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Governo vuole alzare il tetto del contante, Alessandra Dolci: ”Ci guadagna la mafia”

AMDuemila 29 Ottobre 2022

Nando dalla Chiesa: “È forse un segnale di non chiarezza sugli effetti che produce

La diffusione dell’organizzazione mafiosa sul territorio lombardo é allarmante. Non voglio essere l’uccello del malaugurio, dico soltanto che il presentarsi con un volto diverso, quindi con il volto di un’economia apparentemente legale, è insidioso e pericoloso“. Lo ha detto Alessandra Dolci, coordinatore della Dda di Milano, a margine della presentazione del monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia a palazzo Pirelli, spiegando l’aumento della diffusione delle organizzazioni mafiose in Lombardia. All’incontro hanno partecipato anche, il professore ordinario di Sociologia della criminalità organizzata Nando dalla Chiesa, la Capo di Gabinetto del Prefetto di Milano Alessandra Tripodi, il Generale Mannucci Benincasa del Comando regionale dell’Arma dei Carabinieri, il Comandante regionale della Guardia di Finanza Generale Leandro Cuzzocrea, il Capocentro della Direzione Investigativa Antimafia di Milano Colonnello Nicola Bia e il Comandante del Gruppo Carabinieri Forestali di Milano Colonnello Valerio Cappello. In collegamento da remoto è intervenuto anche il Vice Presidente della Commissione consiliare Antimafia Alex Gallizzi.
Questo processo di mimetizzazione soprattutto della ‘Ndrangheta, questo essere sempre alla ricerca del consenso sociale è estremamente pericoloso per la nostra economia – ha detto Dolci – perché rischia di alterare le regole del mercato”.
Secondo il magistrato non c’è stata particolare attenzione “ai temi della lotta alla mafia. Ma il nuovo governo ha appena iniziato il suo percorso, attendiamo di sapere quali sono i loro orientamenti”.
Aspettiamo di vedere quali sono le iniziative per la riduzione dei tempi dei processi. Delle misure sono già state adottate con l’ufficio del processo, ma la situazione è oggettivamente complicata. A partire dalla carenza degli organici dei magistrati, che è un tema veramente grave, poi la carenza del personale, perché abbiamo una serie di problemi di carattere anche pratico. La procura di Milano ha una carenza dell’organico amministrativo di oltre il 30 per cento, una carenza del 20 per cento dei pubblici ministeri. È difficile lavorare in questo contesto“, ha concluso.
Ma è anche la proposta di alzare il tetto del contante a destare preoccupazione. “È forse un segnale di non ha chiarezza sugli effetti che produce” ha detto Nando dalla Chiesa, spiegando che “è vero che ci sono Paesi dove non c’è la mafia però noi ce l’abbiamo. Quindi bisogna sempre che questi provvedimenti vengano commisurati alla realtà con cui occorre confrontarsi“. “Questo – ha proseguito – è il Paese non della mafia, ma delle mafie, quindi non si possono fare dei ragionamenti generalmente validi e comprensibili in astratto, perché altrove non c’è neanche l’associazione per delinquere di stampo mafioso, la confisca preventiva dei beni, quindi noi dobbiamo avere le nostre contromisure”. È certo che chi vuole avere tanti soldi in tasca per delle sue ragioni e non vuole la tracciabilità ha convenienza a far alzare questo tettoChi non ha niente da temere non ha il problema di lasciare traccia”, ha detto.
Non è un segnale positivo, indubbiamente. L’obiettivo dovrebbe essere quello della limitazione della circolazione del denaro contante, che ovviamente limita il fenomeno del riciclaggio“, ha aggiunto il magistrato Dolci, “possiamo dire che ci guadagna la mafia, ci guadagna l’economia sommersa che caratterizza il nostro Paese – ha poi concluso – quindi non posso certo trovarmi d’accordo, ma prendo atto di quella che è la volontà di alcuni politici”.
Il contrasto delle organizzazioni mafiose in Lombardia, soprattutto nella parte occidentale, è veramente straordinario” ha sottolineato dalla Chiesa, ma “c’è anche aumento di pericolosità di alcune province: noi abbiamo segnalato quella di Como in particolare, che passa da 2 a 1 nella graduatoria nei punteggi che attribuiamo“. “Ormai – ha proseguito – non si contano più i nomi delle operazioni”, di contrasto alla mafia, “non riesco a tenerli a mente. Questo vuol dire che lo Stato risponde a una ‘Ndrangheta che beneficia purtroppo spesso della mancanza di consapevolezza di segmenti di classi dirigenti. Dal nostro monitoraggio aumenta un’inconsapevolezza del pericolo“.

I territori ‘contaminati’ della Lombardia
I territori più “contaminati”, secondo quanto emerge delle osservazioni della Commissione speciale Antimafia presieduta da Monica Forte, sono quelli di Milano, Monza-Brianza e Como, mentre sono finora meno toccate le province di Lodi e Sondrio. Su quest’ultimo territorio è tuttavia necessario mantenere alta l’attenzione, in ragione del grande movimento di capitali e dal grande ritorno economico che si prevede per le Olimpiadi del 2026.
Si tratta di un aggiornamento, ha spiegato Forte “che rappresenta un documento essenziale per il lavoro di prevenzione e di contrasto della criminalità organizzata nella regione”. “Non è un’analisi fine ha sé stessa” ha aggiunto Marco Alparone, sottosegretario alla Presidenza di Regione Lombardia “ma parte di un processo di costruzione di un modello che deve essere operativo sul territorio e richiede quindi analisi di contesto reali ed attualizzate”.

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fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/306-giustizia/92232-governo-vuole-alzare-il-tetto-del-contante-alessandra-dolci-ci-guadagna-la-mafia.html