Se i governi centrali (non vogliamo parlare di Berlusconi, ma di Monti e di quelli ch’egli succederanno) ed il Comando Generale della Guardia di Finanza non si decideranno a diversificare le richieste ai Comandi territoriali delle fiamme gialle ed a smetterla di fare tutta un’ammucchiata fra le verifiche ordinarie e le indagini sui patrimoni, la lotta alle mafie in Italia sarà sempre un esercizio accademico e basta.
Un bla bla.
Non si può continuare a considerare una verifica sugli scontrini alla pari di un’indagine patrimoniale.
La prima richiede un giorno-due, la seconda mesi, se non anni.
Delle due, una, quindi:
o si continuano a valutare, senza fare alcuna differenziazione, i numeri e non si fa lotta alle mafie,
o, al contrario, si cominciano a valutare i risultati complessivi con un’ottica diversa guardando non i numeri ma la qualità delle indagini.
La sensazione è che ai governi e al Comando Generale della Guardia di Finanza interessino solo le statistiche, i numeri cioè, che fanno colpo su un ’opinione pubblica disinformata ed ignorante, senza preoccuparsi minimamente di mafie e quant’altro.
E’ questo la dice lunga sulla reale volontà delle classi dirigenti del nostro Paese di combattere seriamente la criminalità organizzata di stampo mafioso!