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Il giudice intimidito

A proposito di  “PROCESSO BREVE” FATTI (oggettivi) e PAROLE (svolazzanti e molto più facili…): qualche informazione specifica sulla storia recente del carico di lavoro in Corte di cassazione.

Pubblichiamo delle note redatte dal cons. Ippolisto Parziale in vista di una recente riunione organizzata da ‘Area’ in Corte di cassazione, di confronto sulle condizioni di lavoro, le problematiche e le possibili prospettive per salvaguardare la funzione propria della Corte di legittimità.

Il lavoro del consigliere Parziale si segnala per evidenziare, con la forza autonoma e oggettiva dei numeri, la pressione assolutamente unica – nell’intero contesto europeo – del carico di lavoro, civile e penale, che sopravviene ogni anno in Corte e della sua crescita costante, della risposta in termini di sempre maggiore laboriosità dei magistrati della Corte (nonostante le gravi permanenti scoperture di organico), dell’essere ormai stato raggiunto un limite non più sostenibile della capacità di risposta, del singolo magistrato e dell’intera Corte, in tempi ragionevoli e conservando il senso ed il contenuto della giurisprudenza di legittimità. Bastino due tra i tanti dati, per stimolare alla lettura del prezioso intervento: nel 1969 i procedimenti civili pervenuti sono stati 426.700; nel 2008 sono stati 4.826.373, con un incremento del 1031%. La pianta organica dei magistrati della Cassazione era di 298 nel 1969, è di 394 nel 2008, con un aumento del 32,21%. La produttività media dei magistrati della Corte è nel 2008 pari a 5,5 volte quella del 1969. Ma l’organico attuale ha scoperture di oltre il 25%. Processo breve, dunque:ma, con quali uomini, con quali risorse, con quali riti del processo e con quali tipi di possibilità di accesso al giudizio ed alle fasi di impugnazione?

(Tratto da Movimento per la Giustizia)