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Il massacro delle coste del Lazio

Il disprezzo più assoluto di ogni regola e di ogni legge;

il disprezzo della natura e delle bellezze del nostro territorio;

una logica criminale e rapinatoria.

La logica del “che ce ne fotte, nui bvimmo acqua minerale” di colui che, rimproverato per aver avvelenato, con l’interramento di rifiuti tossici raccolti in tutta Italia, perfino il proprio giardino, quello di casa, così risponde.

Il Lazio era una delle più belle e più civili regioni del nostro Paese.

Era.

Fino a quando sono giunti eserciti di speculatori, di camorristi, di gente senza scrupoli e valori, che stanno massacrando i nostri territori, ci stanno depredando delle nostre ricchezze, ci stanno avvelenando il nostro suolo.

Con la complicità di persone spregevoli che fanno finta di non vedere, di non sapere o, peggio, che si rendono soggettivamente complici, all’odore dei soldi.

Non importa se puliti o sporchi, come spesso è.

Non passa giorno che non leggiamo di sequestri, confische e quant’altro da parte delle forze dell’ordine e della magistratura.

Tardi, ormai, perché si sarebbe dovuto colpire alla fonte il fenomeno.

Anni fa, quando ha avuto inizio l’occupazione del territorio da parte di tutti questi soggetti.

Quando sindaci ed amministratori o funzionari “ distratti” hanno cominciato a rilasciare licenze e concessioni, senza andare per il sottile.

Senza guardare precedenti penali o richiedere certificati antimafia.

O – peggio – facendo finta di non vedere quando taluni di questi signori hanno cominciato a costruire o a comprare infischiandosene perfino di osservare le procedure previste.

Le complicità.

La corruzione.

Il pecunia non olet.

La malattia di un Paese malato, fuorilegge ormai, in gran parte.

E la gente, tanta gente, non vede, non pensa, non giudica.

Quanto ha ragione Antonio Ingroia quando denuncia che mentre la mafia si sta “ civilizzando”, la società civile si sta mafiosizzando!