Le indagini partite dall’inchiesta “Galassia” della Dda. Le aziende con sede in Austria e a Malta. Il blitz della Gdf dopo i sequestri del 2021
Pubblicato il: 20/05/2023 – 8:47
REGGIO CALABRIA Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, unitamente a personale dello Scico, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Giovanni Bombardieri, stanno dando esecuzione – in Toscana, Lazio e Calabria – a un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria che dispone l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca di beni – per un valore complessivamente stimato in oltre 3 milioni di euro – riconducibili a due imprenditori reggini, operanti prevalentemente nel settore dei giochi e delle scommesse. Si tratta di Santo Furfaro, di 57 anni, e Rocco Alampi, di 42, indagati con l’accusa di essere i capi, promotori e gestori del sito internet “Fsa365.com” attraverso cui, senza concessione, avrebbero esercitato in Italia la raccolta di scommesse
L’operazione “Galassia”
La figura criminale degli imprenditori era emersa nell’ambito dell’operazione “Galassia”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria, con il supporto dello Scico, nei confronti di un sofisticato ed altamente remunerativo sistema criminale, finalizzato all’illecita raccolta di scommesse online, avente la base decisionale ed operativa a Reggio Calabria e ramificazioni anche all’estero tramite società con sedi a Malta, in Romania, in Austria e in Spagna. Tali società avrebbero agito mediante un sistema di guadagno a “cascata”, dal master, vertice della piramide e promotore dell’organizzazione, all’end user, il giocatore finale. L’associazione in parola avrebbe avuto collegamenti con la ‘ndrangheta, alla quale garantiva una parte dei proventi in cambio di protezione e diffusione dei brand online e in esercizi commerciali locali. Infine, i punti affiliati trasferivano le somme incassate alla direzione amministrativa dell’associazione allocata all’estero, sottraendole all’imposizione fiscale italiana. Furfaro, per i pm, aveva collegamenti economici con le cosche della Piana di Gioia Tauro. In particolare, il collaboratore di giustizia Antonio Russo «lo descrive – si legge nelle carte della Dda – quale espressione economica nel settore della cosca Piromalli».
Dall’Austria e Malta all’Italia: il meccanismo
Quanto alle società con sede legale in Austria e Malta, esse, di fatto, avrebbero operato in Italia attraverso una stabile organizzazione, costituita da plurimi punti commerciali distribuiti sul territorio e dediti alla raccolta di puntate su giochi e scommesse, attraverso siti non autorizzati, tra i quali quelli gestiti dai proposti. Nello specifico, questi ultimi, avrebbero svolto – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – il ruolo di capi, promotori e gestori di un sito internet attraverso il quale esercitavano sul territorio nazionale la raccolta di puntate nell’ambito del descritto sistema illecito.
Alla luce delle richiamate evidenze, la locale Direzione Distrettuale Antimafia – sempre più interessata agli aspetti economico-imprenditoriali legati alla criminalità organizzata – ha delegato il Gico del Nucleo Polizia Economica Finanziaria della Guardia di Finanza ed il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata a svolgere apposita indagine a carattere economico/patrimoniale finalizzata all’applicazione, nei confronti dei citati imprenditori, di misure di prevenzione personali e patrimoniali.
Confisca per aziende, fabbricati, terreni e conti
L’attività in rassegna, anche valorizzando le risultanze delle pregresse indagini, ha consentito di rilevare, attraverso una complessa e articolata attività di riscontro, anche documentale, il patrimonio direttamente e indirettamente nella disponibilità dei proposti, il cui valore sarebbe risultato sproporzionato rispetto alla capacità reddituale manifestata. Nel mese di giugno 2021 la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ha disposto, di conseguenza, il sequestro del patrimonio riconducibile ai medesimi imprenditori e, successivamente, riconoscendo la validità dell’impianto indiziario, con il provvedimento in esecuzione ha decretato – allo stato del procedimento ed impregiudicata ogni diversa successiva valutazione nel merito – l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dell’intero compendio aziendale di 4 società operanti nei settori ludico ed immobiliare, 11 fabbricati, 3 terreni e disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato in oltre 3 milioni di euro.