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IL Lazio – in particolare il Sud del Lazio-quasi totalmente nelle mani delle mafie mentre si continuano a fare chiacchiere e solo retorica.

L’antimafia delle chiacchiere e non dei fatti.

Si commemorano Falcone, Borsellino e le altre vittime delle mafie – ignorando, peraltro, quello che Borsellino lamentava e, cioè, che c’è stata, purtroppo, una delega totale ed inammissibile alle sole magistratura ed alle forze dell’ordine ad accollarsi tutto il peso della lotta alle mafie -, si organizzano nelle scuole… corsi di cultura della legalità durante i quali si parla di tutto e di niente al contempo, si fanno i “ copia ed incolla” dei comunicati che riguardano le operazioni fatte quasi per intero da Procure e forze dell’ordine di distretti esterni al Lazio, ma non si affrontano mai i problemi VERI che riguardano l’inefficienza e l’impreparazione dello Stato sui territori.

Si racconta, insomma, la mafia, ma non la si combatte se non a parole ed a slogan.

Nel Lazio c’è tutto questo e nessuno ne parla.

Taluni Prefetti che negano l’esistenza delle mafie nei territori, taluni amministratori pubblici corrotti e collusi con i mafiosi, eserciti di professionisti che fanno business con i mafiosi, Procure della Repubblica ordinarie che non fanno uno straccio di indagine contro i clan (al contrario di quanto avviene in Campania dove Procure come quelle di Santa Maria Capua Vetere, Nola e Torre Annunziata, stanno al fronte ogni giorno come supporto alla DDA di Napoli), forze dell’ordine impreparate ed incapaci di fare indagini sui patrimoni sospetti (andate a vedere se nelle Questure, nei Comandi Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza del Lazio c’è una sola persona preparata ed addetta a fare le indagini sui patrimoni, sulla loro “origine”, sulla loro “provenienza”, sugli assetti societari delle imprese sospette. Si continua ad operare con vecchie logiche tutte da “ordine pubblico” e basta, ignorando il fatto che oggi la mafia è IMPRESA, SOLDI, BUSINESS):

Eppure a Roma ci sono i vertici nazionali della Polizia di Stato, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza ed il cuore ed i cervelli dell’intelligence, mentre nelle periferie, nelle province ci sono il vuoto, l’inerzia quasi assoluti, un’impreparazione da far paura..

Una situazione da brivido di cui nessuno parla e vuole parlare.

Tutto ciò mentre non passa giorno in cui i mafiosi non facciano operazioni economiche, spesso con il sostegno.

della politica, per accaparrarsi quel poco che non hanno finora acquistato e realizzato.

Se associazioni, associazionine, gruppi, sodalizi vari “antimafia” non la finiscono di fare retorica, comunicati ed altre fesserie del genere e cominciano, rompendo ogni collegamento con la politica corrotta ed ottusa, a domandarsi il “perché” non si è fatta e si fa lotta vera alle mafie denunciando apertamente i comportamenti omissivi di ognuno, nome e cognome, fra poco il Lazio intero sarà pienamente nelle mani delle mafie!