti a Caserta e a Marcianise), nell’inchiesta che lo vede coinvolto effettuata dalla Dda di Catania (CLICCA QUI PER LEGGERE). Deodati, lo ricordiamo, da tempo aveva lasciato ogni carica in Ecocar cioè nell’azienda che il comune di Caserta “giustamente” ha gratificato di una proroga di 4 mesi e di 4 milioni di euro, proprio qualche settimana fa.

Nell’ordinanza si legge che i pubblici ufficiali “non solo erano senz’altro a conoscenza degli indagati, ma avevano operato consapevolmente con l’intento di indirizzare la procedura di gara verso l’aggiudicazione al Rti Senesi Spa-Eco.Car srl, quest’ultima in sostanziale continuità con la Ipi srl (che aveva gestito il medesimo servizio, unitamente alla Oikos Spa nel periodo dal febbraio 2011 al maggio 2017), essendo entrambe sostanzialmente riferibili alla persona dell’indagato Antonio Deodati (cugino di Francesco Deodati, formalmente amministratore unico della società, ma di fatto prestanome di Antonio Deodati, che ha interloquito e ha assunto tutte le decisioni per conto e nell’interesse della società nelle fasi antecedenti, concomitanti e successive allo svolgimento dell’appalto)”.

Sotto la lente della procura è finito un appalto per la raccolta dei rifiuti da 350 milioni di euro a Catania che sarebbe stato aggiudicato “con mezzi fraudolenti, turbando la regolarità della gara.

 

fonte:https://www.casertace.net/