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Il 22 novembre a Frosinone, nel Salone della Provincia, dibattito sul Documento dell’Associazione Caponnetto contro la corruzione e le infiltrazioni mafiose nei Comuni.

Giovedì 22 novembre  a Frosinone, nel salone dell’amministrazione provinciale, è stato promosso un incontro per contrastare la corruzione e l’espansione delle organizzazioni criminali. Un dibattito che deve ridare dignità alla politica e iniziare almeno un risarcimento morale nei confronti dei cittadini che in questi anni sono stati ingannati, truffati e danneggiati dal malgoverno e dal malcostume diffuso di una classe dirigente sempre più attratta dal potere, dai soldi e dai privilegi.
Gli appalti rappresentano il collante tra affari e politica, tra il settore economico e i tecnici-professionisti, tra le istituzioni e le imprese.
Se le procedure vengono fatte alla luce del sole, in trasparenza e rispettando i canoni legislativi e i criteri etici allora tutto prosegue regolarmente e senza intoppi ma se qualche partner decide di appropriarsi indebitamente dei soldi pubblici allora si crea una sorta di catena di Sant’Antonio, un cerchio magico, una cricca, una combriccola, un sistema di collusi, un comitato d’affari, insomma una schifezza alla quale bisogna dire basta.
Chi ruba ha bisogno del silenzio di chi gli sta accanto, della sua complicità e alla fine del suo assenso.
Imprese, tecnici e amministratori, insieme nella buona e nella cattiva sorte, perchè è impossibile per uno dei tre sottrarre risorse economiche destinate alla realizzazione delle opere pubbliche senza che gli altri se ne accorgano. Quando si mettono d’accordo possono sottrarre alla somma destinata ai lavori anche il venti o trenta per cento senza creare alcun problema. Gli unici a pagarne le conseguenze saranno i cittadini che avranno scuole pericolanti, strade dissestate, alloggi fatiscenti e ogni sorta di opera realizzata con materiale scadente e difforme dal progetto originario.
L’amministratore non potrebbe intascare nemmeno un centesimo senza l’assenso della ditta vincitrice dell’appalto e senza che il tecnico manipoli il progetto con varianti in corso d’opera o con computi metrici che si modificano  secondo di come procedono i lavori.  La politica costa, così dicono, ma a pagare è la gente comune, il popolo chiede favori e loro, i politici, fanno mille promesse in cambio del voto.
Voto di scambio, clientele e tanti soldi per essere sempre in prima pagina, sui tabelloni pubblicitari e per riempire le sale dei ristoranti.
La politica brucia enormi risorse e i soldi vengono presi soprattutto dalla gestione degli incarichi e degli appalti.
se vogliamo provare a cambiare dobbiamo retituire dignità alla politica, risarcire la società per i furti che ha subito e le mortificazioni che ha dovuto patire, ma soprattutto regolamentare la gestione degli appalti pubblici.
Non solo i politici ma anche le imprese, i tecnici e i responsabili addetti al controllo delle procedure e all’esecuzione dei progetti.
“La lotta alla criminalità ed alla corruzione deve essere impegno imprescindibile di ogni
singola amministrazione.
E questo non solo per un doveroso rispetto della legalità, per un dovere etico e morale di
ogni singolo cittadino, ma in particolare riguarda coloro che sono chiamati ad amministrare la
cosa pubblica  e a fermare il continuo abuso dei più forti sui più deboli.
Gli appalti pubblici costituiscono un settore di estrema importanza per la crescita, diretta e
indiretta, dell’economia italiana, non solo per la funzione sociale assolta nel garantire, per
il loro tramite, la realizzazione di infrastrutture e lo svolgimento di servizi primari per la
popolazione, ma anche perché in esso confluiscono enormi flussi di denaro.
Quest’ultimo aspetto che fa sì che tale settore attragga appetiti, leciti e illeciti, sia di imprese pulite
che di quelle colluse, direttamente o indirettamente, con la criminalità organizzata.
La crisi economica in atto non fa che amplificare tale importanza e la mancanza di liquidità
e di credito che ne discende rende tale settore terreno sempre più fertile per l’infiltrazione
delle organizzazioni mafiose nell’economia legale.

Nelle procedure di gara, anche per effetto della diretta applicazione del diritto comunitario,
assumono rilievo centrale i principi di trasparenza, che comporta l’obbligo della Pubblica
Amministrazione di rendere pubblici procedure e provvedimenti, consentendo in maniera
estesa il diritto di accesso ai documenti amministrativi da parte di soggetti terzi interessati;
il principio di buona amministrazione che indica la necessità che l’azione
amministrativa, nel perseguire il pubblico interesse, si svolga secondo le modalità più
idonee ed opportune ai fini dell’efficacia, dell’economicità` e dell’efficienza, ed infine il
principio di par condicio che impone all’amministrazione di trattare tutti i soggetti
potenzialmente interessati all’aggiudicazione di un appalto in condizioni di assoluta parità.”

Per l’attuazione dell’iniziativa in oggetto le SS. LL. sono invitate giovedì 22 p.v. dalle ore 16.00 alle ore 19.00 presso il salone di rappresentanza dell’amministrazione provinciale di Frosinone.

Il sindaco di Pastena

Dott. Arturo Gnesi