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I complimenti dell’Associazione Caponnetto ai Commissari Salvatore Carli, Simonetta Calcaterra e Maura Perrotta per quanto fatto a Sant’Antimo

Ottima sentenza che sarà di supporto a quanti, nei diversi territori, si trovano a combattere situazioni simili.
I complimenti dell’Associazione Caponnetto ai Commissari Salvatore Carli, Simonetta Calcaterra e Maura Perrotta

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Consiglio di Stato, permessi revocati a ditta in odore di mafia: ricorso respinto

13 Aprile 2022

Di Redazione

I commissari prefettizi di Sant’Antimo, dopo un’interdittiva antimafia, bloccarono un’impresa che avrebbe dovuto costruire 23 appartamenti

di Fabrizio Geremicca

Dietro la realizzazione di quei 23 appartamenti, che avrebbero dovuto essere edificati sfruttando le opportunità del Piano Casa varato dalla Regione Campania, c’era un’impresa infiltrata dalla camorra e, per questo, l’annullamento del permesso a costruire da parte dei commissari prefettizi fu legittimo. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, in una sentenza che ha respinto il ricorso di una impresa di Sant’Antimo ed ha confermato la correttezza della decisione assunta circa due anni fa da Salvatore Carli, Simonetta Calcaterra e Maura Perrotta, commissari straordinari nominati dal Prefetto di Napoli dopo lo scioglimento del consiglio comunale. 

Una decisione molto significativa, quella dei giudici amministrativi in appello, perché non si era mai registrato in Campania, prima della vicenda di Sant’Antimo, l’annullamento di un permesso a costruire a seguito di una interdittiva antimafia, pur essendo una iniziativa prevista dalla normativa antimafia. La società che aveva ottenuto dal Comune, prima dell’arrivo dei commissari, il permesso a costruire i 23 appartamenti fa riferimento a persone coinvolte nel 2020 nell’operazione Antemio della direzione distrettuale antimafia. Furono applicate 59 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di indagati i quali,  secondo la Procura di Napoli,  erano riconducibili ai clan Puca e Verde. Molti i colletti bianchi coinvolti in quella inchiesta: amministratori locali ed imprenditori. 

La Prefettura di Napoli emise poi una interdittiva nei confronti della impresa in questione – provvedimento, va ricordato, che ha  natura amministrativa e non penale e si basa sulla sussistenza del rischio di infiltrazioni malavitose – ed i commissari straordinari annullarono il permesso a costruire.

La decisione del Consiglio di Stato

Legittimamente, sancisce ora il Consiglio di Stato, che argomenta: «Centrale, nel provvedimento impugnato, è la riconduzione dell’operazione immobiliare della società appellante, realizzatasi attraverso l’attività autorizzativa del Comune di Sant’Antimo, agli interessi della cosca locale, in un contesto locale caratterizzato dallo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa proprio ad opera di quella cosca». 

Aggiungono: «Tale riconduzione – che è specificamente suffragata anche dall’intercettazione di due soggetti, uno dei quali è il direttore dei lavori della neocostituita ditta cui la ricorrente ha affidato lo svolgimento degli stessi e l’altro è il direttore di cantiere, cugino del legale rappresentante di quella ditta e affiliato della cosca – è il cuore del capo d’imputazione formulato nella richiesta di misura cautelare richiamata nel provvedimento (al pari dell’intercettazione)».
Si conferma, dunque, che proprio il ciclo del cemento e la speculazione immobiliare sono uno dei gangli degli affari dei clan Puca e Verde a Sant’Antimo.

Dove, per esempio, i commissari prefettizi hanno annullato anche dodici permessi a costruire che erano stati rilasciati dall’amministrazione comunale a presunti imprenditori agricoli, i quali, però, tali non erano. Nel corso degli ultimi due anni sono state revocate anche numerose autorizzazioni amministrative per attività commerciali legate o controllate dalla camorra – bar, palestra, centri sanitari – e per attività di onoranze funebri. Anch’esse infiltrate dalla  malavita, secondo le indagini del gruppo ispettivo dell’antimafia scaturite poi in interdittive.

Fonte:https://www.stylo24.it/consiglio-di-stato-permessi-revocati-a-ditta-in-odore-di-mafia-ricorso-respinto/