Cerca

Gli agenti della DIA in piazza contro i tagli. Questo governo si dovrebbe vergognare per il male che sta facendo al Paese. Tagliando i fondi alla sicurezza si favoriscono le mafie!

SICUREZZA. Si fanno chiamare, tra l’ironico e il provocatore In-dia-gnados. Sono gli uomini che combattono la mafia. A mani ormai nude.

Senza soldi, senza benzina e ora anche senza scarpe. Diventa ogni giorno più difficile il lavoro degli uomini della Direzione investigativa antimafia (Dia), che ieri sono scesi in piazza a Montecitorio contro i probabili tagli economici alla struttura. Sfidando anche il maltempo che si è abbattuto sulla Capitale, alle 15, gli agenti hanno srotolato nella zona antistante al grande portone della Camera dei deputati, i loro striscioni per rendere evidente il disagio per un colpo di scure che potrebbe colpire anche i loro stipendi.’ ’In-Dia-gnados’’, si fanno chiamare con un pizzico di ilarità mentre uno striscione recita più seriamente: «State uccidendo la Dia, il sogno di Falcone e Borsellino», ed un altro: «Il governo arresta la Dia». Tante le storie raccolte nella pizza. Come quelle su Agrigento, la provincia con la più alta densità mafiosa d’Italia, e dove il governo si appresterebbe a sopprimere la Direzione investigativa antimafia. E dire che il gruppo interforze negli ultimi anni ha ottenuto risultati importanti, anche dal punto di vista economico.

Grazie al loro lavoro sono stati sequestrati alle mafie beni per quasi 6 miliardi e confiscati altri per 1,2 miliardi. Ma la scure dei tagli s’è abbattuta anche su questo fiore all’occhiello della lotta alla criminalità. «Dai 28 milioni di euro stanziati per la Dia nel 2001 – denunciano tutti i sindacati di polizia – siamo passati ai 15 di oggi. Il personale è stato ridotto a 1.300 unità rispetto alle 1.500 previste. E ora con l’ultima legge di stabilità è stato data un’ulteriore sforbiciata ai bilanci di 7 milioni di euro che prende dalle tasche degli investigatori dai 300 ai 600 euro al mese». Secondo Laura Garavini, capogruppo Pd in commissione antimafia, la propaganda sul «miglior Governo nella lotta contro la mafia si sta rivelando sempre più per quel che è: sfruttamento mediatico del lavoro e dei sacrifici di magistrati e forze di polizia».

Rispondendo a un’interrogazione parlamentare urgente di Rosa Villeco Calipari, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha negato che vi sia alcun taglio alle spese che contribuiscono al funzionamento della Dia. Resta però agli atti la comunicazione arrivata ai poliziotti anti ’ndrangheta di Palmi: «La Direzione centrale dei servizi tecnico logistici non assicura l’invio e l’assegnazione di stivali invernali per la prossima vestizione invernale».

Vincenzo Mulè

(Tratto da Terra News)