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Gli impegni di un’antimafia che vuole essere incisiva e significativa. Dopo Pastena e Civitavecchia, prossimo un Convegno a Terracina.

Un movimento antimafia serio e che voglia effettivamente dare un contributo significativo all’azione di contrasto della criminalità organizzata non può e non deve limitarsi alla rievocazioni di fatti del passato, alla commemorazione di eventi che appartengono alla storia dell’antimafia ed ad altre cose del genere.

Azioni di questa natura sono lodevoli ed anche utili ai fini di un’opera di informazione, di sensibilizzazione e di coscientizzazione di un’opinione pubblica in larga parte alquanto distratta, disinformata e non raramente inquinata rispetto al problema “mafie”, ma non sono sufficienti e risolutive sul piano pratico.

Esse, cioè, non offrono alcun contributo concreto sul piano dell’azione repressiva quotidiana che è necessario svolgere per contrastare seriamente l’avanzata massiccia del crimine che sta sradicando le basi stesse della nostra civiltà e della democrazia.

Un movimento antimafia serio ha il dovere, di fronte ad una situazione di estrema gravità qual’è quella in cui si trova la nostra regione, il Lazio e, più in generale, il Paese intero, di andare “oltre”, di passare ad un’azione più incisiva, più concreta, abbandonando – o, comunque, facendola precedere da quella della DENUNCIA SPECIFICA DI FATTI ATTUALI, CON NOMI E COGNOMI DI MAFIOSI E COLLUSI – la logica della rievocazione, della memoria, della genericità, che –ripetiamo – è utile ma non risolutiva.

La DENUNCIA, insomma, accompagnata dalla collaborazione costante con le forze dell’ordine e con la magistratura, che – spesso ostacolate da vaste aree della politica che non raramente colludono in parte con le stesse mafie – non sono in grado, da sole e senza il contributo di quella parte della società civile rimasta sensibile ai valori morali e civili della nostra democrazia, a combattere e vincere la battaglia contro le mafie.

Mafie che –non dimentichiamolo mai – si annidano soprattutto nei partiti politici, nelle istituzioni stesse. oltre che nelle professioni e nella società.

E, quando parliamo di istituzioni, ci riferiamo anche, oltre che ai governi centrali, al parlamento, ai consigli regionali, provinciali, comunali, che pullulano di condannati ed inquisiti, anche ai corpi dello stato, non escluse le stesse forze dell’ordine e la magistratura, come le cronache spesso riportano.

Quindi, un’associazione antimafia seria, oltre che proporsi di offrire una fattiva collaborazione agli organismi investigativi e giudiziari istituzionali, deve sforzarsi di incanalare i suoi contributi nella direzione giusta, verso le persone giuste.

Un’opera attenta, cauta, intelligente, che richiede impegno continuo e una conoscenza continuamente aggiornata di fatti, persone e situazioni.

Per noi questa è l’antimafia che occorre al Paese in una situazione che vede questo, la sua economia, la sua politica, la sua società civile, se non completamente ma in gran parte condizionate fortemente dalla corruzione e dalle mafie.

Una porcilaia, insomma, di corrotti e mafiosi che non possono di certo essere combattuti con la rievocazione di fatti del passato, la memoria storica e le commemorazioni, ma, al contrario, con le manette, la galera e la confisca dei beni da essi accumulati sul sangue della povera gente.

L’”antimafia del giorno prima” e l’”antimafia del giorno dopo”, l’antimafia che si propone di evitare, intervenendo, come facciamo noi, prima che il criminale si insedi ed operi su un territorio e lo inquini e lo devasti e l’antimafia che interviene dopo, quando il criminale si è già insediato e ha già prodotto danni.

Questi sono i motivi che ci inducono ad essere molto vigili e cauti quando ci troviamo ad avere contatti con la politica, della quale pur tuttavia riconosciamo ed apprezziamo il ruolo importante e decisivo nel governo della cosa pubblica e mai dando spazio a generalizzazioni che sarebbero ingiuste e pericolose, allorquando si tratta di affrontare il problema “mafie”.

Non siamo e non vogliamo essere dei qualunquisti e non facciamo e vogliamo fare di tutta erba un fascio.

Tutte le nostre scelte, quindi, sono state fatte finora- spesso pagando prezzi altissimi – e vengono fatte in piena coerenza con i nostri principi ed il nostro modo di “leggere” le realtà dei nostri territori.

Possiamo essere relativamente orgogliosi di quanto siamo stati in grado di fare in dieci anni di attività nel Lazio.

Avremmo voluto fare di più, ma il livello di insensibilità e di immaturità civile e politica di tantissima gente non ce l’ha consentito.

Il prestigio e la stima, comunque, che ci siamo guadagnati sul campo in certi ambienti centrali rappresentano la prova lampante della serietà del lavoro finora fatto.

Il contributo da noi dato in aree significative della nostra regione agli organismi istituzionali per stanare e perseguire mafiosi e corrotti è stato importante ed apprezzato.

E di ciò siamo grati a quegli amici ed amiche che con sacrificio e spirito di abnegazione si sono dedicati a fare un lavoro lungo e complesso di scavo, di ricerca, di indagine.

Fatti, non chiacchiere.

Questa è la strada che intendiamo percorrere per l’avvenire.

Quest’anno abbiamo voluto fare il punto delle nostre attività e disegnare il percorso da fare in due importanti convegni, uno a Pastena in provincia di Frosinone ed il secondo a Civitavecchia in provincia di Roma.

Convegni che hanno visto la partecipazione di importanti magistrati antimafia.

Un terzo convegno è programmato per giugno prossimo a Terracina, in provincia di Latina, a pochi chilometri da Fondi.

Una scelta significativa.

Anche a questo convegno ci sarà la partecipazione di noti magistrati dell’antimafia e coraggiosi giornalisti d’inchiesta di testate nazionali.

Un’ennesima prova della nostra serietà e della volontà dell’Associazione, cui ci onoriamo di appartenere, di privilegiare i temi concreti ed attuali rispetto a quelli generici e passati.