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I flussi di denaro a Malta e in Svizzera. Così la Procura ha ricostruito il “sistema Arpaia”

I flussi di denaro a Malta e in Svizzera. Così la Procura ha ricostruito il “sistema Arpaia”

Il trasporto di soldi in contanti per coprire l’evasione fiscale. L’albergo in Trentino e l’acconto di 250mila euro. Le accuse all’imprenditore di Lamezia

Pubblicato il: 17/02/2022 – 16:09

di Alessia Truzzolillo

LAMEZIA TERME Secondo l’accusa l’imprenditore Claudio Arpaia e la moglie Annamaria Del Gaudio avrebbero dichiarato all’Agenzia delle entrate di avere ereditato dalla madre di Arpaia 500mila euro, un’informazione che, per gli inquirenti, non è corrispondente al vero: tale denaro sarebbe frutto di reati sull’evasione dell’Iva. Tale denaro, tra l’altro, era stato depositato nella cassetta di sicurezza di una banca di Lamezia e in seguito trasferito su un conto corrente maltese intestato alla Società Fca Holdings International Ltd, comunque riconducibile ai due coniugi, tramite l’interposizione delle Società Integritas Consulting Ltd e Integritas Trustees Ltd, da loro costituite».
La coppia è accusata di impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (in parole povere auto-riciclaggio) poiché avrebbe usato parte dei 500mila euro (per l’esattezza 230mila euro) per l’acquisto di un immobile a Lamezia Terme e trasferito parte del denaro (250mila euro) alla società Francesco Arpaia S.R.L, a loro riconducibile. Operazioni compiute, secondo l’accusa, «in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza delittuosa della somma». Ma non solo.

Un milione di euro in contanti «trasportati» in Svizzera

Se l’unità cinofila della Guardia di finanza, nel corso delle perquisizioni di oggi, ha scovato un tesoro di oltre un milione di euro nascosto in due borsoni in un magazzino di Lamezia Terme, il denaro contante in cifre monstre – stando a uno dei capi di imputazione redatti dalla Procura di Lamezia Terme – non mancava di circolare tra gli indagati. Risalirebbe all’ottobre 2020, infatti, il trasposto in Svizzera di un milione di euro organizzato da Claudio Arpaia, Annamaria Del Gaudio e dal consulente finanziario milanese Armon Rossi. Secondo le ricostruzioni contenute nell’accusa i tre avevano costituito la società di diritto svizzero Unboh Sagl, intestandone fittiziamente le quote ad Armon Rossi. In seguito i coniugi Arpaia avrebbero consegnato al consulente finanziario la somma di un milione di euro in denaro contante – provento di reati di natura tributaria – «incaricandolo del trasporto materiale dall’Italia alla Svizzera e del successivo accredito sui conti correnti svizzeri intestati alla Società Unboh Sagl».

L’albergo in Trentino e “l’acconto” di 250 euro in contanti

Questo denaro, in seguito, sarebbe stato utilizzato anche per l’acquisto di un immobile a Pinzolo (in provincia di Trento) per creare un albergo. L’immobile, destinato alla società Selecta srl, è stato acquistato a maggio 2021 dopo avere versato un anticipo di 50mila euro con un bonifico e concordando con il venditore di versare la restante somma di 900mila euro a rate. Non prima di avere consegnato 250mila euro in contanti in nero. A tenere i rapporti con il venditore, l’imprenditore trentino Mauro Armani. I 250mila euro “a nero” sarebbero denaro in parte spedito da Arpaia e dalla moglie (tramite i fratelli Vescio, non indagati in questo procedimento), e trasportato fino a Pinzolo da Amani, in parte già detenuto dallo stesso imprenditore trentino.

L’associazione per delinquere

La Procura di Lamezia Terme accusa Arpaia, Del Gaudio, Armani e Rossi di associazione per delinquere poiché si sarebbero associati per commettere svariati reati di autorociclaggio, e reati fiscali mirati a nascondere la provenienza illecita del denaro. I promotori dell’associazione vengono identificati dall’accusa in Arpaia e la moglie Del Gaudio i quali avevano interesse a riciclare il denaro accumulato con i reati fiscali. Il consulente finanziario Rossi è considerato l’ideatore dell’operazione di riciclaggio, titolare fittizio della società di diritto svizzero Unboh Sagl (in realtà riconducibile ad Arpaia e Del Gaudio), incaricato di «ricercare e proporre opzioni di investimento, per ripulire il denaro dallo stesso già detenuto in Svizzera per conto dei due coniugi». A detenere altre somme di denaro degli Arpaia in Trentino era, invece, Armani che avrebbe creato un rapporto di dipendenza con i lametini dal momento che, con l’acquisto dell’albergo, aveva ottenuto «l’esclusiva dei servizi ai clienti forniti dall’albergo acquistato». (a.truzzolillo@corrierecal.it)

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/2022/02/17/i-flussi-di-denaro-a-malta-e-in-svizzera-cosi-la-procura-ha-ricostruito-il-sistema-arpaia/