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I magistrati della Procura di Cassino latitanti al Convegno sulle mafie. Le Procure ordinarie del Lazio debbono, come si fa da decenni in Campania, cominciare ad interessarsi di reati di mafia!!!

Se vogliamo cominciare ad affrontare seriamente il problema della lotta alle mafie nel Lazio, bisogna assolutamente porre sul tappeto quello che riguarda il funzionamento delle Procure ordinarie.

Il disinteresse manifestato dai Procuratori di Cassino al Convegno sulle mafie “ a casa nostra” fatto in quella città e con la partecipazione di magistrati delle DDA e della Cassazione e di tutti i vertici delle forze dell’ordine è stato per tutti un campanello di gravissimo allarme.

Già eravamo in stato di preallarme dopo l’assenza registrata nei precedenti convegni di Terracina e di Formia per l’assenza dei Procuratori di Latina, ma quanto si è verificato a Cassino è per noi allarmante.

Noi abbiamo sempre invitato i rappresentanti delle Procure locali ai nostri Convegni, quindi nessuno si può giustificare dicendo “non sono stato invitato”.

Come dobbiamo leggere queste assenze sistematiche ogni volta che si parla di lotta alle mafie?

E’ il problema dei problemi, questo, delle Procure locali, un problema che se non risolviamo non potremo più parlare di contrasto della criminalità organizzata.

Sono mesi che abbiamo sottoposto al Ministero della Giustizia la nostra richiesta di fare in modo che si ricorra all’applicazione del CPP per fare in modo che anche nel Lazio, come da decenni si fa in Campania, le Procure ordinarie comincino ad interessarsi di inchieste di mafia ed insisteremo con il Ministro Severino perché intervenga immediatamente per risolvere questo problema.

Non è più possibile, stante la gravità della situazione e il suo continuo aggravarsi, che tutto il peso della lotta alle mafie debba continuare ad essere accollato sulle sole spalle dei magistrati delle DDA, mentre i loro colleghi delle Procure ordinarie stanno a guardare.

Lo diciamo chiaro e forte al Ministro Severino, ma anche al Capo dello Stato, nella sua veste anche di Presidente del CSM, oltre che ai Procuratori Piero Grasso e Giuseppe Pignatone.

Le mafie si stanno sempre più impadronendo del Lazio e non ci possono essere pezzi dello Stato che si limitano a guardare senza far niente.