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Il bacio fra lo “zio” Giulio e lo “zio” Totò.   

Il bacio fra lo “zio” Giulio e lo “zio” Totò.
QUEL BACIO CHE  PROBABILMENTE NON E’ STATO NE’ L’UNICO E NE’ L’ULTIMO E CHE , ALTRETTANTO PROBABILMENTE ( DITELO VOI ) , SI E’ TRASFORMATO  IN UN AMPLESSO PERMANENTE ED ACCALORATO (ASS.CAPONNETTO  ).

Il bacio fra lo “zio” Giulio e lo “zio” Totò

26 Novembre 2017

di Enrico Bellavia

Di relazioni con la politica si nutre Cosa nostra. La sostanziale identificazione di questo mondo di mezzo con una fazione della Democrazia cristiana, quella di Giulio Andreotti, corrisponde in parte a verità giudiziarie ormai consolidate sia pure nella controversa assoluzione del politico più longevo del dopoguerra e in parte a una comoda mistificazione.

Dietro al totem della corrente corrotta per definizione si è nascosta una fetta ben più ampia di classe dirigente che con la mafia ha trescato da ben altre posizioni, rappresentandone gli interessi pur provenendo da mondi apparentemente lontani.

Così nemmeno il vecchio Pci – Partito comunista italiano – è mai riuscito a interrogarsi a fondo sulla stagione di un compromesso politico che ad alcune latitudini si trasformò in una consorteria di affari funzionale, anche quella ad assecondare le necessità di Cosa Nostra.

Il “bacio” tra Giulio Andreotti e Totò Riina, raccontato dal pentito Balduccio Di Maggio e archiviato come improbabile quando la credibilità dell’ex reggente di San Giuseppe Jato ha vacillato, è un altro dei totem intorno al quale la disputa si è accesa violentemente.

Rappresenta la giunzione del cerchio, il suggello concreto di un patto. Che c’era a prescindere da quel bacio. Che però risultò funzionale al marketing di un processo che intorno a quel bacio indugiò con poca lungimiranza. Avendo provato il probabile ma lasciandosi sedurre dalla sirena di un’immagine che come uno specchio rifletteva lo sforzo ma era anche capace di appannarlo fino a renderlo evanescente.

Il Bacio fu la forza e la condanna del processo Andreotti. Ne rappresentò il simbolo più immediato e più controproducente al tempo stesso. Nelle carte c’era molto di più di un bacio ma quella rivelazione così inattesa e così infida finì per essere una maledetta parentesi tra la parola insuccesso in una storia che altrimenti, con tutta probabilità avrebbe avuto altro corso.

E il Bacio diventò l’arma brandita da chi ebbe tutto l’interesse a liquidare come fosse un abbaglio quel che di vero da quel processo era saltato fuori: l’eterna tentazione al compromesso stabile del potere con la mafia e la perfetta simbiosi che questa realizzava con i detentori occasionali di quel potere.

(2 – continua)

fonte:http://mafie.blogautore.repubblica.it