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Gli eredi del “Malpassotu” tornano alla sbarra: al via il processo d’appello per 14

Un difetto di notifica ha portato a stralciare la posizione dell’ergastolano Pietro Puglisi, genero dello scomparso Giuseppe Pulvirenti

Di Laura Distefano 11 gen 2023

Un difetto di notifica ha portato a stralciare la posizione dell’ergastolano Pietro Puglisi, genero dello scomparso Giuseppe Pulvirenti ‘u malpassotu’, che è al 41 bis dopo il coinvolgimento nell’operazione Malupassu (nome non scelto sicuramente a caso) da cui trae origine il processo di secondo grado  cominciato stamattina davanti alla Corte d’Appello di Catania.

Secondo le indagini dei carabinieri le redini della cellula mafiosa di Mascalucia, anche per diritto di ‘sangue’, sarebbero andati a Salvatore Puglisi, figlio di Pietro. L’inchiesta del 2020 ha documentato, oltre l’organigramma del gruppo mafioso di Puglisi, anche la mappa delle estorsioni. Il blitz infatti è scattato grazie alla denuncia di una potenziale vittima di pizzo.

Cimici e trojan nei telefonini hanno dato accesso a dialoghi e conversazioni che hanno inchiodato gli eredi del Malpassotu. E a blindare ancor di più i riscontri investigativi sono state le dichiarazioni di alcuni pentiti. Il killer Carmelo Aldo Navarria, i fratelli Gianluca e Mirko Presti e l’esattore del pizzo Salvatore Bonanno hanno dichiarato tutti la stessa cosa: il capo storico è Piero Puglisi (all’anagrafe Pietro).

A Mascalucia insomma avrebbe comandato lui. All’epoca delle indagini, però va detto, che il capomafia non era in regime di carcere duro, quindi avrebbe avuto più possibilità di manovra. Ma comunque sarebbe servito sempre un uomo a piede libero per poter mettere in pratica le direttive. Per un periodo sarebbe stato Alfio Carciotto, poi dopo la scarcerazione del figlio Giuseppe, il timone lo avrebbe preso – come detto-   l’erede di sangue.

Alcune intercettazioni  finite nei faldoni del fascicolo hanno gettato ombre sulla politica a Mascalucia, però non sono state sufficienti a poter intraprendere azioni penali.

Torniamo in Corte d’Appello. L’udienza di oggi è stata dedicata  alla costituzione delle parti. Mentre la posizione di Puglisi senior (condannato in primo grado a 16 anni)  è andata il 23 febbraio (successivamente sarà riunita, ndr), il troncone principale è stato rinviato dal collegio presieduto da Rosa Anna Castagnola al 16 marzo con sospensione dei termini di custodia. Uno slittamento che servirà ai difensori per interloquire con il sostituto procuratore generale Angelo Busacca per possibili concordati visto che molti reati non sono ostativi.

Le condanne più pesanti che sono state impugnate sono quelle di Salvuccio Puglisi a 20 anni, il fratello  Giuseppe a 17, di  Salvatore Mazzaglia, u calcagnu (cognato del vecchio boss Puglisi) a 11, di Alfio Carciotto e del figlio Antonio, rispettivamente a 19  e 15 anni.

In totale gli imputati – compreso l’ergastolano – sono 14 (Michele Abate, Rosario Cantone, Fabio Cantone, Alfio Carciotto, Antonio Carciotto, Mirko Pompeo Casesa, Alfio Currao, David Giarrusso, Giuseppe Iudica, Pietro Puglisi (stralciato), Giuseppe Puglisi, Salvatore Puglisi, Salvatore Rannesi e  Salvatore Tiralongo).

Fonte:https://www.lasicilia.it/cronaca/news/gli-eredi-del-malpassotu-tornano-alla-sbarra-al-via-il-processo-d-appello-per-14-2072688/