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Il monito della Commissione antimafia agli agrigentini: “Incapacità di reazione della società civile”

Le parole della Commissione regionale antimafia, a margine delle audizioni, suonano come un durissimo monito agli agrigentini

Da Giuseppe Castaldo

Che la provincia di Agrigento fosse un territorio difficile lo si sapeva certamente anche prima dell’arrivo della Commissione regionale antimafia. Un lembo di terra di quasi mezzo milione di persone contraddistinto da sprazzi di luce ma soprattutto da tantissime ombre e forti contraddizioni. La presenza della Commissione antimafia presieduta dal deputato Antonello Cracolici, riunitasi oggi a Favara per l’audizione di istituzioni e vertici delle forze dell’ordine, è un segnale importante della presenza dello Stato.

Un piccolo ma significativo gesto che punta un faro luminosissimo su una realtà complicata che troppo spesso rinuncia a combattere per un futuro migliore. Che in provincia di Agrigento ci siano non una ma due organizzazioni criminali – cosa nostra e stidda – ben radicate sul territorio e con diramazioni internazionali è cosa nota. Così come altrettanto risaputo è lo scarsissimo numero di denunce di usura ed estorsioni (non esistono in provincia di Agrigento associazioni antiracket iscritte all’albo della Prefettura), inversamente proporzionale all’altissimo traffico e consumo di sostanze stupefacenti. Il barlume di speranza è rappresentato da una fetta di società (civile e non) che quotidianamente opera nella legalità e nella speranza che qualcosa possa muoversi.

Ma le parole della Commissione regionale antimafia, a margine delle audizioni, suonano come un durissimo monito agli agrigentini: “Una bassa attività della società civile che costituisce il punto più preoccupante – dichiara il presidente Antonello Cracolici – della capacità di reazione di questo territorio per quanto riguarda la cultura antimafia.” Sono ormai anni che il Prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa lancia segnali in tal senso: “Il tessuto sociale agrigentino è fortemente condizionato dalla presenza della mafia – ha dichiarato – ma il tema non è soltanto questo. La provincia è complessa e ci induce a fare riflessioni su fenomeni che qui presentano caratteristiche ancora più evidenti: droga, armi, immigrazione clandestina.” Il Prefetto ha invocato, battendosi ancora una volta in prima persona per il bene di questo territorio, la creazione di un “grande patto sociale tra associazioni, istituzioni e cittadini in nome di quella sicurezza partecipata che possa portare ad un sussulto di orgoglio della popolazione”. 

Fonte:https://www.grandangoloagrigento.it/favara/il-monito-della-commissione-antimafia-agli-agrigentini-incapacita-di-reazione-della-societa-civile