Cerca

I PROBLEMI DOPO L’ENTRATA IN VIGORE – I lenti aggiornamenti telematici e la mancata ricezione delle notizie di reato

DI VALERIA PACELLI

5 GENNAIO 2023 – Il Fatto Quotidiano

Sistemi informatici non aggiornati. E impossibilità per i magistrati di ricezione delle notizie di reato. Nei primi giorni di entrata in vigore della riforma Cartabia è successo anche questo in molte Procure italiane. Alcune di queste si trovano in Puglia, altre in Abruzzo, altre ancora nelle Marche. Come ad Ascoli Piceno, ufficio giudiziario su un territorio di circa 210mila abitanti che oggi diventa un laboratorio del nuovo corso della giustizia. In queste ore la situazione sta migliorando, ma il meccanismo non è certo perfettamente oliato. Dal 28 al 30 dicembre c’è stato infatti un aggiornamento di tutti i portali e i registri informatici. A questo non sarebbe seguita una tempestiva diffusione di un manuale d’uso con le novità inserite. Di qui la difficoltà della polizia giudiziaria che dal 30 dicembre per alcuni giorni non è riuscita a inserire le notizie di reato nel portale dedicato. Di conseguenza i magistrati, non ricevendo nulla, hanno dovuto chiedere trasmissione via posta elettronica certificata o deposito in cartaceo con vari ritardi. Si è creato così un piccolo caos, con le informazioni che in una fase iniziale non riuscivano ad essere gestite e la mancata ricezione delle notizie di reato.

In queste ore, mentre scriviamo, in molti uffici giudiziari la situazione è in via di risoluzione. Stessi problemi anche in qualche procura pugliese. Qui alcuni magistrati segnalano altre difficoltà nell’applicazione della Cartabia: il nuovo procedimento penale sarà più telematico, con possibili testimonianze a distanza e l’uso massiccio delle video-registrazioni. Ma proprio su questo molti lamentano la mancanza di strumenti. La soluzione, proprio per consentire le video-registrazioni in casi specifici, potrebbe essere quella di affidarsi a fornitori esterni, dunque necessariamente con costi maggiori: in un settore nel quale, a quanto pare, bisogna risparmiare, ma solo in determinati settori, come le intercettazioni telefoniche.

A quasi una settimana dall’entrata in vigore, le nuove norme restano insomma di non facile applicazione. Per questo il 29 dicembre c’è stato un incontro al ministero della Giustizia tra Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione nazionale magistrati e il capo di gabinetto di via Arenula Alberto Rizzo. Secondo quanto trapela, il ministero ha assicurato una più stretta collaborazione e una pronta risposta a tutti i problemi organizzativi che possono sorgere, anche per quel che riguarda la riforma del processo civile che entrerà in vigore il prossimo 28 febbraio. Vedremo.

Nel frattempo le Procure stanno correndo ai ripari. Perché oltre ai problemi legati all’adeguamento dei sistemi informatici, ci sono da gestire le conseguenze ben più gravi dell’introduzione di nuove norme come quella sui reati perseguibili a querela: per il furto, le lesioni lievi o le molestie, ma anche il sequestro di persona e la violenza privata, il pubblico ministero potrà far partire l’indagine soltanto se la vittima deciderà di presentare querela (finora invece questi reati erano procedibili d’ufficio). Una norma criticata da più parti perché si tratta di reati che avvengono in contesti prevaricatori, come il mondo del crimine organizzato, e causano una sottomissione psicologica della vittima. Proprio su questo il procuratore di Ascoli Piceno, Monti, spiega: “Facciamo un paio di esempi: una violenza sessuale in danno di un maggiorenne preceduta poco prima da lesioni contro la vittima resta da ora perseguibile a querela anche se lesioni arrivano fino a 40 giorni di prognosi, stessa cosa per lo stalking. Le vittime sono lasciate sole. E ancora: se viene fermato un camion con la refurtiva di un furto anche grave commesso poco prima, come un bancomat divelto, se non viene subito rintracciata la vittima di quel furto per fargli sporgere querela, non si potrà procedere all’arresto in flagranza degli autori che verranno lasciati andar via”.

Fonte:https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/01/05/procure-iscrizioni-a-ostacoli-e-sistemi-in-stallo-e-leffetto-cartabia/6926146/