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I beni sequestrati al clan Mallardo in Campania ma anche anche nelle province di Roma e Latina

Clan Mallardo, tra i beni sequestrati c’è anche una società calcistica. Beni per 3 milioni di euro. Si tratta delle società Giugliano srl, Tre Emme srl e «Gruppo Orizzonte»

LATINA – Proseguono le indagini della Dda di Napoli per stroncare il potente clan Mallardo, particolarmente presente con elementi di spicco e prestanome attraverso società ed investimenti immobiliari in Campania e nelle province di Roma e Latina.

CALCIO E SCUDERIE – Un altro sequestro per circa tre milioni di euro di valore è stato disposto nei confronti dei beni riconducibili al sodalizio camorristico. Si tratta della società sportiva Giugliano srl, la cui squadra milita nel campionato di eccellenza in Campania, della società albeghiera Tre Emme srl (con sede sempre a Giugliano) e della scuderia «gruppo Orizzonte» di Carmine Maisto, proprietaria di numerosi cavalli da corsa. In particolare la società sportiva, come hanno spiegato i dirigenti della questura di Latina, veniva usata per veicolare sponsorizzazioni in denaro che in realtà erano frutto di estorsione agli imprenditori. Con questo sistema il clan ha costretto alcune aziende del sud pontino a versare soldi nella casse della società in modo apparentemente pulito.

GLI INVESTIMENTI – Nel corso dell’operazione «Arcobaleno», ricordiamo, sono stati sequestrati una trentina di società, 198 terreni, 456 fabbricati, tra cui una villa e 71 locali commerciali, 49 conti correnti bancari, 27 tra auto e moto di lusso, due barche di gran lusso e due polizze assicurative per un valore complessivo di 500 milioni di euro. In tutto sono state emesse 12 ordinanze di custodia cautelare (11 gli arresti eseguiti mentre è latitante il boss Giuseppe Dell’Aquila detto «Peppe o ciuccio»), 77 gli indagati. Il clan aveva effettuato ingenti investimenti immobiliari non solo in Campania, ma in provincia di Roma, nei comuni di Latina, Fondi, Sabaudia, Formia e Terracina. Intanto prosegue l’analisi della documentazione posta sotto sequestro ad opera della questura di Latina e del Gico della Guardia di Finanza di Roma.

Michele Marangon
(Tratto dal Corriere della Sera online)