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Il camping del vivandiere di Setola come base per uccidere imprenditore: condannato

Il camping del vivandiere di Setola come base per uccidere imprenditore: condannato

Confermati i 18 anni per Jhon Perham per l’omicidio di Raffaele Granata: “Sapeva del delitto”. Il gruppo di fuoco cambiò obiettivo all’ultimo momento

Attilio Nettuno

Era consapevole dell’intenzione del commando dell’ala stragista del clan dei Casalesi di uccidere Raffaele Granata, il titolare del lido “La Fiorente” di Castel Volturno. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 18 anni e 8 mesi di carcere per Loran Jhon Perham, figlio di un ufficiale della Nato, vicinissimo al superkiller del clan Giuseppe Setola

Secondo quanto ricostruito, il commando – composto da Giovanni Letizia, Oreste Spagnuolo Carlo Di Raffaele, oltre che da Massimo Amatrudi Giuseppe Gagliardi – si era appoggiato presso l’International Camping gestito da Perham. Un luogo strategico, vicino allo stabilimento balneare dei Granata, da dove era possibile effettuare ricognizioni esplorative per l’azione di fuoco. 

Vittima designata del raid di morte era Massimo Granata, imprenditore che aveva deciso di ribellarsi al pizzo. Dai sopralluoghi, però, non era stato trovato presso il lido e così il commando decise di “ripiegare” su suo padre Raffaele, che pure in passato aveva denunciato estorsioni. 

In primo grado Perham era stato condannato solo per favoreggiamento ma nel 2014 la Corte d’Appello di Napoli aveva ritenuto raggiunta la prova del fatto che Perham fosse a conoscenza dell’omicidio con la condanna a 18 anni e 8 mesi. Una sentenza che venne impugnata in Cassazione che dispose un processo bis, con nuova escussione dei pentiti. Nel marzo 2019 la corte partenopea aveva sostanzialmente confermato il verdetto. 

Nel secondo processo d’Appello, infatti, i collaboratori di giustizia Spagnuolo, Amatrudi e Gagliardi avevano ribadito come “Perham avesse certamente acquisito la consapevolezza circa le intenzioni del commando, per averne i suoi componenti parlato in sua presenza”, oltre al fatto che sapeva che quelle persone erano armate. In altri termini, dopo le ricognizioni, il gruppo di fuoco parlò del cambio della vittima designata alla presenza di Perham che dunque era a conoscenza dell’imminente omicidio. Pertanto il ricorso è stato respinto con la conferma della sentenza a 18 anni.

 

26 dicembre 2020

fonte:casertanews.it/