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“ Il “ caso Fondi”. Un libro stupendo di Arturo Gnesi che tutti dovrebbero leggere. Stasera a Coreno Ausonia

IL ” CASO FONDI” ED IL DIBATTITO STASERA A CORENO
AUSONIA SUL LIBRO DI ARTURO GNESI “DA SAN FRACESCO
A CHE GUEVARA “.
LO STRANO SUICIDIO DEL COMANDANTE DELLA
COMPAGNIA DELLA GUARDIA DI FINANZA CAP. FEDELE
CONTI, IL RIFIUTO DEL GOVERNO BERLUSCONI AD
ACCOGLIERE LA PROPOSTA DI SCIOGLIMENTO
DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE FATTA DAL
PREFETTO DI LATINA E DAL MINISTRO DEGLI INTERNI
MARONI (PRIMO ED UNICO CASO NELLA STORIA DELLA
REPUBBLICA ITALIANA), IL SILENZIO DI TUTTI, A
COMINCIARE DALL’OPPOSIZIONE DI ALLORA, A SEGUITO DI
TALE GRAVISSIMO ATTO E, INFINE, LA FRETTA CON LA
QUALE IL TUTTO E’ STATO RELEGATO NEL DIMENTICATOIO.
Non abbiamo mai nascosto tutte le nostre perplessità
sull’esito della vicenda che ha riguardato il comune di
Fondi.
Una vicenda, a nostro avviso, nata male e finita altrettanto
male.
Troppe domande sono rimaste senza una risposta.
La prima:
perché per la prima volta in Italia il Governo centrale si è rifiutato di accogliere la richiesta del suo Ministro degli Interni e del Prefetto di Latina di sciogliere per mafia l’amministrazione comunale?
La seconda:
tutta la mafia a Fondi era ed è rappresentata da un soggetto calabrese ormai vecchio e malandato???
Tutto e solo qua?
Non pigliamoci in giro.
Fiumi di inchiostro consumati per scrivere informative e servizi giornalistici, mesi di pedinamenti e di intercettazioni, sequestri e studio di quintali di fascicoli, tutto finito nel nulla o quasi, con il rinvio a giudizio di quattro (si fa per dire) personaggi di quarta -quinta fila.
Non si è scavato sul piano delle responsabilità, dirette ed indirette, sugli intrecci, sulle interrelazioni.
Un’inchiesta tutta interna ad una sola parte
politica, quando, invece, anche i bambini sanno che tutti
sapevano e nessuno denunciava.
Perché?
Nessuno può accusarci -almeno ci auguriamo – di
simpatizzare per il partito di Berlusconi (nel comizio
durante la grande manifestazione antimafia a Fondi il
nostro Segretario ha corso il rischio di essere assalito se
non ci fossero state le forze dell’ordine; di quella serata ne
conserviamo le foto) se, paradossalmente, in questo caso
, ci vediamo costretti a dare l’impressione di volerlo
difendere sotto certi aspetti, a parte le responsabilità di
taluni singoli.
Ma Fondi è stata amministrata nel tempo solamente da
uomini di questo partito?
Un’indagine, se la si vuole fare seriamente, deve fornire
risposte a tutti gli aspetti di una situazione di pericolo e di
disagio; essa deve analizzarne la genesi, i protagonisti, tutti, i
responsabili, diretti ed indiretti.
Non ci sembra che sia stato fatto appieno e, ciò, anche
perché non sono state utilizzate tutte le competenze, le
specialità dell’apparto investigativo nazionale.
Il nerbo delle indagini è stato delegato, infatti, a presidi locali e non ai corpi specializzati e questo impone una terza domanda:
perché?
Noi dell’Associazione Caponnetto abbiamo seguito più di chiunque altro e dall’inizio alla fine il “caso Fondi”, compresa la morte del Comandante della Compagnia della Guardia di Finanza Fedele Conti, un ufficiale integerrimo e preparato il cui ricordo ancora suscita un senso di fastidio in taluni.
Abbiamo giurato davanti alla tomba del Capitano Conti, a Pastena, di non lasciare nulla di intentato per andare a fondo, per “capire” bene come sono andate le cose.
Tutte le cose.
Due vicende – Fondi e Conti – che si intrecciano fino a diventare un unicum perché quella morte è nata a Fondi ed si è conclusa a Fondi e per fatti che riguardano Fondi.
Oggi ne parliamo a Coreno Ausonia insieme ad Arturo Gnesi, medico, Sindaco di Pastena, amico di Fedele Conti e della sua famiglia ed autore di un libro stupendo che tutti dovrebbero leggere per capire il “caso Fondi”.