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Il convegno a Terracina dell’8 maggio 2010

L’”ANTIMAFIA DEL FARE”. INCONTRO PROFICUO DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE CON I CITTADINI DI TERRACINA NELL’AMBITO DELLA FESTA DELLA LIBERAZIONE

Un esame a 360 gradi della situazione sul territorio, con un appello finale a creare una rete fra i soggetti più sensibili ed amanti del bene comune.

Una rete che collabori con tutte le forze, istituzionali e sociali, impegnate a contrastare un cancro che sta divorando il nostro impianto economico, politico ed istituzionale.

C’è l’esigenza di superare la fase della lamentazione, del chiacchiericcio, o, peggio, del silenzio omertoso, che non danno titolo per rivendicare una cittadinanza attiva.

E’ giunta l’ora della resistenza organizzata.

Contro la criminalità organizzata.

Di fronte ad un’emergenza che si sta trasformando in normalità non sono ammesse più titubanze.

Silenzi che assumono il carattere della complicità.

Non bastano più le parole; occorrono atti, atti concreti.

Il dibattito si è snodato su queste direttrici.

Terracina ha la fortuna di disporre di un nucleo di giovani cronisti capaci ed onesti intellettualmente che sanno fare e fanno il loro lavoro con onestà e solerzia.

Ci sono anche, fra i carabinieri e la Polizia di Stato, dei bravi investigatori.

Pochi, purtroppo, che si possono contare, tutti insieme, sulle dita di una mano, ma ci sono.

Ma per il lavoro di intelligence non occorrono tante persone.

Le condizioni minime per operare e bonificare un ambiente devastato dal malaffare e dalle mafie ci sono.

Sensibilità, qualche struttura. C’è quanto occorre alla bisogna.

Bisogna sapere inquadrare bene il problema, capire “cosa” sono veramente le mafie, “dove” queste si annidano ed, infine, sapersi relazionare fra i soggetti che operano veramente, seriamente, nel silenzio e senza bla bla.

“Cosa” sono e “dove” sono le mafie?

Bisogna saperle scovare, non solo ai piani bassi, individuare e denunciarle, usando i “canali giusti”, quelli locali se le “competenze” lo consentono, quelli romani, se necessario.

Attraverso la “rete”, l’associazione.

E’, questa, la risposta che diamo sempre a chi ci domanda: “ma ammesso che io voglia denunciare, a chi debbo rivolgermi?”.

La situazione di Terracina rappresenta un bubbone, come a Fondi, Sabaudia, San Felice Circeo ecc. , che sta lì lì per esplodere.

C’è usura, c’è camorra, c’è ‘ndrangheta, cosa nostra; c’è la mafia straniera.

Ci sono tutti.

I terracinesi sono stati espulsi dalla gestione del tessuto economico locale, in mezzo a tanto silenzio e, forse, a tante complicità, oggettive, se non altrimenti

Noi qualcosa lo abbiamo già fatto, scavando, informandoci ed informando.

Ma non basta, perché noi non siamo nelle condizioni di arrivare dappertutto, di essere informati su tutto.

Non abbiamo il dono dell’ubiquità.

Se le cose ci vengono dette le riportiamo a chi di dovere!!!