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Il Convegno del 19 settembre prossimo a Fondi: ”Quale antimafia? Fatti, non parole”.

IL CONVEGNO DI FONDI DEL PROSSIMO 19 SETTEMBRE.
NON IL SOLITO CONVEGNO IN CUI SI PARLA DI TUTTO E
DI NIENTE FRA QUATTRO PAROLAI CHE SI LIMITANO
A PARLARE DI FATTI ACCADUTI, MA, AL CONTRARIO, DI
PERSONE CHE STANNO AL FRONTE, OGGI, E CHE
COMBATTONO I MAFIOSI GIORNO DOPO
GIORNO, MINUTO DOPO MINUTO, GUARDANDOLI NEGLI
OCCHI

“QUALE ANTIMAFIA? FATTI, NON PAROLE.”
Un titolo “provocatorio” che si propone di allargare un dibattito
su larga scala sul “modello” da adottare per fare seriamente
… antimafia.
Per combattere le mafie e colpirle al cuore.
“Fatti, non parole”, laddove “fatti” sta per “indagine e
denuncia”, collaborazione effettiva con le forze dell’ordine e la
magistratura, unici presidi, ormai, di legalità e di giustizia in questo
Paese martoriato dalle mafie.
In un Paese dove la retorica e le chiacchiere raccolgono eserciti
sterminati di seguaci, abbiamo voluto buttare un macigno nelle
acque stagnanti dell’ignavia e della disinformazione, nella
speranza -ahinoi, siamo dei sognatori incalliti! – che
qualcuno raccolga la provocazione e decida di conseguenza.
Sarebbe, quello, il giorno più felice della nostra vita in quanto
rappresenterebbe, peraltro, un omaggio vero alla memoria di Paolo
Borsellino con l’accoglimento di quell’appello che egli rivolseparlando
pochi giorni prima di essere ucciso – a non lasciare sole
le forze dell’ordine e la magistratura:
” E un errore imperdonabile pensare di accollare sulle sole spalle
della magistratura e delle forze dell’ordine tutto il peso della lotta
alla mafia”.
Chi, come noi dell’Associazione Caponnetto ha occasione, per ovvi
motivi, di avere frequentazioni con magistrati ed investigatori sa
molto bene di cosa questi hanno bisogno per combattere le mafie.
“Fatti, non parole”.
Le chiacchiere non servono a niente.
Anzi fanno perdere tempo, depistano, distraggono.
C’è troppa… “antimafia” (si fa per dire… ) in giro in questo
Paese.
Di gente che improvvisa, non sapendo nemmeno con “chi” si ha a
che fare, della potenza e della pericolosità di una “mafia spa” che
ormai è dovunque, nelle istituzioni, nella
politica, nell’economia, nella società.
Di gente che presume di fare… “antimafia” come se si trovasse a
vendere noccioline.
A fronte di un Paese che è unito solo sulla carta ma non
effettivamente, di un territorio -l’intero sud e fino ed anche oltre la
Capitale – che storicamente, sia dal punto di vista culturale che
sociale e politico, ha sempre vissuto una condizione di
vassallaggio e dei “don”, non si può coltivare l’illusione di una
liberazione mentale e culturale che è la conditio sine qua per una
seria, efficace lotta al “sistema massonico-mafioso” consolidatosi e
ramificatosi nei secoli.
Ormai è un “sistema” prima di tutto mentale che ha ucciso la
persona, impedendole di svolgere il ruolo di “cittadino”, e, con
essa, la sua coscienza e la sua mente.
La famigerata “cultura mafiogena ” di cui è afflitto questo Paese.
Quando la “politica” scade a livello di malaffare e non è più
intesa come lo strumento di servizio agli interessi collettivi, non è
più politica.
E’ altra cosa.
E’ delinquenza.
E’ criminalità.
E la delinquenza e la criminalità non si contrastano con le
chiacchiere, con le parole, ma con i fatti.
E fatti -lo ripeteremo fino alla noia- significano:
collaborazione operosa, fattiva con la magistratura e le forze
dell’ordine, attraverso l’indagine e la denuncia, nomi e cognomi.
Il resto non serve.
Se si vuole, ci sono i salotti culturali per tutto il resto.
Ma i salotti culturali sono cosa diversa da una vera
Associazione antimafia.
E’ la prima volta che l’Associazione Caponnetto rompe uno
schema consolidato in anni ed anni di attività, facendo
partecipare, fra i relatori, ad un suo Convegno uomini e donne
che, oltre ad un impegno personale contro le mafie, svolgono
anche ruoli di natura politica.
Entrambi, però, Sonia Alfano e Claudio Fava, sono vittime di mafia
in quanto i loro padri sono stati uccisi dalla mafia e, peraltro,
hanno rivestito e rivestono – la prima come ex Presidente della
Commissione antimafia europea ed il secondo come V. Presidente
della Commissione Parlamentare Antimafia – importanti ruoli
istituzionali in organismi antimafia della Comunità Europea e
dello Stato italiano.
La scelta, poi, come luogo del Convegno, di Fondi è
emblematica, profondamente significativa.
Ci sono, quindi, tutti gli elementi per giudicare il Convegno, per
parteciparvi, non come il solito convegno in cui si parla di tutto e
di niente, ma, al contrario, come un luogo di dibattito e di confronto
finalizzati a fornire indicazioni sul “come” affrontare la lotta alle
mafie.
Fra persone, peraltro, che stanno al fronte e non fra i soliti parolai
che parlano del passato e non del presente e del futuro.