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Il dilemma di incontri segreti in ville di Gaeta e di Formia fra esponenti dei servizi, uomini delle istituzioni e camorristi secondo le rivelazioni di Capacchione e Natale?

Se risultassero fondate le notizie rese pubbliche da Marilena Natale sulla “Gazzetta di Caserta” e da Rosaria Capacchione su “Il Mattino” in ordine ad incontri segreti che si sarebbero svolti in una villa di Gaeta fra uomini dei Servizi e un esponente del Commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania ed in una villa di Formia fra uomini sempre dei Servizi e Zagaria – o un suo familiare-, emergerebbe un quadro veramente torbido sul quale Magistratura, Commissione Parlamentare Antimafia, Ministero dell’Interno ed altri organi istituzionali preposti hanno il dovere di fare luce.

Gaeta, Formia e il sud pontino si rivelerebbero, in caso positivo, come comuni territori dominati dalla camorra, come si ritiene, ma, al contrario, delle vere e proprie basi logistiche di un sistema di intrecci perversi fra pezzi deviati dello Stato e camorra.

Avremmo in tal caso la risposta ai tanti “perché” che ci poniamo e che molti ci pongono da anni sul fatto che… nel sud pontino… avvengono… cose strane…

Perché, ad esempio, l’amministrazione comunale di Fondi, malgrado le richieste di un Prefetto e dello stesso Ministro dell’Interno, non è stata sciolta?.

Perché, poi, c’è stato per decenni – e c’è in parte ancora –un apparato investigativo e giudiziario dello Stato che sul piano dell’azione di contrasto alle mafie non è stato attento ed efficiente come avrebbe dovuto essere (tutte o quasi le operazioni di polizia e i procedimenti giudiziari contro le mafie sono partiti per lo più… da fuori)?.

Perché, perché, perché e potremmo continuare

Il discorso sarebbe articolato, lungo e molto delicato.

Potremmo chiosare con una domanda che sintetizza tutte le precedenti:

PERCHE’ E’ STATO LETTERALMENTE CACCIATO DA LATINA UNO DEI POCHI PREFETTI – BRUNO FRATTASI –CHE, FEDELE AL GIURAMENTO DA LUI FATTO DI FEDELTA’ ALLO STATO DI DIRITTO, HA AVUTO IL CORAGGIO DI SFIDARE APERTAMENTE LE MAFIE GUARDANDOLE IN FACCIA E SCRIVENDO SUL “CASO FONDI” QUELLO CHE DOVEVA ESSERE SCRITTO?

Abbiamo chiesto all’Onorevole D’Alema di aprire un’inchiesta, nella sua qualità di presidente dell’organismo di controllo sull’attività dei Servizi Segreti, su queste vicende, ma senza avere alcun riscontro.

E questo ci turba ancor più perché questo silenzio potrebbe ingenerare il sospetto che ci sia quel “qualcosa”, di cui abbiamo parlato in altra nota, che tutto deve continuare così.

Che “in alto” ci siano “qualcosa” o “qualcuno” che, mentre da una parte lo Stato, rappresentato da magistratura e forze dell’ordine, si prodighi perché le mafie vengano spazzate da questa terra infelice, dall’altra ci siano suoi stessi pezzi che remano in senso contrario.

A lei, onorevole D’Alema, il compito di trovare il bandolo della matassa.