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Il CSM blocca il processo breve

La sesta commissione di palazzo dei Marescialli ha approvato a maggioranza (tutti favorevoli tranne il consigliere laico del centrodestra Gianfranco Anedda) questa sera il parere sul Ddl Alfano. Cinquanta pagine in tutto con la disamina oggettiva dei dati raccolti in audizione dalla commissione e “profonde critiche” alla norma, valutata in base ai dettami della Costituzione e anche di norme sovranazionali. Il parere verrà discusso e votato durante un plenum straordinario lunedì mattina

PROCESSO BREVE: COMMISSIONE CSM, è INCOSTITUZIONALE BOCCIATO IL PROVVEDIMENTO, ESAME A PLENUM LUNEDI’ 14 Il parere passa con il voto contrario del laico del Pdl Anedda.
Secondo la Commissione il ddl viola più principi costituzionali, a cominciare da quelli dell’obbligatorietà’ dell’azione penale, del giusto processo e dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
E’ un parere “fortemente critico” quello elaborato dalla Sesta Commissione del Csm sul ddl sul processo breve, nel quale si parla di “irragionevolezza di sistema” avanzando dubbi di costituzionalità. La Commissione, presieduta da Ezia Maccora, ha licenziato il parere questa sera, con 5 voti a favore e uno contrario, quello del laico del Pdl Gianfranco Anedda.

La Commissione esprime nel corposo documento, lungo 50 pagine, le sue “perplessità” sulla costituzionalità del provvedimento all’esame della Commissione Giustizia del Senato, soprattutto in relazione al principio dell’obbligatorietà’ dell’azione penale, previsto dall’articolo 112 della Costituzione.
Il parere che il plenum discuterà lunedì prossimo durante una seduta straordinaria, approfondisce anche i dati sull’impatto che il ddl, se approvato, avrebbe sui processi penali: numeri che, consegnati durante l’istruttoria a Palazzo dei Marescialli dai vertici dei 9 uffici giudiziari più importanti del Paese, parlano di una forbice tra il 10% e il 40% di processi penali a rischio estinzione. Nel parere questi dati sono presentati ufficio per ufficio.

La valutazione generale del ddl, poi, viene affrontata anche comparando il nuovo istituto con quelli vigenti negli altri Paesi. (Nel parere, inoltre, si evidenzia un contrasto con l’articolo 3 della Costituzione (principio di uguaglianza) poiché il processo breve causerebbe “indebite differenze” tra recidivi e incensurati e tra autori di reati diversi. Per quanto riguarda poi i reati che richiedono accertamenti complessi e quelli contro la pubblica amministrazione, in particolare per la corruzione, la Commissione del Csm nel documento parla del rischio di una “sostanziale amnistia”. Oltre ad essere in contrasto anche con gli impegni presi dall’Italia in sede internazionale.
La Commissione fa esplicito riferimento alla Convenzione dell’Onu firmata dall’Italia nel 2003 e ratificata proprio quest’anno, che impegna i firmatari a perseguire la corruzione, anche adottando termini lunghi di prescrizione. Tutto il contrario di quanto sta facendo l’Italia, osservano i consiglieri, ricordando che già con la legge Cirielli erano stati abbreviati i termini di prescrizione per la corruzione.
Frida Roy

(Tratto da AprileOnline)