Il Fatto Quotidiano
Giustizia, la ministra Cartabia: “Noi chiamati a costruire il nostro ponte di Genova. Abbattere del 25% i tempi dei processi in 5 anni”
È una immagine forte quella che sceglie la Guardasigilli, intervenendo al Palazzo di Giustizia di Milano per presentare l’ufficio del processo e iniziando il suo “viaggio” nei distretti delle corti d’appello italiane. E sul Csm: “Prossimo rinnovo non può avvenire con leggi attuali”
di F. Q. | 28 GIUGNO 2021
La giustizia da costruire o meglio ricostruire come se fosse il ponte Morandi, i tempi dei processi da abbattere, il rinnovo del Consiglio superiore della magistrature ma “non con le leggi attuali” e poi un obiettivo ambizioso quello di concludere la riforma della giustizia entro fino luglio. La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, da Milano lancia una sorta di manifesto della giustizia che dovrà venire. Intervenendo al Palazzo di Giustizia di Milano per presentare l’ufficio del processo e iniziare il suo “viaggio” nei distretti delle corti d’appello italiane la Guardasigilli inviata avvocati e magistrati a non difendere lo “status quo“.
Il ponte da ricostruire – “Non dimentichiamo il ponte di Genova ricostruito in due anni con un cantiere che ha lavorato giorno e notte anche in piena pandemia, noi siamo chiamati a costruire il nostro ponte di Genova della giustizia” dice Cartabia usando una immagine forte e spiegare che la necessità di impegnarsi per “obiettivi sono davvero impegnativi, in cinque anni dobbiamo abbattere del 25% i tempi dei procedimenti penali rispetto al 2019 e dobbiamo abbattere del 40% i tempi di definizione del processo civile”. “Si apre un tempo di cambiamento – ha spiegato la ministra – siamo tutti chiamati a collaborare per dare un nuovo volto alla giustizia del nostro Paese. C’è una grande impresa da portare avanti e in queste occasioni il Paese sa dare il meglio di sé, sa mettere a frutto le sue grandi risorse”. Da Milano è partito oggi il viaggio per illustrare le novità dell’Ufficio del processo, ma anche per conoscere esigenze e progetti dei vari distretti. Presenti nell’aula magna, tra gli altri, il presidente della Corte d’appello milanese Giuseppe Ondei e la procuratrice generale Francesca Nanni.
Csm da rinnovare – Dopo gli scandali e le inchieste da più parti si è chiesto un rinnovo del sistema per eleggere i consiglieri del parlamentino delle toghe. E anche la ministra pensa che un cambiamento sia necessario. “Il prossimo rinnovo dell’organo di autogoverno (il Csm, ndr) non può avvenire, e questo mi sembra condiviso da tutti, con le attuali leggi” ha affermato la ministra sottolineando la imprescindibilità delle riforme della giustizia, “necessarie e urgenti”, tra cui anche quella dell’ordinamento giudiziario e del Csm. “In quattro mesi e mezzo abbiamo portato in dirittura di arrivo alcune riforme importanti da concludersi almeno nella parte governativa entro il mese di luglio. Le riforme del processo civile, a volte ingiustamente sottovalutate, sono già state licenziate dal governo e sono ora incardinate al Senato“, mentre gli emendamenti al disegno di legge delega sul processo penale “a breve saranno all’attenzione del Consiglio dei ministri dopo intense settimane di sintesi politica”, spiega la Guardasigilli che sottolinea come si tratti di una riforma “molto profonda che va a incidere su punti nevralgici della procedura penale“.
Invito alla responsabilità – “Le critiche siano pur severe ma non prevalgano interessi personali e di categoria, ogni opposizione che arriverà sia costruttiva e mai sterile, ogni resistenza propositiva e mai nella difesa dello status quo, non possiamo limitarci a difendere l’esistente, non possiamo permettercelo davanti ai cittadini e davanti all’Europa” dice la ministra ai magistrati e avvocati presente al Palazzo di giustizia di Milano presenti al convegno sull’Ufficio per il processo e l’occasione del Pnrr. Un obiettivo, quello dei fondi europei, che “non può essere mancato. Realizzarlo è una corsa contro il tempo, io farò tutto quello che è nelle mie possibilità, il governo sta lavorando a ritmi impressionanti ma non basterà: servirà la collaborazione di tutti. Sappiamo che tutte le riforme sono imperfette e tutte le riforme disturbano perché i cambiamenti disturbano, ma chiedo a tutti voi magistrati e avvocati una seria assunzione di responsabilità, lo dobbiamo al nostro Paese. Dobbiamo scrivere una nuova pagina della giustizia italiana e quella pagina non sarà scritta da una sola mano: occorre la disponibilità di tutti per ridare credibilità alla giustizia italiana e fiducia ai cittadini”, conclude il ministro Cartabia.
Elogio del distretto di Milano – Il distretto giudiziario di Milano “è tra gli esempi virtuosi” sotto il profilo delle pendenze e dei tempi dei processi e anche dai dati più recenti si conferma che “Milano è una eccellenza” ha dichiarato la ministra della Giustizia. Milano, ha aggiunto l’ex presidente della Corte Costituzionale, “potrà diventare emblema di rinnovato riscatto” e va segnalato, tra l’altro, che il “distretto di Milano sta già recuperando a pieno dopo il blocco della pandemia” sull’attività giudiziaria. Si evince dai dati, poi, ha aggiunto, “che qui la prescrizione” diventa “un problema marginale quando il sistema funziona”.
Prescrizione – Sul tema della prescrizione oggi in una intervista a La Stampa l’ex ministra della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, dice di essere che sarà difficile “trovare una sintesi, è complicato, perché sul tema giustizia si agitano sensibilità molto diverse: per esempio, c’è chi pensa che il garantismo sia un esercizio di vuota retorica, dimenticando che è un principio inserito nella nostra Costituzione. Sono molto soddisfatta della proposta del ministro di superare il testo Bonafede sulla prescrizione, che è stato oggetto di un duro confronto tra la Lega e i Cinque Stelle quando eravamo al governo. Nei giorni scorsi il Ministro mi ha chiamato e ho avuto modo di incontrarla – racconta Bongiorno -. Ho fatto presente ancora una volta che la Lega è al suo fianco e condivide la necessità di ridurre drasticamente i tempi del processo penale; apprezzabile è la scelta di modificare e ridurre i termini di durata delle indagini, anche se sarebbe ancora più efficace prevedere contestualmente sanzioni processuali in caso di ingiustificate stasi del procedimento. Naturalmente, ridurre i tempi non significa ridurre le garanzie”. E alla domanda cosa piace della riforma del processo penale, la senatrice risponde: “È un intervento ampio e condividiamo una serie di novità, come una nuova organizzazione del processo, il superamento della prescrizione Bonafede, la restituzione al parlamento del potere di scegliere le priorità. Non concordiamo invece sulle soluzioni tecniche proposte su appello e Cassazione. In questa fase di crisi della magistratura, frutto delle distorsioni di un correntismo esasperato, non possiamo limitare i controlli sulle sentenze”.
Intanto il ministero della Giustizia segue con “preoccupazione” gli sviluppi dell’inchiesta di Santa Maria Capua Vetere, che ha portato a numerose misure cautelari. “La ministra Marta Cartabia, e i vertici del Dap – sottolinea una nota di via Arenula – rinnovano la fiducia nel corpo della Polizia Penitenziaria, restando in attesa di un pronto accertamento dei gravi fatti contestati”.