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Gratteri all’Unical: «L’Europa nega l’esistenza delle mafie». Applausi, canti e striscioni per il procuratore

Aula “Solano” stracolma di studenti. Presenti all’incontro anche Antonio Nicaso e Mario Caligiuri

Pubblicato il: 23/05/2023 – 17:57

di Francesco Veltri

RENDE Un’aula “Solano” stracolma in ogni ordine di posto. Anzi, anche oltre ogni ordine di posto. Studenti ammassati in piedi con i cellulari alzati, quasi fosse un concerto di un cantante di grido, e seduti a terra pur di vedere dal vivo Nicola Gratteri, procuratore della Dda di Catanzaro, oggi all’Università della Calabria in occasione del 31esimo anniversario della strage di Capaci in cui oltre al giudice Giovanni Falcone, persero la vita la moglie Francesca Morvilllo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montanari. «Mi pare che in questa università c’è un’aula magna – ha detto a mo’ di battuta (ma neanche tanto) Gratteri -, non vi sembrava il caso di organizzare questo evento in quel posto visti i tanti ragazzi che sono qui presenti?». Applausi scroscianti degli studenti, a conferma di un’accoglienza sentita, per certi versi commovente, colorata di canti (“Per te” di Jovanotti) e striscioni (“Siamo tutti Gratteri”, “Disobbedienti alla ‘ndrangheta, obbedienti alla Costituzione”) diretti a quello che in tanti oggi considerano uno degli eredi dei giudici uccisi a inizio degli anni ’90 dalla mafia siciliana. Spazio poi alle parole del procuratore e del professor Antonio Nicaso che con Gratteri ha scritto numerosi saggi sulla ‘ndrangheta, l’ultimo dal titolo “Fuori dai confini”.

«L’Europa – ha esordito Gratteri – come sapete, dal punto di vista normativo non è attrezzata a contrastare le mafie, per un semplice motivo: ne nega l’esistenza. Noi abbiamo solo un’Europa finanziaria ed economica, poco politica. L’Europa non si occupa di sicurezza. Voi ricorderete quando c’erano soggetti dell’Isis che passeggiavano con auto, camion e furgoni sui marciapiedi di Bruxelles, di Parigi o di Barcellona, ecco, lì abbiamo visto la vulnerabilità, l’inidoneità delle polizie di quei Paesi e di quei Stati che non hanno norme. Dopo gli attacchi dell’Isis, le norme sono state modificate. Si può entrare di notte negli appartamenti per arrestare le persone, ma solo per reati di terrorismo e non di mafia. Questa è la miopia di chi fa politica, di chi non pensa alle strategie, di chi non ha una visione da qui a vent’anni. Quando con il professore Nicaso siamo stati a Bruxelles, ci hanno invitati per parlare di mafia, a un certo punto gli ho detto: “Voi siete dei masochisti, noi vi ingiuriamo sempre e voi ci invitate continuamente”. L’Europa – ha proseguito Gratteri – è più conveniente per fare investimenti, per riciclare denaro, perché si ricicla dove c’è ricchezza e dove non ci sono sistemi giudiziari abbastanza seri da contrastare le mafie. Quando non si vuole creare un sistema efficiente per combattere le mafie, si fa appello alla privacy e non si fanno le norme. In Europa accade tutto ciò, il riciclaggio non viene contrastato. Io posso partire da Cosenza con due valigie piedi di soldi, vado a Francoforte e mi compro un’Audi A8 e nessuno mi chiederà quei soldi da dove vengono, in nome della privacy».

Come contrastare le mafie

«Dobbiamo fare dutti mea culpa – ha detto ancora il procuratore Gratteri rispondendo alle domande degli studenti -. Anche noi che abbiamo fatto e facciamo antimafia. Molti di noi non hanno fatto fino in fondo il proprio dovere. Molti di noi hanno tradito l’idea di antimafia e il ruolo e la funzione per cui vengono pagati con i soldi degli italiani. Molti hanno fatto l’antimafia con la partita iva, questo la gente lo ha capito e automaticamente è diventata scettica e si approccia con sospetto a chi parla di antimafia. C’è gente che te la vedi all’improvviso in un’aula universitaria o in un liceo che cerca di farsi un pedigree parlando di antimafia e poi chiede contributi, appoggi o sovvenzioni. Tutto ciò uccide chi con sacrificio ogni giorno all’università, nei licei e nelle scuole medie parla ai ragazzi spiegando la non convenienza a delinquere. Molte volte gli organismi e le strutture di cui noi facciamo parte, non ci hanno aiutato a fare pulizia anche al nostro interno».

I doppiogiochisti

«Stamattina – ha evidenziato il procuratore di Catanzaro – al liceo Telesio qui a Cosenza mi sono rivolto al mondo dei professionisti. Ho chiesto loro: “come fate ad esser presenti agli appuntamenti con diffamatori seriali delle istituzioni e poi ad essere presenti qui a battere le mani a chi avevate sentito diffamare”? Bisogna stanare i doppiogiochisti, quelli che quando vedono Gratteri parlano di legalità e poi fanno affari con chi non a nulla che fare con la legalità. Io sono quello famoso, la soubrette che vedete in tv, ma ci sono tante persone che sacrificano la loro vita per garantire la legalità in Italia».

La guerra in Ucraina e le mafie

«I russi sono gli invasori – ha sottolineato Gratteri parlando anche della guerra in corso sul territoio Ucraino -. Detto questo, quando con Nicaso ci sentivamo nei mesi scorsi, spesso parlavamo delle armi usa e getta utilizzate nel conflitto, con bazooka potentissimi. E allora mi sono chiesto, quando finirà la guerra, chi ci dirà che tutte queste armi sono state utilizzate? E se qualcuno ne metterà da parte qualcuna, poi cosa se ne farà? Quando le mafie andranno a fare shopping in Ucraina, oltre a sedersi al tavolo della spartizione della torta per la ricostruzione, perché vi assicuro che le mafie saranno lì un secondo dopo, che fine faranno quelle armi?».

Nicaso: «La ‘ndrangheta ha anticipato la globalizzazione»

Anche Antonio Nicaso ha risposto alle domande dei ragazzi presenti in aula. “Parlare di ‘ndrangheta – ha spiegato lo studioso – oggi significa parlare di un network criminale che ha ramificazioni in almeno cinquanta Paesi. Un’organizzazione che ha anticipato quella che oggi noi chiamiamo globalizzazione. Pensiamo a tutti i soldi che la ‘ndrangheta riesce a fare in tutto il mondo con la droga. L’Europa è una prateria perché le mafie continuano ad essere considerate un fenomeno italiano, eppure questa organizzazione è dappertutto, persino in Asia. Le mafie sono diventate una componente strutturale del capitalismo globale e la politica fa troppo poco per contrastare tutto ciò”.

Costabile: «Quello striscione testimonia la rabbia di tanti calabresi onesti»


L’iniziativa, sul tema “La lotta alle mafie oggi”, promossa dal Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Unical (corso di Pedagogia dell’Antimafia) in memoria dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è stata moderata dal professore Giancarlo Costabile che ha tenuto a spiegare il senso dello striscione in favore di Nicola Gratteri esposto dagli studenti: «Quello striscione testimonia la rabbia di tanti calabresi onesti che non ci stanno a passare per amici dei mafiosi e tengono a sottolineare la loro assoluta vicinanza all’opera del procuratore Gratteri e alla storiografia che insieme al professore Nicaso hanno restituito a tutti noi. Un processo forte di identificazione e condanna pubblica di quelle campagne di diffamazione di stampa indegne che spesso e volentieri nascono all’interno del fenomeno che noi chiamiamo massomafioso». A introdurre i lavori è stato poi il Coordinatore del corso di studio unificato in Scienze dell’Educazione e Scienze Pedagogiche, nonché fondatore e presidente della società italiana di Intelligence Mario Caligiuri, seguito dalla Coordinatrice del corso di studi Ines Crispini. Nel corso dell’iniziativa, sono intervenuti anche i docenti Rossi e Nocito. (redazione@corrierecal.it)

fonte:https://www.corrieredellacalabria.it/2023/05/23/gratteri-allunical-leuropa-nega-lesistenza-delle-mafie-applausi-canti-e-striscioni-per-il-procuratore-video-e-foto/