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Gli affari dei clan in Toscana e il «mediatore» tra Boschi e l’uomo di Petilia

Gli affari dei clan in Toscana e il «mediatore» tra Boschi e l’uomo di Petilia

Edo Commisso, indagato, afferma di aver presentato Saporito al padre dell’ex ministro del governo Renzi per concludere un affare milionario

Pubblicato il: 30/01/2022 – 8:27

FIRENZE Spuntano nuovi dettagli dall’indagine della Dda di Firenze che ha portato al sequestro di beni per una somma intorno ai 5 milioni di euro. Al centro delle indagini l’imprenditore Francesco Saporito, 79enne originario di Petilia Policastro, in provincia di Crotone, che per la procura sarebbe stato un «imprenditore a disposizione delle cosche» avendo «agevolato l’operato» della potente cosca Grande Aracri di Cutro. Secondo quanto riporta il quotidiano La Verità, l’uomo avrebbe intrattenuto rapporti e affari con Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena, quando la stessa ricopriva la carica di ministro dell’allora governo Renzi.
Nel 2008 Saporito era finito al centro di altre indagini (che non avevano avuto seguito) dopo le accuse rivoltegli dal pentito Angelo Salvatore Cortese che lo accusava d’essere un «“prestanome” delle ‘ndrine». Testimonianza corroborata dalle più recenti dichiarazioni di un altro pentito, Salvatore Muto.

Il “mediatore” tra Saporito e Boschi

Altro indagato è Edo Commisso, 57enne imprenditore agricolo originario della provincia di Catanzaro. Anche il suo non è un nome nuovo agli inquirenti. Come riportato da una precedente inchiesta delle procure di Perugia e Catanzaro, questi risultava essere l’autista del boss Cosimo Commisso, al quale – come lo stesso racconterà in alcune conversazioni captate in carcere – aveva rivelato particolari interessanti relativi anche agli affari con l’uomo di Petilia Policastro. Intervistato proprio da La Verità a inizio 2020, Commisso si definiva «amico di Pier Luigi Boschi. Il paese è piccolo, ci si incontra» affermando di aver conosciuto anche Maria Elena Boschi tempo addietro, ma «non mi sono mai permesso di andare a casa quando c’è lei». Entrambi iscritti a Coldiretti, potrebbero essersi conosciuti lì. E come riporta La Verità, proprio Commisso avrebbe messo in contatto Boschi con Saporito.

Le parole sui possedimenti di Saporito

Dalle conversazioni intercettate, che vedono protagonista anche Cosimo Commisso, si parla dei possedimenti di Saporito: «Ha un paese sano, sano» avrebbe detto della tenuta di Chiusdino e «ad Arezzo ha i vigneti, la cantina che ci sono le botti che lui vi ha fatto vedere». Nei dialoghi si fa anche riferimento a un litigio tra Saporito e Edo Commisso appianato da alcuni uomini delle cosche. Litigi frequenti quelli tra i due, come avrebbe rivelato lo stesso Commisso al pentito Muto. Raccontava di essere creditore di una somma intorno ai 180mila euro per una mediazione nei confronti di Saporito. Attività, quella della mediazione per l’imprenditore, che Commisso avrebbe portato avanti di frequente. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i 180mila di cui fa cenno potrebbero essere riferiti all’acquisto della tenuta di San Casciano.

L’acquisto di Dorna e il contezioso

Il complesso agricolo con 100 ettari di terreno alle porte di Arezzo viene aggiudicato nel 2007 per una cifra intorno ai 7,5 milioni di euro dalla cooperativa Valdarno, presieduta da Pier Luigi Boschi, nell’ambito di una trattativa privata con l’Università di Firenze. A firmare il rogito e il contratto preliminare non è però la cooperativa ma la “Fattoria di Dorna ss” di cui Boschi detiene il 90% mentre il restante 10 è di Saporito. L’imprenditore originario del Crotonese nell’affare avrebbe investito una cifra di 1,41 milioni di euro in 29 assegni circolari. «Soldi che provenivano dalla Calabria», aveva dichiarato lo stesso a La Verità qualche tempo prima della recente inchiesta. Su quell’affare viene aperto un fascicolo, trasferito in seguito alla Dda di Firenze per poi essere archiviato. Rimarrà aperto soltanto, a carico dello stesso Boschi, il fascicolo per il presunto pagamento in nero di parte della commessa. Un affare comunque non andato a buon fine: tra Boschi e Saporito inizia un contenzioso davanti all’Agenzia delle Entrate. Secondo la testata, agli atti del contenzioso con l’erario sarebbe stata riportata anche una dichiarazione nella quale Edo Commisso asserisce di aver ricevuto 100mila euro da Saporito per l’attività di «mediazione» relativa all’affare di Dorna. Soldi dei quali non pare essere provata la provenienza illecita.

 

Fonte: https://www.corrieredellacalabria.it/2022/01/30/gli-affari-dei-clan-in-toscana-e-il-mediatore-tra-boschi-e-luomo-di-petilia/