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Il Comitato Malagrotta chiede un’indagine sistematica su tumori e patologie respiratorie

Fin da quando nell 1998 la rivista medica inglese OEM (“Occupational and Environmental Studies”) pubblicò una ricerca dal titolo “Studio della mortalità fra persone che vivono in un’ area a concentrazione di impianti industriali ed esposta a fonti multiple di inquinamento ” (studio realizzato da medici italiani), fin da allora i cittadini del Comitato Malagrotta hanno chiesto ripetutamente alle autorità regionali, comunali e provinciali che venisse avviata un’ indagine approfondita e un monitoraggio sistematico delle patologie tumorali e respiratorie a Malagrotta e nella Valle Galeria.

Ciò non è stato fatto, nonostante che il Comune di Roma avesse chiesto al Ministero dell’ Ambiente nel 1997 la Dichiarazione di Area ad alto rischio di crisi ambientale, e nonostante che la stessa area fosse stata classificata come “Sito a rischio di incidente rilevante, soggetto ai vincoli del decreto 334/99 (Seveso II)

Casi recenti di morti sospette (fra cui quella del recentissimo, tragico decesso per malattia, tuttora non diagnsticata, del nostro amatissimo amico e collega Gerardo Ferrante, Presidente del Comitato di cittadini “Pisana 64”, sono lì a testimoniare dell’ urgenza assoluta di un lavoro di ricerca epidemiologica sulla popolazione di Malagrotta, della Valle Galeria e del quadrante ovest di Roma, direttamente esposta all’ impatto pluridecennale di molteplici fonti di inquinamento.

Data la carenza delle autorità, abbiamo assunto autonomamente delle iniziative, sia per quanto riguarda il monitoraggio degli inquinanti, sia per quanto riguarda un approccio attivo ad una ricerca epidemiologica sul campo.

In tema di inquinamento atmosferico, ecco quanto precisano in proposito il nostro dottor Salvatore Damante, ricercatore ambientale, in collaborazione con il dottor Marco Vaccarino, pneumologo dell’ Ospedale Israelitico di Roma: :

“Per inquinamento atmosferico si intende la presenza nell’aria di sostanze estranee alla sua naturale composizione chimica.. Si parla di problemi di contaminazione solamente quando sono presenti sostanze di varia natura ed in concentrazioni tali da interferire negativamente, con effetti diretti ed indiretti, sul benessere e sulla salute dell’uomo.

Perche’ si abbia una situazione di inquinamento atmosferico devono verificarsi due situazioni:

A) Devono esistere sorgenti inquinanti

B) Deve essere ostacolato in naturale processo di diluizione atmosferica dei contaminanti

Le maggiori fonti di inquinamento atmosferico risultano essere:

A) I processi di combustione (impianti di combustione industriale, veicoli a motore, impianti di riscaldamento)

B) L’usura e la dispersione di materiale (asfalto del manto stradale, usura dei pneumatici e dei freni degli impedito il movimento ascensionale dell’aria tanto che i contaminanti corpuscolari restano confinati tra il terreno e lo strato di inversione, ovvero la zona ove la temperatura dell’aria risulta piu’ alta) e l’assenza di vento provocata dalla presenza di zone di alta pressione.

Gli aeroinquinanati provocano:

Effetti a breve termine (azione irritante sulle mucose, asma bronchiale)

Effetti a lungo termine (BPCO, carcinomi polmonari, pancreatici e gastrici, inquinamento del terreno e delle falde acquifere)

Nel periodo compreso tra ottobre 2007 e luglio 2008 abbiamo effettuato un esame spirometrico a 100 soggetti di eta’ compresa tra i 7 ed i 93 anni, abitanti tutti in una zona particolarmente inquinata di Roma (il quartiere Pisana-Ponte Galeria-Malagrotta) al fine di valutare l’eventuale aumento di incidenza di deficit ventilatori (ostruttivi, restrittivi e misti).

Tutti i soggetti hanno effettuato l’accertamento presso il l’ambulatorio di Pneumologia dell’Ospedale Israelitico di Roma con apparecchio MIR Sprirobank G classificazione IIA, esente da taratura, conforme ai requisiti della

Direttiva 93/42 CEE.

C) Alcune specifiche lavorazioni industriali (ceramica, ferro)

Le condizioni che impediscono la dispersione dei contaminanti sono rappresentate dall’inversione termica.. Questa non è altro che l’assenza di scambio tra gli strati superiori e quelli più vicino al suolo di aria, effetto provocato dal riscaldamento delle quote più alte, dovuto anche ai camini che immettono aria calda. Sostanzialmente le concentrazioni degli inquinanti andrebbero aumentano e permangono più a lungo nella zona, portando anche conseguenze per la salute dei cittadini residenti.

Dr. Salvatore Damante”

IN QUESTE CONDIZIONI E’ CHIARO CHE SI IMPONE UNA MORATORIA ALLA MESSA IN ESERCIZIO

DEL GASSIFICATORE DI MALAGROTTA ALMENO FINO CHE LE CONDIZIONI DELLA QUALITà DELL’ ARIA

DELL’INTERA ZONA NON SARANNO STATE ACCERTATE E LA PRESENZA DEGLI INQUINANTI NELL’ ARIA, NELLE ACQUE SUPERFICIALI, NELLE ACQUE SOTTERRANNEE E NEL SUOLO

NON SARA’ STATA VERIFICATA.

SOLTANTO IN QUEL MOMENTO, SARA’ EVENTUALMENTE POSSIBILE – SE LE CONDIZIONI OGGETTIVE RISCONTRATE NON LO RENDERANNO IMPROPONIBILE – CONTROLLARE L’ IMPATTO E L’ AGGRAVIO AGGIUNTIVO CHE, IN TERMINI DI INQUINAMENTO, SAREBBE RAPPRESENTATO DALL’ ENTRATA IN FUNZIONE DEL GASSIFICATORE A PIENO REGIME.

IL MONITORAGGIO AMBIENTALE E LA RICERCA EPIDEMIOLOGICA DOVRANNO GIOCARE UN RUOLO PRIORITARIO E PREDOMINANTE DOPO CHE DECENNI DI “LAISSEZ ALLER ET LAISSEZ FAIRE” NELLA PERIFERIA OVEST DI ROMA HANNO PRODOTTO UNA SITUAZIONE DI VASTO E PROFONDO DEGRADO.

COMITATO MALAGROTTA