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Il capitano con la borsa in man

Appare pure molto grave il comportamento tenuto dal Capitano Giovanni Arcangioli del Nucleo Operativo Provinciale dei Carabinieri di Palermo, immortalato nell’atto di allontanarsi dal luogo della strage, il pomeriggio del 19 luglio 1992, in direzione di via dell’Autonomia Siciliana, con in mano proprio la borsa del Magistrato.
L’ufficiale dei Carabinieri, sotto impegno testimoniale, ammetteva la circostanza appena riportata, senza fornire alcuna spiegazione plausibile del suo comportamento, poco chiaro, limitandosi a dichiarare (in maniera assai poco convincente) che la borsa in questione -dal suo punto di vista- in quel momento, era un oggetto di scarsa o nulla rilevanza investigativa e che non ricordava alcunché. Detta affermazione, tuttavia, oltre che scarsamente credibile è anche in palese contraddizione con la circostanza che il teste, in quel contesto così caotico e drammatico, si premurava di prelevare la borsa dalla blindata, guardando all’interno della stessa.
La deposizione dell’ufficiale dei Carabinieri (al netto del suo evidente timore -palesato in diversi passaggi della testimonianza- di rendere dichiarazioni autoincriminanti), pare ben poco convincente, tanto più considerando le sue pregresse dichiarazioni, con le quali il teste spiegava (nel maggio 2005) che veniva informato, dal dottor Ayala oppure dal dottor Teresi (più probabilmente dal primo dei due) del fatto che esisteva un’agenda tenuta dal dottor Paolo Borsellino e che, su specifica richiesta, andava a controllare all’interno dell’automobile blindata, dove effettivamente rinveniva la borsa in pelle di color marrone, sul pianale dietro al sedile del conducente.
Dopo aver prelevato la borsa dall’automobile blindata, portandola dove stavano in attesa i dottori Ayala e Teresi, “uno dei due predetti magistrati aprì la borsa”, dentro la quale non vi era alcuna agenda, ma soltanto dei fogli di carta. Dopo detta verifica, l’ufficiale dei Carabinieri incaricava uno dei propri sottoposti di mettere la borsa nella macchina di servizio di uno dei due Magistrati predetti. Si riporta qui di seguito il relativo stralcio del verbale dibattimentale, con anche la contestazione delle precedenti dichiarazioni rese da Arcangioli in fase d’indagine preliminare:
P.M. Dott. LARI – Sì, questa foto la ritrae in possesso di quella che è la borsa, diciamo, del dottor Borsellino. Lei si riconosce in quella fotografia?
TESTE ARCANGIOLI G. – Eh, certo, sono io.
P.M. Dott. LARI – Ecco, quindi allora a questa domanda risponde positivamente. Ecco, lei ci può, diciamo, ricostruire oggi le ragioni, le modalità che la portarono ad entrare in possesso di questa borsa?
TESTE ARCANGIOLI G. – Allora, Signor Presidente, anche in questo caso questa domanda mi è già stata rivolta (…). La ringrazio, ma nonostante la lettura dell’art. 63, la risposta a questa domanda molto probabilmente può contenere, diciamo così, elementi autoaccusatori, perché questa domanda mi è stata fatta in passato e l’esito è stato che sono stato accusato. Allora, anche tornando… quindi… anche tornando, diciamo così, alla premessa che ho fatto, io non me lo ricordo com’è andata a finire, cioè com’è iniziata che io avessi questa borsa e che fine ha fatto questa borsa, non me lo ricordo. E’ quello che dicevo prima, che ho provato a ricostruire con l’ufficio di Procura quello che poteva essere accaduto e la conseguenza è stata che sono stato indagato in un processo e indagato e imputato in un secondo processo. Quindi non me lo ricordo.
(…)
P.M. Dott. LARI – Presidente, forse potrei, per aiutare la memoria del teste, potrei leggere quello che nel 2005 egli ebbe a dichiarare all’ufficio del Pubblico Ministero, esattamente il 5 maggio del 2005, quando, e ci tengo a precisarlo, non vi era alcun indizio nei suoi confronti di essere il responsabile del furto dell’agenda, perché quegli elementi indiziari nei suoi confronti vennero fuori soltanto nel 2006, quando il giornalista Baldo di Antimafia 2000 portò in Procura… anzi, portò presso la DIA la fotografia che oggi abbiamo mostrato al teste, quindi allora venne sentito…
TESTE ARCANGIOLI G. – No, la foto era già presente nel 2005, signor Procuratore.
P.M. Dott. LARI – Nel 2005 alla DIA, scusi, nel 2005. Comunque questo primo verbale sicuramente, diciamo, è un verbale in cui egli venne sentito come persona informata sui fatti.
TESTE ARCANGIOLI G. – Anche nel secondo sono stato sentito come persona informata…
P.M. Dott. LARI – Ma io sto parlando del primo. Lei mi deve fare la cortesia, colonnello, di non interrompermi mentre parlo, è una questione di rispetto. E allora, lei ha dichiarato: “Non ricordo se il dottor Ayala o il dottor Teresi, ma più probabilmente il primo dei due e sicuramente non il dottor Di Pisa, mi informarono del fatto che doveva esistere un’agenda tenuta dal dottor Borsellino e mi chiesero di controllare se per caso all’interno della vettura di fosse una tale agenda, eventualmente all’interno di una borsa. Se non ricordo male, aprii lo sportello posteriore sinistro e, posata sul pianale dove si poggiano di solito i piedi, rinvenni una borsa, credo di color marrone in pelle, che prelevai e portai dove stavano in attesa il dottor Ayala e il dottor Teresi. Uno dei due predetti magistrati aprì
la borsa e constatammo che non vi era all’interno alcuna agenda, ma soltanto dei fogli di carta. Verificato ciò, non ricordo esattamente lo svolgersi dei fatti, per quanto posso ricordare, incaricai uno dei miei collaboratori, di cui non ricordo il nome, di depositare la borsa nella macchina di servizio di uno dei due magistrati di cui ho detto. Si tratta di un ricordo molto labile e potrebbe essere impreciso”. Ecco, questa sua dichiarazione poi lei, successivamente, l’ha modificata nel successivo verbale del 2006. Ecco, serve a ricordarle qualcosa questa dichiarazione? Che sono due parole quelle che io ho letto.
TESTE ARCANGIOLI G. – Allora, Signor Presidente, la fotografia già esisteva ai tempi del verbale del 2005, era già nella… diciamo così, ce l’aveva già l’ufficio di Procura. Quel verbale come… quell’audizione come teste, come la successiva, purtroppo non sono stati registrati; se ci fossero le registrazioni oggi saremmo in ben altra situazione. Il “non ricordo” all’inizio della frase, e questi sono i miei timori che Le anticipavo prima, mi è già stata fatta la contestazione nel verbale del febbraio del 2006. Allora, quel “non ricordo” all’inizio della frase significa: non ricordo quello che poi viene detto successivamente. Quindi non ricordo tutto quello che ha letto il signor Procuratore della Repubblica, non lo ricordo. Come… sennò ricado nello stesso errore. Allora se è una ricostruzione, posso provare a farla con grandissimi limiti e dicendo che è una ricostruzione; se è un ricordo, come ho scritto lì, è non ricordo quello che avviene successivamente. Non si può togliere il “non ricordo” e prendere per una positività quello che viene dopo. Non lo ricordo, poi…
P.M. Dott. LARI – Il “non ricordo” si riferisce se il dottor Ayala o il dottor Teresi.
TESTE ARCANGIOLI G. – No, il “non ricordo”, visto che l’ho firmato io, si riferisce a tutta la frase. Certo, come si redige un verbale, e anch’io ho la mia esperienza, non è che metto “non ricordo se si riferisce ad Ayala o Teresi, non ricordo…” Mette “non ricordo” all’inizio, è quello che segue che non ricordo, non è…
P.M. Dott. LARI – Allora, Presidente, io lo rileggo per chiarezza anche dei Giudici della Corte d’Assise: “Non ricordo se il dottor Ayala o il dottor Teresi, ma più probabilmente il primo dei due, mi informarono del fatto che doveva esistere un’agenda”. Quindi l’affermazione su informato del fatto che vi era un’agenda, “non ricordo se ad informarmi fu il dottor Ayala o il dottor Teresi, ma più probabilmente il primo dei due”, questa è la dichiarazione.
TESTE ARCANGIOLI G. – No, il… no, il “non ricordo” vale per tutta la frase, tant’è che all’ultimo insistii per mettere quell’altro periodo, fortunatamente, che lei ha letto poco fa, dove dice che il ricordo è molto labile. Insistii per mettere questo periodo a suggello del “non ricordo” iniziale.
P.M. Dott. LARI – Comunque la mia domanda è: avendole letto io questa frase, al di là dell’interpretazione autentica del suo pensiero, se questo serve a rinfrescare la sua memoria.
TESTE ARCANGIOLI G. – Eh, Signor Presidente, io non me lo ricordo quando…
P.M. Dott. LARI – Quindi lei oggi, essendole mostrata una foto in cui lei viene ritratto con la borsa di Paolo Borsellino, lei risponde: “Non mi ricordo come sono venuto in possesso di questa borsa”?
TESTE ARCANGIOLI G. – E’ la veri… è la verità, è la verità, con tutti i limiti che essa può essere, con tutte le fallacità che essa può contenere, ma non me lo ricordo come ne sono venuto in possesso. Era una borsa… non… non me lo ricordo.
P.M. Dott. LARI – Lei è stato anche fotografato con questa borsa mentre si allontanava, tra l’altro, dal luogo, diciamo, dove la borsa era custodita, cioè la macchina del dottore Borsellino, ad una distanza di circa… è stato fotografato anche a circa settanta – ottanta metri, sessanta – settanta metri, in direzione della via Autonomia Siciliana; vi sono immagini, appunto, che la ritraggono con questa borsa in mano dapprima nella parte opposta dell’abitazione della madre del dottor Borsellino ed in seguito quasi all’imbocco della via Autonomia Siciliana. Vi sono diversi fotogrammi, non è soltanto questo che le è stato mostrato. Adesso glieli mostriamo un attimo. Possiamo, Presidente?
(…)
P.M. Dott. LARI – Sì. Allora, l’altra domanda è: lei non ricorda, ha detto, come sia venuto in possesso della borsa, ma ricorda di avere aperto la borsa e avervi guardato dentro? Le abbiamo letto la sua dichiarazione, che lei ha aperto e ha guardato dentro.
TESTE ARCANGIOLI G. – Sì, io ricordo di aver guardato dentro quella borsa; se le dovessi dire esattamente dove, non sono in grado di stabilirlo, non sono in grado di… forse dalla parte opposta, diciamo così, da dove si trovava l’abitazione del Giudice. C’ho guardato dentro, non mi ricordo di aver visto alcunché che potesse attirare l’attenzione. Ho invece un ricordo, perché.. di quello che c’era dentro, ed era un crest dei Carabinieri. Eh, il mio… la mia mente lì si è fermata, perché il Giudice dentro la sua borsa teneva un crest dei Carabinieri.
P.M. Dott. LARI – E soltanto un crest? Lei ha parlato…
TESTE ARCANGIOLI G. – Il mio ricordo si ferma al crest, poi forse probabilmente c’era anche altro, però il mio ricordo è il crest; era un crest dei Carabinieri, per questo ha colpito la mia memoria, il mio ricordo.
P.M. Dott. LARI – E lei ricorda se quando ha guardato all’interno della borsa, ha guardato da solo o era in compagnia di un magistrato? Ed eventualmente chi era questo magistrato?
TESTE ARCANGIOLI G. – Sono domande che la Corte non conosce, ma mi sono già state ovviamente rivolte e sono in atti. Io non ho la certezza, non ho un ricordo nitido con chi ho guardato all’interno della borsa. Anche all’epoca, come dico oggi, mi sembra, ma rimane un “mi sembra”, che ci fosse anche il dottor Ayala, ma rimane un “mi sembra”, non è un ricordo nitido, non è un’affermazione che posso fare sotto giuramento.
Le predette dichiarazioni, contestate a Giovanni Arcangioli, venivano confermate dal suo superiore gerarchico, dell’epoca, al Nucleo Operativo Provinciale dei Carabinieri di Palermo, il Colonnello Marco Minicucci, che giungeva in via D’Amelio circa mezz’ora dopo lo scoppio dell’autobomba e si recava con il dott. Giuseppe Ayala a riconoscere i resti di Paolo Borsellino. Il teste, infatti, vedeva Giovanni Arcangioli in via D’Amelio ed il sottoposto -che non faceva alcuna relazione di servizio- gli riferiva, il giorno stesso oppure l’indomani, che, su disposizione di un Magistrato, prelevava la borsa del dottor Paolo Borsellino dall’automobile blindata, guardandoci dentro. Si riporta, qui di seguito, un breve stralcio della relativa deposizione:
P.M. Dott. GOZZO – Il 19 di luglio del 1992 lei ricorda se ebbe modo di recarsi in via D’Amelio e quando, soprattutto?
TESTE MINICUCCI M. – Mah, io sono arrivato a via D’Amelio… ho sentito da Carini lo scoppio, sono arrivato a via D’Amelio praticamente subito dopo insieme a tante altre persone; sul posto ho visto c’erano Vigili del Fuoco, Polizia e Carabinieri; diciamo che sono arrivato intorno
alle 17.25 – 17.30.
P.M. Dott. GOZZO – Quindi dopo una mezz’oretta dai fatti. (…) All’incirca. Lei ricorda chi vi era sui luoghi al momento del suo arrivo? Cioè chi era presente, come altre Forze di Polizia, nella fattispecie, chiaramente.
TESTE MINICUCCI M. – Beh, ricordare tutti è impossibile, considerato che in quel luogo c’era veramente di tutto e poi, man mano, sono aumentate le persone; riguardandolo dopo vent’anni ci accorgiamo che eravamo veramente tanti sulla scena del delitto, era impressionante, riguardando i filmati dell’epoca. Ricordo che con me è arrivato contestual… quasi contestualmente, ancorché da località diversa, il comandante della prima Sezione del Nucleo, il capitano Arcangioli; ricordo che sul posto ho visto il dottor Ayala. C’erano tante altre persone, adesso fare l’elenco sarebbe per me difficile in questo momento.
P.M. Dott. GOZZO – Altri magistrati non ne ricorda?
TESTE MINICUCCI M. – No.
P.M. Dott. GOZZO – Senta, a proposito proprio del dottor Ayala, lei ricorda se ebbe modo, insieme al dottor Ayala, di fare qualcosa in via D’Amelio?
TESTE MINICUCCI M. – Ma io ricordo, e ce l’ho ben chiaro, che insieme al dottor Ayala andammo a vedere il cadavere di quello che poi è risultato essere il dottor Borsellino, quindi all’interno del… del cortile dal quale poi si accedeva al palazzo dove abitava la mamma, e quindi
guardammo, ovviamente riconoscendo il magistrato che tutti noi avevamo avuto modo di… con il quale avevamo avuto modo di collaborare. Quindi questo è un atto che io ho fatto e che avevo a fianco il dottor Ayala, questo lo ricordo bene.
(…)
P.M. Dott. GOZZO – Senta, lei successivamente, cioè in quella occasione, diciamo, quando si è trovato là o successivamente ai fatti, ebbe mai modo di parlare o di vedere, diciamo, della borsa del dottore Borsellino con il capitano Arcangioli?
TESTE MINICUCCI M. – Io sono stato sentito… sono stato sentito sull’argomento nel 2006, se non erro, e ho ricostruito quello che ricordavo e quindi che con Arcangioli… Arcangioli mi riferì di aver prelevato la borsa e mi raccontò che all’interno aveva visto un crest e quindi questo era il particolare che mi riferì Arcangioli, e come ho avuto modo di dire qualche anno fa, non ricordo se me lo disse nella stessa giornata o qualche giorno dopo. Sicuramente mi parlò di aver prelevato la borsa.
P.M. Dott. GOZZO – Le disse anche perché aveva prelevato la borsa?
TESTE MINICUCCI M. – Mi disse che gliel’aveva detto un magistrato di prelevare la borsa, questa era l’informazione che lui mi aveva dato; informazione che lui mi dava perché ero il suo superiore gerarchico, quindi (…) ovviamente era il suo dovere quello anche di… di raccontare quello che stava facendo in quel momento. Se è stato lo stesso giorno o se è stato il giorno dopo, ripeto, questo non… non lo ricordavo nel 2006, quando ho rilasciato le mie dichiarazioni, e non lo ricordo ora.
(…)
P.M. Dott. GOZZO – Sì. Le fece una relazione di servizio relativamente a questi fatti?
TESTE MINICUCCI M. – No, non ho… io non ho fatto relazione di servizio, e così come mi è stato modo di… mi è stato detto quando fui sentito dalla DIA a Roma, non la fece neanche, da quello che ricordo, neanche Arcangioli questa relazione di servizio, quindi… E io non gli ho fatto neanche nessun rilievo, perché mi fu contestato di non aver fatto un rilievo ad Arcangioli per avere omesso una relazione di servizio. Non fu fatta, in quel caso di questo non se n’è…
P.M. Dott. GOZZO – Però possiamo convenire sul fatto che effettivamente, diciamo (…) normalmente una relazione di servizio…
TESTE MINICUCCI M. – Convengo, convengo su tutto.
P.M. Dott. GOZZO – Ecco, soprattutto se lei mi dice…
TESTE MINICUCCI M. – Convengo su tutto.
P.M. Dott. GOZZO – …che la borsa è stata aperta, perché se lei mi dice che dentro c’era un crest (…) evidentemente è stata aperta.
TESTE MINICUCCI M. – No, no, no, ma sicuramente, io convengo sul fatto che la relazione andava sicuramente fatta e io… lei era a Palermo, ricordo solo quello che era via D’Amelio il 19 luglio del ’92.
(…)
P.M. Dott. GOZZO – Dico, e lei non ricorda che Arcangioli sia venuto in qualche modo o da lei o da altre persone con la borsa in mano per sapere cosa fare? Ecco.(…) Per prendere disposizioni.
TESTE MINICUCCI M. – No, onestamente no.
P.M. Dott. GOZZO – No. Arcangioli le disse, comunque, cosa fece con la borsa dopo averla ricevuta?
TESTE MINICUCCI M. – No, lui mi disse che l’aveva presa, che aveva visto l’interno, ma non mi ha detto poi che cosa ne ha fatto.
P.M. Dott. GOZZO – Non le disse che l’aveva…?
TESTE MINICUCCI M. – No, no.
P.M. Dott. GOZZO – Le disse se poi, successivamente, aveva deciso di riposizionare la borsa dove l’aveva presa?
TESTE MINICUCCI M. – No, no, no, lui mi ha detto che l’aveva aperta su disposizione del magistrato, il contenuto all’interno e mi ricordo che parlò del crest, ma poi non ho più saputo, né ho approfondito in quella circostanza sulla borsa, perché probabilmente non ho dato il peso alla questione, quindi non…  (…)
P.M. Dott. GOZZO – Un attimo solo. Quando Arcangioli le disse di avere visto che dentro la borsa vi era un crest araldico, le disse anche, cioè, se aveva aperto la borsa su disposizione di un magistrato o se lo aveva fatto di sua iniziativa?
TESTE MINICUCCI M. – No, io ricordo che lui l’aveva presa su disposizione del magistrato; non ricordo se il magistrato gli aveva detto di aprirla. Probabilmente l’apertura è una cosa che poteva essere anche… che possa avvenire anche dall’appartenente alle Forze di Polizia per controllare quello che c’è dentro, poteva esserci un’arma, poteva esserci di tutto, dico, non… Però, dico, non mi ricordo materialmente chi; se mi raccontò: “Mi ha detto di prenderla e aprirla”. Che il
magistrato gli disse di prenderla, questo mi ricordo che lui me lo disse.

(pagg 829-841)

2 Luglio 2019

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