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Il collaboratore di giustizia Pasquale Galasso:«Raffaele Cutolo mi fece portare nel suo covo: voleva affiliarmi alla Nco»

«Raffaele Cutolo mi fece portare nel suo covo: voleva affiliarmi alla Nco»

6 Dicembre 2020

Il collaboratore di giustizia Pasquale Galasso: la riunione nel rifugio del boss di Ottaviano, nella zona della Piana del Sele

di Giancarlo Tommasone

Il 5 novembre del 1997, Pasquale Galasso, ex boss della Nuova famiglia, compare davanti al pubblico ministero, per sottoporsi a un lungo interrogatorio. Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia confluiscono in una serie di verbali che Stylo24 pubblica in esclusiva. Galasso racconta anche di quando fu letteralmente prelevato da alcuni fidatissimi del padrino Raffaele Cutolo,  e portato al suo cospetto. Il boss di Ottaviano, all’epoca, era latitante, dopo essere evaso dall’ospedale giudiziario di Aversa. Siamo alla fine degli anni Settanta. Il pentito risponde al pm, relativamente alla sua conoscenza dei Verde di Sant’Antimo, noti all’anagrafe di camorra come i negus. «Erano detti i negus nella malavita – spiega Galasso -, li ho conosciuti durante la mia prima detenzione, nel ’75, nel carcere di Poggioreale. All’epoca erano vicini a Raffaele Cutolo e principalmente, Domenico detto ’o menecone o il negus, diventò capozona della Nco».

«Se ricordo bene, già vi ho narrato di questo nelle mie prime udienze: ho rincontrato il negus, anche detto ’o menecone, durante delle riunioni che io ebbi nel 1979 con Raffaele Cutolo», racconta l’ex boss di Poggiomarino. Che precisa: «All’epoca, Raffaele Cutolo mi fece prelevare (dai suoi uomini) perché voleva che io mi collegassi con lui, mi affiliassi a lui e alla sua organizzazione, e ricordo di aver incontrato (Domenico Verde) proprio quando mi portarono da Cutolo. C’erano anche altri capizona (della Nco) in questo rifugio, che si trovava nei pressi della Piana del Sele». «L’incontro avvenne poco prima che Cutolo venisse arrestato (il fondatore della Nco fu stanato ad Albanella, il 15 maggio del 1979, ndr), è stata l’ultima volta che l’ho visto. Poi, se ricordo bene, ho rivisto il fratello (di Domenico Verde) Francesco e lo ricordo molto bene. Non so se ho rivisto di nuovo ’o menecone tra il 1984 e il 1985, diciamo dopo l’omicidio Casillo. All’epoca (i Verde) si avvicinarono ad Antonio Bardellino», racconta Pasquale Galasso.

Fonte:https://www.stylo24.it/

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