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Il bavaglio alla televisione mentre si gioca la partita della legalità. Stiamo correndo verso il precipizio

Siamo arrivati alla fine di questa prima settimana senza i programmi di approfondimento della Rai, senza Porta a Porta , Ballarò , Annozero , L’ultima Parola e In mezz’ora e per me è stata una settimana terribile. Per tutti questi giorni ho visto crescere la storia delle liste regionali del Pdl non ammesse, tutti i commentatori dei giornali hanno capito subito che attorno a quella storia si giocava una partita di legalità di estrema importanza, che avrebbe coinvolto le più alte cariche dello Stato. E basta guardare i titoli dei giornali di ieri su Napolitano per rendersene conto.

Ebbene, quelli che in Italia non leggono i giornali e si informano solo con la televisione, e sono milioni di persone, non hanno avuto alcuna possibilità di seguire questa storia. Nessuno gli ha raccontato i retroscena, le implicazioni politiche, le conseguenze. Tutto è stato raccontato e «macinato» nelle manciate di minuti che gli dedicano i telegiornali, metà delle quali, per par condicio, subappaltate direttamente ai protagonisti politici della vicenda. Ma questa è stata anche la settimana del senatore Di Girolamo, degli applausi a lui rivolti al Senato, delle sue dimissioni e del suo arresto.

E dell’inchiesta che lo riguarda, che coinvolge una parte non secondaria del sistema delle telecomunicazioni italiane. E quando Gad Lerner su La7 se ne voleva occupare glielo hanno impedito. Poi c’è l’inchiesta sulla Protezione Civile che va avanti ed ogni giorno, sui giornali, ci sono novità. Per esempio le prime ammissioni di Verdini, non proprio l’ultimo arrivato, ma uno dei tre coordinatori nazionali del Pdl, la cabina di regia del partito di Berlusconi. E mentre fuori nel mondo succede di tutto la Rai, per la prima volta nella sua storia, è spenta. Mentre i giornalisti della carta stampata continuano a raccontare quello che succede, i giornalisti della Tv pubblica non lo possono fare, sono fermi, con le mani in mano, le telecamere spente. Tutto questo nel momento in cui c’è bisogno del massimo di informazione.

E questa situazione mi spaventa molto. Spero che i prossimi pronunciamenti del Tar ai ricorsi di Sky e delle tv private possano aprire uno spiraglio di ripensamento della RAI. Perché se questo silenzio, questo buio si protrarrà ancora per settimane verrà leso il diritto costituzionale di milioni di persone ad essere informate. Noi questa sera abbiamo deciso di squarciare questo buio con i colori e gli elementi della vita, il sole, il vento e gli alberi: in un lungo viaggio che comincia a Berlino e finisce a Palermo vi racconteremo quanta energia pulita si può produrre utilizzando le fonti rinnovabili. In Germania, pensate, in meno di dieci anni sono riusciti ad aumentare l’uso delle fonti rinnovabili fino a coprire il 16 per cento di tutto il fabbisogno energetico di una delle nazioni più industrializzate dal mondo.

E hanno costruito dal nulla una nuova industria che prima non c’era: vi porteremo nella «Solar Valley», nel cuore dell’ex Germania dell’Est, dove la vecchia e inquinata industria chimica è stata completamente sostituita dalle fabbriche del futuro, che producono ogni giorno milioni di celle solari. Vi faremo vedere i parchi solari e le pale eoliche più grandi del mondo, ma anche come la cultura del risparmio energetico sia entrata ormai a far parte delle abitudini dei tedeschi e dell’agenda politica di quel Paese. E scopriremo assieme quanta buona economia, quanti posti di lavoro ci sono dietro quelle scelte: solo in Germania, tra indiretto e diretto, attorno alle fonti rinnovabili sono stati costruiti dal niente 750mila nuovi posti di lavoro. E poi vi faremo vedere la situazione italiana. Con stasera finisce questo ciclo di Presadiretta , cominciato a settembre che per undici lunghe prime serate ci ha portato dentro la pancia, il cuore e la testa del nostro Paese. Da domani ci rimettiamo la telecamera sulla spalla. Sperando in tempi migliori.

Riccardo Iacona

(Tratto da L’Unità)