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Gli affari d’oro dell’ecomafia

Il Rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente non lascia dubbi: la mafia continua a prosperare grazie all’abusivismo e alla distruzione del territorio.
Solo nel 2008 è riuscita a “muovere” un traffico di rifiuti che calcolato in verticale raggiunge quota 3.100 metri, “quasi quanto l’Etna”.

Un business di 20 miliardi e mezzo di euro con la Campania che guida la classifica dell’illegalità seguita da Calabria, Sicilia, e Puglia.

Coinvolti anche il Piemonte e la Lombardia, dopo la scoperta nel milanese, grazie all’operazione Star Wars, di 178 mila metri cubi di rifiuti industriali gestiti dalla ’ndrangheta.

Ma non c’è solo “l’oro della munnezza” nel dossier di Legambiente.
L’abusivismo edilizio, il racket degli animali, le agromafie e l’aggressione al patrimonio culturale sono realtà inquietanti da combattere giorno dopo giorno.
Il documento rivela anche il preoccupante aumento della criminalità nel Lazio che supera la Sicilia e conquista il terzo posto nell’opera di cementificazione selvaggia. Segnali evidenti sono il recente scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Fondi, in provincia di Latina, i sequestri di famosi ristoranti nel centro di Roma e gli allarmi lanciati dalla procura di Tivoli.

Se non bastasse l’aggressione devastante all’ambiente, da Ischia arriva persino il clamoroso monito di un vescovo alla procura: “evitiamo il legalismo esasperato”.
Questa “mania di giustizialismo”, che preoccupa tanto gli italiani, non impedisce alla mafia crotonese di utilizzare le scorie tossiche dell’ex Pertusola Sud insieme alle polveri dell’Ilva di Taranto per la costruzione di fondi stradali e la realizzazione dell’aeroporto di Reggio Calabria, dell’acquedotto locale e dei cortili di tre scuole della provincia (secondo le inchieste dei soliti forcaioli della procura).

Se si vuole ridurre il fenomeno in cifre ecco i dati del rapporto: quasi 26mila ecoreati accertati nel 2008, tre ogni ora e poco meno di 71 al giorno, per farsi un’idea, 221 arresti (più 13,3% rispetto al 2007) oltre 9.600 sequestri.
Secondo il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso si tratta di “un risultato eccezionale data l’assenza di risorse e strumenti giuridici”.

Ma tutto ciò “non basta” e “dobbiamo aggredire il fenomeno”.
Sempre che i magistrati possano lavorare senza l’accusa di fare i Robespierre.

Leggi il rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente.

(Tratto da AgoraVox)