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Il crollo di Ventotene che provocò la morte di due ragazze romane

La procura di Latina chiede quattro rinvii a giudizio, tra questi il sindaco e il suo predecessore

Ventotene, chiuse indagini sul crollo della parete che uccise due ragazze

La procura di Latina chiede quattro rinvii a giudizio, tra questi il sindaco e il suo predecessore

LATINA – Erano le 11 e 15 del 20 aprile 2010 quando un costone di tufo si staccò dalla parete che sovrasta Cala Rossano, a Ventotene, uccidendo due ragazzine romane in gita. Vittime di una fatalità che suscitò commozione e rabbia furono Sara Panuccio e Francesca Colonnello, studentesse di terza media alla scuola Anna Magnani di Morena (Roma). Una tragedia che si poteva evitare, e che ha messo sotto accusa la gestione dell’isola per l’inadeguata segnalazione di pericoli, nonostante le continue frane dovute alla tipica conformazione dell’isola.

AMMINISTRAZIONE NEL MIRINO – La difficile inchiesta della procura di Latina, sostenuta da una valanga di perizie tecniche, arriva ad un punto di svolta dopo oltre un anno. Come anticipato dal quotidiano ‘La Provincia’ il pubblico ministero Vincenzo Saveriano ha presentato al giudice dell’udienza preliminare quattro richieste di rinvio a giudizio nei confronti dell’attuale sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, del suo predecessore Vito Biondo, del capo dell’area tecnica del Comune, Pasquale Romano, e del capo dell’ufficio del Genio civile di Latina, Luciano Pizzuti (difesi dagli avvocati Michele Saponaro, Renato Archidiacono, Giovanni Lauretti e Luca Scipione).

LE ACCUSE – I reati contestati sono duplice omicidio colposo per la morte di Sara e Francesca, e lesioni gravissime ai danni di altri due compagni di classe colpiti dal masso staccatosi dalla falesia. Il pm Saveriano ha chiesto l’archiviazione per Bruno D’Amato, il dirigente dell’Autorità di Bacino, vale a dire l’ente regionale responsabile della redazione del Piano di Assetto idrogeologico del Lazio (Pai), la cui edizione del 2009 indicava Cala Rossano come zona sicura dell’isola. La documentazione presentata dal tecnico ha dimostrato l’estraneità della sua figura nell’intera vicenda.

(Tratto dal Corriere della Sera)