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Il consigliere comunale di Aosta vola a San Luca per il summit

Il consigliere comunale di Aosta vola a San Luca per il summit

Dalle indagini della Dda torinese emerge il viaggio di Nicola Prettico nella Locride. La contrarietà del capo locale: «È scemo, in aereo è pericoloso». Il sostegno del clan ai detenuti e l’appoggio ad altri politici per le elezioni comunali

 

AOSTA Durante un colloquio del gennaio 2016 tra un artigiano valdostano e Marco Di Donato, presunto capo della locale di ‘ndrangheta di Aosta, «emerge che» il consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico «si era recato in Calabria, a San Luca, per partecipare ad una riunione di ‘ndrangheta» con un volo Torino-Lamezia Terme. Lo scrive il gip di Torino Silvia Salvadori nell’ordinanza dell’operazione Geenna (qui altri dettagli e i nomi degli arrestati). «L’espressione che utilizza» Marco Di Donato «per riferire questo accadimento è inequivocabile: egli, infatti, afferma che Prettico gli avrebbe detto la frase “eh adesso che c’è l’incontro con la società”, poco prima di partire». E «il termine società o onorata società è una delle modalità con cui viene indicata la ‘ndrangheta». Dal «dialogo emerge che Prettico abbia informato Di Donato Marco Fabrizio prima di partire e che avesse intenzione di incontrare uno dei fratelli Nirta (“volevo andare a trovare tuo cugino”)». «Questo (Prettico, ndr) è un coglione pericoloso ma per lui ehi Per lui…poi mi viene a dire a me (abbassa molto la voce) “eh adesso che c’è l’incontro con la società”…e tu vai in Calabria con l’aereo?», dice Di Donato all’artigiano. «Un locale per il riciclaggio e tu vai a mangiare e bere in Calabria ma sei scemo? Con l’Iphone? Con l’Iphone?», aggiunge in seguito il suo interlocutore. Dall’intercettazione emerge che i due «siano perfettamente a conoscenza delle regole di prudenza che ogni appartenente alla ‘ndrangheta deve osservare».

 

 

IL SOSTEGNO AI DETENUTI «Alcuni episodi dimostrano come gli indagati, in virtù della loro appartenenza alla ‘ndrangheta ed in particolare al locale di Aosta, avanzino richieste di denaro per il sostegno di loro familiari detenuti, ovvero si sentano in dovere di contribuire, sia pure con piccole somme, al mantenimento di altri appartenenti alla ‘ndrangheta tratti in arresto nell’ambito di recenti attività di indagine». È quanto si legge nell’ordinanza del gip di Torino. Il sostegno era diretto a carcerati residenti nella regione alpina ma anche in Calabria, appartenenti alle famiglie dei Fazari e Ierace. In un’intercettazione Marco Di Donato intima a Nicola Prettico di farsi dare il denaro promesso: «Si, ora te li deve dare senza pietà…però gli dici ascolta, qua non c’è prezzo non c’è cosa gli dici, perché qua così veramente ci sono i carcerati che devono mangiare…digli proprio così».

IL SOSTEGNO ALLE ELEZIONI COMUNALI «Vi sono altri esponenti, come Andrea Paron (assessore comunale di Aosta dell’Union Valdotaine, ndr), Valerio Lancerotto (ex assessore e attuale consigliere comunale di Aosta) e Ego Perron (ex assessore regionale alle finanze ndr), che hanno mantenuto legami con il sodalizio, così contribuendo a dimostrare la capacità del medesimo nell’intrecciare rapporti con esponenti politici ed istituzionali di primo piano della realtà valdostana, in prospettiva della configurabilità del reato di associazione mafiosa per cui si procede». È quanto si legge nell’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere vergata dal gip Silvia Salvadori. I tre esponenti politici non risultano indagati. «Durante le indagini – scrive ancora il giudice – sono state intercettate alcune conversazioni dalle quali emerge come Antonio Raso e Marco Di Donato (considerati dagli inquirenti i capi del “locale” in Valle d’Aosta) abbiano, almeno in parte, appoggiato anche Valerio Lancerotto» alle elezioni comunali.

IL RITO DI AFFILIAZIONE Hanno discusso «dell’opportunità di “tagliare la coda” ad Alessandro Giachino», quarantenne di Aymavilles, cioè di affiliarlo alla ‘ndrangheta, due presunti membri della locale di Aosta, Marco Di Donato, «che svolge il ruolo di “capo” e “promotore”» e il consigliere comunale Nicola Prettico, «partecipe». «Dobbiamo vedere che c…o dobbiamo fare con Alessandro oh», dice Di Donato in una conversazione intercettata nel gennaio 2016. «Per cosa?», chiede Prettico. «Sto pensando di tagliargli la coda», gli risponde. «No, non è pronto», dice il consigliere comunale. Il dialogo prosegue e Di Donato afferma: «Non bestemmiare…Ale sa stare a tutti i tavoli». Tuttavia, scrive il gip nell’ordinanza, non è poi emersa «per quanto risulta dalle intercettazioni telefoniche, la prova della celebrazione del rito di affiliazione» di Giachino.

 

24 gennaio 2019

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/