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Il maxiprocesso di Palermo e l’ “Altro” ed Alto” dell’Associazione Caponnetto

LA  “MEMORIA” CHE SI FA PRESENTE E CHE NON E’,QUINDI,INTERPRETATA IN MANIERA ASETTICA ED AUTOCELEBRATIVA.

 

L’altro giorno abbiamo voluto celebrare,con una nota del Prof.Alfredo Galasso,nostro Presidente onorario  e capo del nostro Ufficio legale,l’anniversario del 31° maxiprocesso di Palermo,il processo più importante nella storia del nostro Paese contro la mafia.

Galasso in quel processo  é stato il coordinatore delle parti civili,mentre Ayala era il PM e Grasso un giudice.

Tre protagonisti,insieme ai quali,il 14 e 15 ottobre scorsi,nella prestigiosa Aula Magna della Suprema Corte di Cassazione a Roma,con la partecipazione dell’Associazione Nazionale Magistrati ed il Collegio nazionale forense,l’Associazione Caponnetto ha voluto aprire la celebrazione di quell’avvenimento storico,celebrazione che chiudiamo con la pubblicazione ,oggi,della nota di Alfredo.

Ci abbiamo tenuto a riandare  a quell’evento per  ricordare a noi stessi e ricordare a tutti gli altri quali sono le nostre radici e quali sono gli obiettivi che ci proponiamo.

L’Associazione Caponnetto é nata idealmente,attraverso le figure di Alfredo Galasso e,poi,di Nino Caponnetto  – del quale ci onoriamo  di portare il nome anche qua per esaltarne la “memoria ” – in quell’epoca e in quel filone di valori  che ci riportano ad essa.

Una “memoria” che  si fa continuità e corpo e carne,cioé lotta.

Ecco perché l’Associazione Caponnetto rivendica la sua “diversità” rispetto a tanti altri sodalizi  disseminati nel Paese.

Perché essa é ,appunto,carne e corpo del maxiprocesso di Palermo e di tutte le azioni successive che portano i nomi di Alfredo Galasso e di Nino Caponnetto ,i quali sono in Italia e nel mondo,l’uno in ruolo e l’altro in uno diverso,due giganti della lotta alle mafie.

Per noi,i punti di riferimento e le coordinate per proseguirne l’azione.

“Altro ” ed “Alto”,il nostro motto.

“Altro” ed “Alto” che mal si coniugano con la superficialità,la vuotaggine,l’ignoranza   di quanti pensano di aderire all’Associazione Caponnetto per perseguire ,eventualmente, fini oscuri  di natura egoistica , personalistica o politica.

L’adesione all’Associazione Caponnetto  richiede una conoscenza delle sue radici ideali e   della storia di questo Paese e   va fatta in maniera consapevole e convinta in quanto anche chi vi aderisce é “Altro” ed “Alto”.

Lo ripetiamo “Altro ” ed “Alto”.

Ed in maniera “altra” ed “alta” si pretende che  si comportino tutti i propri aderenti,nessuno escluso,dal Presidente,al Segretario fino al più recente iscritto.

Pubblichiamo ora la nota del Prof.Galasso e con questo atto chiudiamo la celebrazione del 31° anniversario del maxiprocesso di Palermo invitando tutti gli iscritti,oltre che a coltivare la “memoria”,a far sì che questa diventi carne ed ossa  di un’azione quotidiana sui territori.

Un caro saluto a tutti.

 

 

Oggi è il 31° anno dall’apertura del maxiprocesso nell’Aula Bunker di Palermo costruita in tempo record per consentire la presenza di 475 imputati di reati di mafia, dalla strage all’associazione di tipo mafioso. Le imputazioni erano descritte nella ordinanza sentenza firmata dai giudici istruttori Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, Leonardo Guarnotta e sottoscritta pagina per pagina dal Capo dell’Ufficio Antonino Caponnetto.

Il processo, conclusosi in Cassazione il 31 gennaio 1992 con la conferma della condanna per centinaia di mafiosi e centinaia di anni, ha segnato una svolta decisiva nella lotta antimafia, non solo sul piano giudiziario ma anche e soprattutto nella società civile e nella coscienza collettiva delle successive generazioni. Da allora l’azione di contrasto alla criminalità organizzata è proseguita tra alti e bassi, tra impulsi e ritardi, tuttavia nessuno ha potuto dire di non saperne nulla, come nei decenni precedenti.

La memoria di quella esperienza, che ho vissuto personalmente quale coordinatore delle parti civili per la prima volta presenti in un processo di mafia, non va dispersa nel senso che occorre verificare le novità intervenute negli anni fino ai giorni nostri; novità sociali, economiche, politiche oltre che legislative e giudiziarie. Su iniziativa dell’Associazione “A.Caponnetto” in collaborazione con l’ANM e il CNF, nell’ottobre scorso si è svolto un Convegno presso l’Aula Magna della Cassazione, che di una tale verifica si è fatto carico con risultati positivi e incoraggianti. Infatti, ciò che è necessario, anche per onorare gli artefici dell’azione giudiziaria del tempo, è non abbassare la guardia e per così dire monitorare il fenomeno mafioso, che rimane presente e devastante per la società, l’economia e la pubblica amministrazione, cioè per il bene pubblico, pur agendo in modi e ambienti differenti e più ampi rispetto al passato. Il processo Mafia Capitale in corso presso il Tribunale di Roma è uno spaccato inquietante della ramificazione e della penetrazione nel sistema economico e nella istituzioni dei vecchi e nuovi capimafia, e in questo processo la nostra Associazione è costituita parte civile, rappresentata dall’avv. Licia D’Amico, a tutela di un interesse collettivo che è la ragione fondante e permanente dell’Associazione stessa.

Palermo 10 febbraio 2017.

Alfredo Galasso “