IL VERO “PROBLEMA MAFIE”, OLTRE CHE CULTURALE, E’ SOPRATUTTO POLITICO. OGNI CITTADINO FACCIA UN SUO ESAME DI COSCIENZA PERCHE’, DOPO LE TANTE DENUNCE DI MAGISTRATI DEL LIVELLO DI SANTACROCE, VECCHIONE, DE FICCKY, ROBERTI, ARDITURO, NESSUNO PUO’ PIU’ DIRE “IO NON SAPEVO”. UN POPOLO CHE NON HA NEMMENO LA FORZA DI INDIGNARSI E’ UN POPOLO IN AGONIA.
Culturale sì, ma soprattutto politico: questo è il vero “problema mafie” sul nostro territorio.
Culturale, perché secoli di vassallaggio imposti da eserciti stranieri prima e dalle caste poi agli abitanti di un Paese come il nostro, unito politicamente ma disunito culturalmente ed economicamente, li hanno privati della capacità perfino di indignarsi di fronte ad una situazione drammatica e senza prospettive positive qual’è quella in cui ci troviamo.
E un popolo che abbia perso perfino la capacità di indignarsi è un popolo in agonia.
Quello che ci angoscia è il fatto che noi stiamo consegnando ai giovani, ai nostri figli e nipoti, un Paese a pezzi, senza un avvenire civile.
Ognuno faccia un suo esame di coscienza.
Nessuno può dire più “io non sapevo”. Ora le denunce pubbliche fatte da Santacroce e Vecchione, Presidente il primo e Procuratore Generale il secondo della Corte di Appello di Roma, sulla massiccia presenza delle mafie nel Lazio, non consentono più alibi a coloro che ostinatamente hanno negato finora l’evidenza.
Il Lazio è ormai una regione invasa dalle mafie e, di fronte ad una situazione così drammatica, tolti alcuni magistrati, alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine, alcuni (pochissimi, da contare sulle dita di una mano) esponenti politici, qualche prefetto, pochissimi cittadini, nessuno, al di là delle chiacchiere, fa quello che bisognerebbe fare.
Ce ne accorgiamo noi, sulla nostra pelle, invitati da tutti, osannati da molti – ma anche dileggiati da corrotti e collusi con le mafie – , ma, purtuttavia, lasciati soli a combattere in trincea contro un nemico potentissimo.