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I Casalesi sbarcano anche in Calabria. Un accordo fra mafia e ‘ndrangheta che travalica gli ambiti territoriali tradizionali di competenza?E chi ha condotto le trattative???

I Casalesi stanno mettendo le mani anche sulla Calabria, territorio storicamente controllato dalla ‘ndrangheta.

In casi del genere, si impongono alcune considerazioni.

Delle due una:

o essi dispongono di una potenza di fuoco tale da indurre l’organizzazione criminale calabrese ad accettare per paura lo sconfinamento dei campani anche nei loro territori, o, come noi riteniamo, c’è stato un accordo in virtù del quale agli uomini di Sandokan viene consentito di operare anche in Calabria.

Una sorta di “sacra alleanza”, al di là dei confini tradizionali di competenza, che lascia prefigurare, prima o poi, un analogo sconfinamento in Campania da parte della ‘ndrangheta.

Ma, approfondendo l’analisi ed essendo ormai accertati i collegamenti strettissimi fra gli Schiavone e Cosa Nostra siciliana fino al punto da attribuire all’organizzazione dei Casalesi l’etichetta di “mafia”, è legittimo sospettare un ruolo attivo in questo accordo anche di Cosa Nostra.

Un accordo, insomma, a tre delle organizzazioni criminali storiche, accordo, d’altra parte, emerso anche attraverso una recente inchiesta a Fondi relativamente ai trasporti fra questa città e la Sicilia.

Ma c’è un’altra considerazione da fare.

“Chi” ha condotto le trattative – o, comunque, come hanno fatto i Casalesi ad imporre ai calabresi la loro presenza anche nella Calabria-, se i vertici militari dell’organizzazione, gli Schiavone, gli Iovine, gli Zagaria ecc. , sono tutti in galera?

A quali livelli si è trattato ed è stato raggiunto l’accordo???

Non pensiamo che ciò sia potuto avvenire nelle carceri, grazie a quel sistema di collegamenti fra i boss che c’è in esse, sistema di cui si è parlato in varie circostanze.

Pensiamo, piuttosto (“ a pensar male si fa peccato ma in genere ci si indovina sempre, ha detto qualcuno), ad un intervento attivo di schegge politiche che rappresentano “i piani alti” di mafie e camorra.

E, quando parliamo di “schegge politiche”, non escludiamo, come è emerso in tantissime inchieste giudiziarie o giornalistiche, schegge di altri ambiti.

Una situazione sempre più inquietante, insomma.