Testimone, perdo il lavoro ingiustamente
Ha incarico in una scuola, “ma vengo mandato via per paura”
Redazione ANSA ROMA
(ANSA) – ROMA, 8 GIU – Il testimone di giustizia Gennaro Ciliberto ha scritto una lettera al neo ministro dell’Interno, Matteo Salvini, perchè sostiene che, a causa della sua posizione di testimone, rischia di perdere il posto di lavoro. Ciliberto, 45 anni, di origini napoletane, sposato e padre di due bambini, nel 2010 ha denunciato corruzione e camorra infiltrate nelle grandi opere e da allora “vivo l’inferno di una vita non vissuta”, accusa spesso.
Nella missiva al titolare del Viminale, spiega di essere attualmente “un precario del personale amministrativo tecnico e ausiliario che lavora nella scuola (ATA)” e che “per ovvie ragioni di sicurezza” la sua posizione é stata gestita sempre in maniera diversa dal resto del personale della scuola.
“Nonostante la legge 45/2001 preveda l’ aspettativa retribuita per chi è inserito allo speciale programma di protezione in località segreta – scrive Ciliberto – a me non è stata applicata questa normativa. Nello specifico, in regime di speciale programma di protezione e in attesa di ricevere decreto di trasferimento in altra località lavorativa diversa da quella di cui ero titolare e quindi pubblicamente visibile, per attuare questo trasferimento ho dovuto attendere molti mesi giustificando le mie assenze dal lavoro con certificati medici emessi da medico della polizia e che non sono transitati tramite Inps con protocollo elettronico ma inviati al referente del Ministero dell’Istruzione regionale che aveva rapporti con il Servizio centrale di protezione”.
Ciliberto tra l’altro è stato riconosciuto invalido civile al 75% per una patologia cronica invalidante, è iscritto nelle categorie protette e ha le mansioni ridotte.
“Tutti i certificati prodotti – afferma il testimone di giustizia – venivano di concerto con il Servizio centrale di protezione inviati ad un referente dell’ ufficio regionale che a sua volta li inviava alla scuola che mi aveva in carico: giustamente ho ricevuto detrazioni sullo stipendio ma mai a parametro zero”. Questa situazione è andata avanti per tre anni, “ma oggi – scrive – mi sono visto comunicare che il responsabile del ufficio regionale sta facendo la rescissione del mio contratto per troppi giorni di assenza di malattia. “Perchè non ho gli stessi diritti di tutti i lavoratori portatori di handicap? Come è possibile che nonostante le mie domande di assegni familiari in tre anni non ho ricevuto un euro? Perché vengo trattato in maniera discriminatoria?”, si chiede Ciliberto. “Perché sono un testimone di giustizia e perché, come più volte mi è stato detto, il direttore dei servizi generali non mi vuole in quella scuola perché è pericoloso avermi per tutti gli alunni e docenti”, risponde lui stesso.
“Il diritto al lavoro non può essere calpestato per la paura di avere un testimone come personale Ata. Chiedo al Ministro di intervenire per chiarire la mia posizione e di prendere in visione le certificazioni di malattia prodotte. Se mi verrà tolto il lavoro per me sarà l’ennesima sconfitta e la dimostrazione che chi denuncia perde tutto: noi testimoni siamo morti viventi”, conclude.