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Il Partito del cemento e delle mafie sta divorando il Lazio

IL PARTITO DEL CEMENTO ED IL RUOLO DELLE MAFIE NELL’AZIONE RAPINATORIA DEL TERRITORIO NEL LAZIO

E’ un vero assalto al territorio, a quel poco ancora rimasto libero dopo la devastazione selvaggia degli anni precedenti.

Dovunque si vada, in qualunque comune del Lazio, di destra come di sinistra, soprattutto in quelli rivieraschi, oltreché nella Capitale, non si fa altro che parlare di urbanistica e di piani regolatori.

Come se l’edilizia, la sua espansione, fosse il toccasana ai mali del paese, alla sua economia malata, al malcostune, alla disoccupazione soprattutto giovanile, all’indebitamento delle famiglie, alla perdita di ogni speranza per il futuro.

Si pensa solo a costruire, a costruire seconde e terze case, non abitazioni popolari (che sono quelle che, invece, servirebbero), per soddisfare gli appetiti del partito dei palazzinari, dei mafiosi e del calcestruzzo.

Non si risparmia più niente di quel poco territorio rimasto ancora libero: dai centri storici, ai Parchi, alle periferie, alle spiagge.

Si scava nelle grotte per trasformarle in abitazioni, come in qualche isola, aggravando un equilibrio idrogeologico già pericolosamente compromesso.

Si costruisce, come sulla provinciale Itri-Sperlonga, perfino sui siti storici e di grande valore naturalistico.

Gli autori di tale scempio, come il personale ed il materiale impiegati, provengono per lo più dal casertano e dal napoletano. Qualche volta dalla ciociaria.

Gente spesso “pulita”, ma talvolta anche dai nomi inquietanti.

Senza parlare, poi, della “provenienza “dei capitali impiegati, spesso molto dubbia.

E senza parlare, inoltre, delle connivenze, delle complicità con pezzi della politica e delle istituzioni locali e di professionisti compiacenti e senza scrupoli che di fronte al dio denaro vendono la loro anima e la loro etica professionale.

Partito della monnezza e partito del calcestruzzo. Questi sono i due nuovi partiti del secolo con i quali ci troviamo a fare i conti quotidianamente. Partiti nei quali i colori non contano ed ai quali si associano tutti – o quasi -, che non si preoccupano di disastri ecologici e dell’ambiente, della salute dei cittadini, e che pensano solo ai “piccioli”, ora e subito. Le nuove frontiere delle mafie nostrane, in particolare della camorra, in molti comuni del litorale laziale e non solo.

Ecco perché da tempo stiamo insistendo sulla necessità di smetterla di parlare di storia delle mafie, di sociologia e quant’altro.

Qui stanno divorando i nostri territori, stanno corrompendo il tessuto civile, morale e politico. Stanno inquinando, avvelenandol i, quelli culturale ed istituzionale, rendendo, peraltro, invivibile l’ambiente. in cui ognuno di noi vive.

E’ necessario che tutti i nostri soci facciano un passo in avanti, un salto di qualità, passando dalla fase della genericità e della lamentazione a quella della denuncia, chiara, specifica, nomi e cognomi, comune per comune. L’Associazione sta per questo e noi, proprio per fare questo, abbiamo difeso e difendiamo con i denti la nostra autonomia dai partiti e dalle istituzioni, non prendendo un euro né dagli uni né dagli altri.

WWF e Legambiente fanno già dal canto loro un’opera lodevole.

Il nostro ruolo è più specifico: trovare e denunciare le connessioni, caso per caso, fra speculatori e mafie.