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Il fatto é di una gravità inaudita e non va preso sottogamba.Quando ad essere attaccata é la Magistratura,il baluardo della legalità,non si può reagire con le solite riunioni di routine che portano tutt’al più all’istituzione di un più decente sistema di protezione , della durata,peraltro,di qualche mese , per poi ritornare alla solita musica.

“ALTA TENSIONE AL PALAZZO DI GIUSTIZIA

Lettera minatoria e proiettile per quattro giudici del Tribunale di Latina

17 aprile 2015, ore 09:31

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Una nuova minaccia per i giudici del Tribunale di Latina. Un postino anonimo, nella giornata di ieri, ha recapitato una busta con all’interno una lettera dal carattere minatorio ed un proiettile di pistola. La lettere sarebbe stata indirizzata a: Giuseppe D’Auria, Roberto Amatore, Raffaele Miele e Antonio Lollo. A riportare la notizia è Latina Oggi nell’edizione di questa mattina. Convocata una urgente riunione delle forze dell’ordine per prendere misure in seguito a quanto accaduto.”

 

 

Il discorso va affrontato in maniera diversa ,radicale e definitiva.

Intanto il discorso della criminalità in genere,mafiosa e comune,va affrontato e risolto finendola una buona volta per sempre con l’ottica dell’”emergenza”.

Un ex Presidente del TAR di Latina disse,facendo indispettire qualcuno dei presenti,che………………….”a Latina la legalità é un optional”!!!!!

Bisogna partire da questo:in provincia di Latina, una provincia definita dai Casalesi “provincia di Casale”, dove,quindi,ci sono illegalità e mafie.

Mafie,non mafia.

E mafie  significano pezzi importanti della politica e delle istituzioni,oltre che dell’economia e della società.

Quella di  intimidire  e zittire l’unico,ultimo  baluardo della legalità e della giustizia rimasto in Italia – la Magistratura – é il disegno di menti raffinatissime che non possono essere quelle di un Totò Riina,di un Mancuso,di uno Schiavone,uomini incolti e rozzi.

Se consentiamo che tale disegno vada  in porto ,é la fine della democrazia e della civiltà nel Paese.

Ecco perché lo Stato-Stato non può e non deve sottovalutare il problema e consentire la perpetuazione della tattica dei pannicelli caldi che non risolve niente.

Protezione o non protezione,la mafia ,quando decide di ammazzarti,lo fa anche se sei  “protetto” da una scorta di 20 uomini.

Mi diceva l’altro giorno un Testimone di Giustizia di una regione  del sud:” la mafia non é quella che ci fanno vedere o quella che io ho denunciato.La mafia é la massoneria , la politica,i colletti bianchi”.

Orbene,ritornando alla situazione esistente in provincia di Latina,alle porte della Capitale (dove,non dimentichiamolo,c’é “Mafia Capitale” ed é tutto dire ),se si vuole seriamente affrontare il problema bisogna cominciare ad ammettere chein provincia di Latina  é sempre esistito ed esiste un grave deficit di intelligence.

Sono stati minacciati in passato  due coraggiosi giudici penali  del Tribunale di Latina – Iansiti ed Aielli- ed oggi vengono minacciati  ben 4 giudici civili.I primi che si interessano anche di reati di mafia,i secondi di fallimenti,aste giudiziarie e quant’altro,anche questi riconducibili ,direttamente od indirettamente , alle mafie.

Punto.

Lo Stato-Stato non dispone in provincia di Latina di un apparato investigativo adeguato,preparato e specializzato.Altrimenti la provincia di Latina non si troverebbe nella situazione nella quale si trova.

Nè i Prefetti,fatta qualche rarissima eccezione,si sono mai preoccupati e si preoccupano di mettere in piedi quell’apparato di prevenzione cui sarebbero obbligati per legge.

Se in provincia di Latina non si riuscirà a scardinare il sistema dell’inerzia e dell’indifferenza cominciando a guardare più al versante della “qualità°” degli uomini messi ai vertici che non a quello dei numeri,abbiamo la sensazione ed il timore che di pallottole ne arriveranno ancora.E speriamo  che non arrivino  solo nelle buste ,com’é avvenuto finora  ,o sulle fiancate della macchine in sosta com’é avvenuto in passato!!!!!!!!!!

L’Associazione Caponnetto lo sta gridando da anni,ma sembra che nessuno voglia ascoltarla.

Noi domattina faremo partire una nostra relazione al Capo dello Stato ed al Presidente del Consiglio dei Ministri,oltre che al Procuratore Nazionale antimafia,perché non é più tollerabile una situazione del genere.

Altri si domandino se stanno a posto con le loro coscienze  e se hanno fatto o fanno quello che ognuno dovrebbe fare oltre le tante,troppe  chiacchiere.