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Gomorra, tutto vero. Anche il pizzo. “Pagate o faccio saltare il film”

Gomorra, le intercettazioni del boss: “Pagate o faccio saltare il film”

Microspie nelle auto del clan e della produzione. Così la madre di Gallo salvò le riprese

TORRE ANNUNZIATA –
“Se non pagano faccio saltare il film”. Così il boss Francesco Gallo dal carcere dava ordini ai propri familiari di far liquidare tutte le somme pattuite per l’affitto della sua villa. La società di produzione Cattleya doveva versare trentamila euro in cinque rate da 6mila euro alla famiglia Gallo per poter effettuare le riprese della serie televisiva Gomorra. Ad aprile del 2013, però, la svolta: il capoclan venne arrestato e quei soldi sarebbero andati all’amministratore giudiziario della villa alle spalle del rione Penniniello. Fu in quel momento che i genitori di Francesco Gallo comunicarono alla società le decisioni del figlio: non cambiava nulla negli accordi, le somme dovevano finire nelle casse del clan.

L’estorsione ai danni della Cattleya è stata ricostruita dalla Dda di Napoli grazie alle intercettazioni ambientali e telefoniche. Microspie erano state piazzate nelle auto del clan, della produzione e in carcere dove si trova recluso il boss Psiello.

Il 22 giugno del 2013 in un’intercettazione il location manager Gennaro Aquino parla di soldi con Raffaele Gallo, padre del boss, chiamandolo “Zì Filuccio”. “Mi hanno dato ieri la disponibilità di questa… dobbiamo fare tutto un passaggio… lunedì pomeriggio vi porto quello che vi devo portare”. La somma non è quella pattuita, mancano mille euro. Così Gallo senior sbotta al telefono con la moglie Annunziata De Simone: “prima che se ne vanno, mi devono liquidare”, perché se no “fallisce il cinema”.

Finisce che la Cattleya è costretta a pagare due volte il fitto: una volta regolarmente all’amministratore giudiziario, l’altra a nero alla famiglia Gallo.

La fiction rischia di saltare e a salvare le riprese, secondo la ricostruzione dell’Antimafia, è la madre di Gallo. In un’intercettazione in carcere emerge che la De Simone dice al figlio “poi riguardo al cinema i soldi non possono più passare da noi. Non farmi urlare, 6mila euro li tengo già in mano”.

In un’altra intercettazione emerge che sarebbero stati pagati trecento euro di “mazzetta” a tre vigili urbani di Napoli per chiudere l’intera carreggiata nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. Gli agenti avrebbero agevolato la società di produzione ampliando i permessi stabiliti in un’ordinanza sindacale, che prevedevano la chiusura di una sola parte. “Ci abbiamo sto problema, sti 300 euro al vigile come c… li giustifichiamo?”: così diceva uno dei manager della Cattleya.

http://www.metropolisweb.it/Multimedia/Albums/gomorra_tutto_vero_anche_pizzo_foto_estorsori.aspx