A CHI CONVIENE PRIVATIZZARE
LA PUBBLICA ILLUMINAZIONE?
Il Presidente della Commissione consiliare Ambiente Claudio Spagnardi ha definito “infondato e confusionario” il nostro comunicato stampa relativo alla esternalizzazione del servizio di illuminazione pubblica che l’Amministrazione De Meo vuole portare avanti in tempi brevi.
Facciamo rilevare al Presidente Spagnardi che nella Regione Lazio è in vigore fin dall’aprile dell’anno 2000 una legge regionale, esattamente la L.R. nr. 23 del 13 aprile 2000, e il relativo regolamento attuativo della stessa nr. 8 del 18 aprile 2005, che disciplina la riduzione e la prevenzione dell’inquinamento luminoso, oltre che la riduzione dei consumi energetici, con la finalità di tutelare e migliorare l’ambiente.
Nella delibera di indirizzo approvata dalla maggioranza di centrodestra non si fa alcun riferimento a questa specifica normativa regionale che dovrebbe essere stata attuata fin dal lontano 2005.
Tale normativa prevede che tutti i Comuni del Lazio devono integrare il proprio regolamento edilizio al fine di ridurre e prevenire l’inquinamento luminoso di qualsiasi impianto di illuminazione esterna sia pubblico che privato. La normativa regionale prevede anche contributi economici per l’adeguamento degli impianti pubblici di illuminazione già esistenti. Sappiamo che diversi Comuni della nostra Provincia hanno ottenuto questi finanziamenti dalla Regione Lazio ed il Comune di Fondi non ha nemmeno predisposto la richiesta di contributo.
Oggi “l’anima verde” della Giunta De Meo ha un vero e proprio soprassalto e vuole mettere in atto l’ennesima privatizzazione.
Ma la cosa che maggiormente deve essere messa in rilievo è che l’operazione di esternalizzazione della gestione della pubblica illuminazione comporterà dei costi altissimi per i cittadini di Fondi che si potrebbero evitare semplicemente approvando un Piano comunale per il contenimento dell’inquinamento luminoso ed il risparmio energetico. Questo piano si applicherebbe non solo alla riqualificazione degli impianti di illuminazione pubblica ma anche a quelli privati, portando, nel giro di tre/cinque anni agli stessi risultati che dovrebbero essere raggiunti con l’appalto esterno.
Esempi di Comuni che hanno approvato questi regolamenti nella Regione Lazio ve ne sono diversi, ad esempio Frosinone e Civitavecchia.
Se oggi il Comune di Fondi si trova con un impianto di pubblica illuminazione largamente obsoleto, inquinante e, in molti casi pericoloso per la pubblica incolumità, è responsabilità piena delle amministrazioni comunali degli ultimi quindici anni.
Non è possibile che si continuino a realizzare tratti di illuminazione pubblica, anche in tempi recentissimi, senza tenere conto dei parametri fissati dalla Legge regionale nr. 23 del 2000. Ci chiediamo, ad esempio, se gli interventi di riqualificazione che si stanno realizzando con i fondi Plus nel quartiere Spinete e nel quartiere della 167, rispettano o meno tali parametri. Se questi parametri non sono rispettati dovrà pensarci successivamente il privato che si aggiudicherà l’appalto e pagheranno i cittadini di Fondi?
Non è possibile che si continuino a rilasciare concessioni edilizie senza un parere di congruità per quanto riguarda l’illuminazione esterna agli stessi parametri di cui sopra.
Oggi si afferma che per mettere mano a questo disastro occorrerebbero circa 3.765.000,00 euro di investimento e che, per rispettare il “patto di stabilità” il Comune non può accendere nuovi mutui presso la Cassa Depositi e Prestiti. Questo è vero, ma non è vero che il Comune non possa programmare in un tempo di breve/medio periodo interventi per adeguare tutto il proprio impianto alla normativa regionale in vigore. L’affidamento a terzi conviene soprattutto ai privati che, nel giro di qualche anno, si troverebbero non solo a recuperare l’investimento iniziale ma a guadagnare milioni di euro dalla gestione degli impianti. Questa la semplice e lapalissiana verità che sta dietro a questa idea di privatizzare il servizio di pubblica illuminazione.
Fondi, lì 13 marzo 2014
Bruno Fiore, Consigliere comunale del Partito Democratico
RAGIONANDO CON I NUMERI . . .
Per comprendere in parte il quadro economico di questa operazione bastano gli scarni dati che il Dirigente dei Lavori pubblici del Comune di Fondi Arch. Martino Di Marco ha comunicato nell’ultima Commissione consiliare: i punti luce pubblici presenti su tutto il territorio comunale sono 4.160, vi sono 8 impianti semaforici e 118 lanterne, 80 sono i pali da sostituire integralmente. Il Comune di Fondi nell’anno 2013 ha sostenuto spese per 604.000,00 euro per energia elettrica e 190.000,00 euro per la manutenzione degli impianti. Secondo calcoli dello stesso Dirigente per mettere a norma e trasformare tutti gli impianti in funzione abbattimento inquinamento luminoso/risparmio energetico l’investimento da effettuare sarebbe di 3.765.000,00 euro.
Il progetto di esternalizzazione prevede l’affidamento a terzi, con un appalto della durata di 15 anni, del riammodernamento e gestione della pubblica illuminazione. La società che si aggiudicherà l’appalto dovrà farsi carico del costo di euro 3.765.000,00 iniziale, oltre al pagamento della fornitura elettrica e della manutenzione degli impianti, di quelli già esistenti e di altri che verranno realizzati.
Il Comune di Fondi corrisponderà, per la durata dell’intero appalto, la cifra annua di euro 794.000,00 al gestore, per un totale di 11.910.000,00 euro circa.
Facendo un ipotetico calcolo economico (che non vuole avere assolutamente i crismi della certezza), il gestore dovrà investire i 3.765.000,00 euro iniziali per cui, ipotizziamo, accenderà un mutuo ad un tasso fisso del 5% annuo. Alla fine dei quindici anni il gestore dovrà rimborsare circa 5.360.000,00 euro all’istituto mutuatario tra capitale ed interessi. Si tenga conto che una volta terminato il riammodernamento dell’intero impianto i costi di energia elettrica e di manutenzione si abbatteranno di circa il 60%. Quindi, il gestore dovrà sostenere costi nei quindici anni per circa 4.764.000,00 euro per consumo energetico e manutenzione. Totali costi a carico del gestore: mutuo euro 5.360.000,00 oltre a consumi e manutenzione euro 4.760.000,00, per complessivi euro 10.120.000,00. Con questi dati il margine per il gestore si aggirerebbe intorno ad 1.790.000,00 euro.